Tesi etd-09262025-155151 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FUSARI, CHIARA
URN
etd-09262025-155151
Titolo
Modelli di business e innovazione tecnologica nei contesti knowledge-intensive
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Lazzini, Simone
Parole chiave
- imprenditorialità innovativa
- innovazione aperta
- modelli di business
- monitoraggio del sonno
- proposta del valore
- salute digitale
- settore sleep tech
- Sleepacta
- spin-off accademico
- tecnologia indossabile
- Triple/Quadruple Helix
Data inizio appello
16/10/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/10/2095
Riassunto
Negli ultimi anni l’evoluzione dei mercati e delle tecnologie ha profondamente modificato le modalità con cui le imprese generano e gestiscono l’innovazione. La crescente complessità dei contesti competitivi, la rapidità dei cambiamenti e l’interconnessione globale hanno reso sempre più difficile per le organizzazioni basarsi esclusivamente su risorse e conoscenze interne. Da questa consapevolezza nasce il paradigma dell’Open Innovation, concettualizzato da Henry Chesbrough (2003), secondo cui la creazione di valore deriva dall’interazione tra flussi di conoscenza interni ed esterni all’impresa.
Il presente lavoro esplora l’Open Innovation come modello strategico capace di ridefinire la gestione dell’innovazione e i modelli di business delle imprese che operano in settori ad alta intensità di conoscenza (knowledge-intensive sectors). L’obiettivo è comprendere come l’apertura dei processi innovativi (attraverso collaborazioni, partenariati e condivisione di dati) possa contribuire a risolvere sfide complesse e di interesse collettivo.
Uno dei campi in cui questo paradigma ha trovato un terreno di sperimentazione particolarmente fertile è quello della Digital Health, l’insieme delle tecnologie e dei servizi digitali orientati alla prevenzione, alla diagnosi e al monitoraggio della salute. In questo ambito, l’apertura si traduce in un dialogo costante tra imprese tecnologiche, centri di ricerca, ospedali, università e utenti finali, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni che combinino rigore scientifico, accessibilità e sostenibilità.
All’interno di questo scenario, il settore emergente dello SleepTech, dedicato allo studio e al miglioramento del sonno attraverso strumenti digitali e dispositivi indossabili, rappresenta un caso emblematico. Il sonno, un tempo considerato una dimensione marginale della salute pubblica, è oggi riconosciuto come un indicatore essenziale del benessere psicofisico. Tuttavia, disturbi diffusi come l’insonnia e la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) restano spesso sottodiagnosticati, anche a causa dei limiti delle metodologie tradizionali, come la polisonnografia, ancora costosa e complessa.
Le nuove tecnologie, in particolare i wearable devices e le piattaforme basate su intelligenza artificiale, consentono oggi di raccogliere e interpretare dati fisiologici in modo continuo e personalizzato.
Questi strumenti incarnano pienamente la logica dell’Open Innovation: nascono da collaborazioni multidisciplinari, uniscono competenze cliniche, tecnologiche e informatiche, e promuovono una visione partecipativa della salute, in cui anche gli utenti contribuiscono alla generazione di conoscenza attraverso la condivisione dei propri dati.
In questa prospettiva, il settore dello SleepTech diventa un laboratorio ideale per osservare come l’innovazione aperta possa tradursi in pratiche concrete di co-creazione del valore, generando al tempo stesso impatti economici e sociali. Il sonno si configura così come un punto d’incontro tra ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e benessere collettivo: un terreno in cui la collaborazione tra attori diversi può produrre benefici misurabili per i sistemi sanitari e per la qualità della vita delle persone.
Il primo capitolo del lavoro definisce i concetti fondamentali della formula imprenditoriale e del modello di business, considerati strumenti chiave per interpretare il comportamento strategico delle imprese. Seguono l’analisi dei principali framework teorici, tra cui il Business Model Canvas (Osterwalder & Pigneur, 2010), il modello di Johnson, Christensen e Kagermann (2008) e le Mappe Strategiche di Kaplan e Norton (2004), che mettono in relazione obiettivi, risorse e risultati.
Il secondo capitolo introduce il paradigma dell’Open Innovation come evoluzione dei modelli tradizionali di gestione dell’innovazione. Vengono illustrate le tre principali modalità operative (inbound, outbound e coupled) e i modelli di collaborazione tra attori diversi (Triple Helix, Quadruple Helix e Quintuple Helix) che mostrano come l’innovazione nasca da reti aperte e interdipendenti.
Il terzo capitolo trasferisce queste riflessioni teoriche al campo della Digital Health, concentrandosi sul comparto SleepTech, che rappresenta un laboratorio privilegiato per la sperimentazione di soluzioni digitali a elevato impatto sociale, presentandone le principali caratteristiche
Il quarto capitolo, approfondisce tre casi studio (SleepActa, Withings e Fitbit) esempi concreti di applicazione dell’Open Innovation nella salute del sonno. SleepActa, spin-off accademico dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna, ha sviluppato. Dormi, un sistema basato su intelligenza artificiale e actigrafi indossabili; Withings segue un approccio medical-driven fondato su certificazioni cliniche e partnership con enti regolatori; Fitbit, infine, rappresenta un modello data-driven, in cui la partecipazione di milioni di utenti alimenta la ricerca e lo sviluppo di algoritmi predittivi.
