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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09302025-235827


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TODOROVA, MONIKA
URN
etd-09302025-235827
Titolo
Il ruolo dei fondi pensione nel sistema previdenziale italiano: aspetti finanziari, normativi e comportamentali
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Dott. Spataro, Luca
Parole chiave
  • educazione finanziaria
  • fondi pensione
  • pianificazione
  • sistema previdenziale italiano
  • vantaggi fiscali
Data inizio appello
16/10/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi evidenzia come l’efficacia del sistema pensionistico complementare dipenda dall’interazione tra quadro giuridico, incentivi fiscali e dinamiche comportamentali.
In questo senso, l’elaborato intende sottolineare il ruolo cruciale dei fondi pensione non solo come strumenti finanziari, ma come leve di politica economica e sociale volte ad assicurare stabilità e benessere nel lungo periodo.
La tesi inizia ripercorrendo l’evoluzione del sistema pensionistico italiano che, attualmente, si basa su tre pilastri: previdenza pubblica obbligatoria (INPS e casse professionali), previdenza complementare collettiva (fondi negoziali) e previdenza complementare individuale (fondi aperti e PIP). Esso è stato segnato da numerose riforme, tra cui la riforma Amato all’inizio degli anni ’90, la riforma Dini nel 1995, le riforme della previdenza complementare, ecc. I cambiamenti continui del sistema erano volti a contenere la spesa pubblica e a garantire sostenibilità di fronte al progressivo invecchiamento della popolazione. L’aumento della speranza di vita e il calo del tasso di natalità hanno modificato l’equilibrio tra popolazione attiva e pensionati, mettendo sotto pressione il modello a ripartizione, in cui i contributi dei lavoratori finanziano le pensioni in essere. In questo contesto, la previdenza complementare si afferma come indispensabile per integrare le prestazioni pubbliche e permettere all’individuo di mantenere un adeguato livello di reddito nella fase di vecchiaia. Successivamente, sono analizzate le principali forme di previdenza complementare – fondi negoziali, aperti e Piani Individuali Pensionistici (PIP) – mettendo in evidenza l’andamento delle adesioni nel corso del tempo con particolare attenzione ai dati dell’anno 2024.
Vengono approfonditi anche i fattori comportamentali che influenzano le scelte previdenziali, portando spesso alla procrastinazione e alla scarsa adesione ai fondi pensione. Distorsioni come overconfidence, illusione di controllo, avversione alle perdite, status quo, bias del presente e bias della disponibilità spiegano il rifiuto della pianificazione a lungo termine. L’educazione finanziaria emerge quindi come strumento fondamentale per ridurre tali bias cognitivi e favorire una maggiore consapevolezza. Bisogna tener conto non solo delle variabili economiche ma anche delle dinamiche psicologiche che influenzano i comportamenti dei risparmiatori. Inoltre, le indagini contenute nel Rapporto Edufin 2023 e l’Edufin Index 2024 mostrano livelli ancora insufficienti di conoscenza e consapevolezza, soprattutto tra i giovani, che spesso sovrastimano le proprie competenze e rimandano le decisioni previdenziali.
La pianificazione a lungo termine è cruciale per sfruttare l’interesse composto e affrontare rischi come la longevità e la non autosufficienza. In un contesto demografico caratterizzato da famiglie di modeste dimensioni e aspettativa di vita crescente, risulta fondamentale aderire tempestivamente alla previdenza complementare per garantire sicurezza economica e qualità della vita in età avanzata.
L’elaborato si concentra anche sulle caratteristiche distintive delle forme di previdenza complementare, considerando i vantaggi fiscali, le tutele giuridiche, le modalità di utilizzo del capitale e le scelte di investimento sostenibili. Tra quelli fiscali spicca la deducibilità dei contributi versati (fino a 5.164,57 euro annui, estendibili a 7.746,86 in casi specifici), la tassazione agevolata dei rendimenti (al 20%, o 12,5% per titoli di Stato), e le aliquote agevolate da applicare al montante finale (o in alcuni casi specifici di anticipazioni e di riscatto) che possono variare dal 15% al 9%, in base alla durata di partecipazione al fondo.
Si evidenziano, successivamente, i vantaggi fiscali legati al trasferimento del TFR nella previdenza complementare sia per i lavoratori dipendenti che per le aziende con meno di 50 dipendenti, facendo degli esempi numerici.
Il capitolo si conclude con l’analisi dell’opportunità di integrazione tra previdenza pubblica e complementare per accedere anticipatamente alla prestazione pensionistica. Successivamente vengono evidenziate alcune recenti ipotesi di riforma, che hanno un ruolo cruciale, ovvero quello di adattare il sistema pensionistico italiano alle nuove esigenze demografiche, economiche e sociali.
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