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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09292014-130510


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PACINI, MASSIMILIANO
URN
etd-09292014-130510
Titolo
TRA PERSISTENZA E CAMBIAMENTO. LE ARTI A SIENA DURANTE LA SIGNORIA DI PANDOLFO PETRUCCI
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • "Camera Bella"
  • Antonio Barili
  • Gerolamo Genga
  • Luca Signorelli
  • Petrucci
  • Pinturicchio
  • Repubblica
  • Rinascimento
  • Siena
Data inizio appello
03/11/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel corso del Rinascimento Siena, al pari di molti centri italiani, è protagonista di una trasformazione del linguaggio figurativo che giungerà a compimento con una certa gradualità e lentezza dovendosi continuamente confrontare con la tradizione artistica della repubblica medievale, in cui per lungo tempo si è identificata l'ideologia civica della città. Ad accompagnare questa transizione due fattori, nel corso del Quattrocento, diventeranno decisivi nel mitigare le divisioni interne e le lotte fra fazioni: la politica e la religione. Quello che avviene, soprattutto nella seconda parte del XV secolo, è una vera e propria influenza sulle tendenze stilistiche, sulla scelta degli artisti e su un'apertura a nuovi modelli iconografici che le nuove elites andarono via via imponendo. Per questo punto di partenza necessario è l'analisi politica delle vicende cittadine sia sotto l'aspetto della propria alterità rispetto a Firenze sia per l'instabilità politica che in questa fase risulta un fattore determinante delle varie componenti della società civile.
Si cominciano così a diffondere nuovi repertori iconografici accanto ai tradizionali modelli della Vergine, del Buon Governo e dell'età comunale che denotano comunque una certa persistenza in opere pubbliche e commissioni private. Con sempre maggiore frequenza i riferimenti e le fonti letterarie diventano le opere degli antichi, i modelli raffigurati sono tratti dalla storia greca e soprattutto dalla storia repubblicana di Roma ed il contenuto ruota attorno alla celebrazione delle virtù di personaggi mitici o di eroi dell'antichità che si sono distinti per aver anteposto il bene comune al proprio interesse privato. E' in questo contesto che si inserisce la presa di potere di Pandolfo Petrucci che si dimostra capace di trasformare le aspirazioni sociali delle aristocrazie cittadine escluse dal potere in un'opportunità politica, riuscendo a dar vita ad un sistema in cui arte, politica e religione, interagendo ed influenzandosi, fossero in grado di portare alla formazione di una nuova identità civica cittadina in grado sia di rispecchiare le icone e le glorie della repubblica medievale trecentesca sia di preparare la città all'avvento di una nuova forma di governo signorile.
Da questo punto di vista lo spirito di magnificenza cui è improntata l'intera produzione artistica nel periodo della Signoria del Petrucci sia civile che religiosa, sia pubblica che privata, risponde proprio all'esigenza di uniformare e di pacificare le diverse contrapposizioni cercando, al tempo stesso, di legittimare un potere non dinastico davanti a Dio ed agli uomini. E' importante passare in rassegna i diversi interventi pubblici compiuti da Pandolfo in un periodo in cui le ristrettezze economiche e l'imperversare di guerre avevano determinato un forte calo delle risorse destinate al decoro urbano, rendendo necessario la presenza di una grande ricchezza privata alla base di una forma di potere signorile. Ma l'espressione compiuta, a livello artistico, della sua ideologia politica resta la costruzione e la decorazione della sua residenza privata in cui sembrano darsi appuntamento le nuove tendenze stilistiche e i nuovi modelli iconografici, ma anche l'abilità e l'opportunismo politico del Petrucci tra motivi autocelebrativi e finalità dinastiche. All'interno del palazzo particolare riguardo merita l'analisi della “Camera Bella” non solo perché ai lavori vi presero parte alcune delle personalità artistiche più affermate in ambito italiano ma anche per l'importanza delle ambizioni filologiche che l'intero programma prevedeva dando così modo al committente di unire alla celebrazione dell'evento matrimoniale del figlio, l'esaltazione delle virtù familiari e l'ostentazione della propria ideologia politica sulla base della quale legittimare la propria presa di potere da un lato e creare i presupposti per garantire al figlio una degna successione nel tentativo di unire i destini della propria famiglia a quelli della libertas senese.
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