Nel complesso, l’analisi dimostra che l’Open Innovation non è solo un paradigma teorico, ma una soluzione strategica in grado di generare valore condiviso.
Nel settore dello SleepTech, questa logica permette di sviluppare tecnologie capaci di migliorare la prevenzione, la diagnosi e la gestione dei disturbi del sonno, rendendo la salute più accessibile e sostenibile. L’innovazione aperta si conferma così un approccio culturale e operativo destinato a guidare la sanità del futuro, integrando ricerca, tecnologia e società in un modello collaborativo e inclusivo di progresso collettivo.
Il presente lavoro esplora l’Open Innovation come modello strategico capace di ridefinire la gestione dell’innovazione e i modelli di business delle imprese che operano in settori ad alta intensità di conoscenza (knowledge-intensive sectors). L’obiettivo è comprendere come l’apertura dei processi innovativi (attraverso collaborazioni, partenariati e condivisione di dati) possa contribuire a risolvere sfide complesse e di interesse collettivo.
Uno dei campi in cui questo paradigma ha trovato un terreno di sperimentazione particolarmente fertile è quello della Digital Health, l’insieme delle tecnologie e dei servizi digitali orientati alla prevenzione, alla diagnosi e al monitoraggio della salute. In questo ambito, l’apertura si traduce in un dialogo costante tra imprese tecnologiche, centri di ricerca, ospedali, università e utenti finali, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni che combinino rigore scientifico, accessibilità e sostenibilità.
All’interno di questo scenario, il settore emergente dello SleepTech, dedicato allo studio e al miglioramento del sonno attraverso strumenti digitali e dispositivi indossabili, rappresenta un caso emblematico. Il sonno, un tempo considerato una dimensione marginale della salute pubblica, è oggi riconosciuto come un indicatore essenziale del benessere psicofisico. Tuttavia, disturbi diffusi come l’insonnia e la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) restano spesso sottodiagnosticati, anche a causa dei limiti delle metodologie tradizionali, come la polisonnografia, ancora costosa e complessa.
Le nuove tecnologie, in particolare i wearable devices e le piattaforme basate su intelligenza artificiale, consentono oggi di raccogliere e interpretare dati fisiologici in modo continuo e personalizzato.
Questi strumenti incarnano pienamente la logica dell’Open Innovation: nascono da collaborazioni multidisciplinari, uniscono competenze cliniche, tecnologiche e informatiche, e promuovono una visione partecipativa della salute, in cui anche gli utenti contribuiscono alla generazione di conoscenza attraverso la condivisione dei propri dati.
In questa prospettiva, il settore dello SleepTech diventa un laboratorio ideale per osservare come l’innovazione aperta possa tradursi in pratiche concrete di co-creazione del valore, generando al tempo stesso impatti economici e sociali. Il sonno si configura così come un punto d’incontro tra ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e benessere collettivo: un terreno in cui la collaborazione tra attori diversi può produrre benefici misurabili per i sistemi sanitari e per la qualità della vita delle persone.
Il primo capitolo del lavoro definisce i concetti fondamentali della formula imprenditoriale e del modello di business, considerati strumenti chiave per interpretare il comportamento strategico delle imprese. Seguono l’analisi dei principali framework teorici, tra cui il Business Model Canvas (Osterwalder & Pigneur, 2010), il modello di Johnson, Christensen e Kagermann (2008) e le Mappe Strategiche di Kaplan e Norton (2004), che mettono in relazione obiettivi, risorse e risultati.
Il secondo capitolo introduce il paradigma dell’Open Innovation come evoluzione dei modelli tradizionali di gestione dell’innovazione. Vengono illustrate le tre principali modalità operative (inbound, outbound e coupled) e i modelli di collaborazione tra attori diversi (Triple Helix, Quadruple Helix e Quintuple Helix) che mostrano come l’innovazione nasca da reti aperte e interdipendenti.
Il terzo capitolo trasferisce queste riflessioni teoriche al campo della Digital Health, concentrandosi sul comparto SleepTech, che rappresenta un laboratorio privilegiato per la sperimentazione di soluzioni digitali a elevato impatto sociale, presentandone le principali caratteristiche
Il quarto capitolo, approfondisce tre casi studio (SleepActa, Withings e Fitbit) esempi concreti di applicazione dell’Open Innovation nella salute del sonno. SleepActa, spin-off accademico dell’Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant’Anna, ha sviluppato. Dormi, un sistema basato su intelligenza artificiale e actigrafi indossabili; Withings segue un approccio medical-driven fondato su certificazioni cliniche e partnership con enti regolatori; Fitbit, infine, rappresenta un modello data-driven, in cui la partecipazione di milioni di utenti alimenta la ricerca e lo sviluppo di algoritmi predittivi.
Nel complesso, l’analisi dimostra che l’Open Innovation non è solo un paradigma teorico, ma una soluzione strategica in grado di generare valore condiviso.
Nel settore dello SleepTech, questa logica permette di sviluppare tecnologie capaci di migliorare la prevenzione, la diagnosi e la gestione dei disturbi del sonno, rendendo la salute più accessibile e sostenibile. L’innovazione aperta si conferma così un approccio culturale e operativo destinato a guidare la sanità del futuro, integrando ricerca, tecnologia e società in un modello collaborativo e inclusivo di progresso collettivo.
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