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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09262012-093334


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
DEGL'INNOCENTI, MARIA LAURA
URN
etd-09262012-093334
Titolo
Correlazione tra malocclusioni e disturbi della vista in eta pediatrica
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Giuca, Maria Rita
Parole chiave
  • malocclusioni
  • pediatria
  • vista
Data inizio appello
09/11/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/11/2052
Riassunto
In letteratura sono presenti studi recenti svolti per valutare l’esistenza di una correlazione tra l’apparato stomatognatico e quello della vista. Alcuni autori evidenziano come modificazioni dell'occlusione determinino variazioni nella messa a fuoco oculare, mentre altri si sono focalizzati sulla dominanza oculare in relazione a postura cefalica e mandibolare; è stata anche analizzata l’influenza degli input visivi nell'attività elettromiografica dei muscoli masticatori. Altri studi hanno analizzato la correlazione tra deficit di convergenza oculare e presenza di malocclusioni, disordini temporomandibolari, deviazione della linea mediana. Sono necessari ulteriori studi per confermare e spiegare queste osservazioni.
A tal fine il nostro studio è stato condotto, su un campione di pazienti in età pediatrica, per valutare l'associazione tra alterazioni della funzionalità oculare – intendendo con questo termine sia i deficit di convergenza che i vizi di refrazione – e presenza di malocclusioni.
Le visite oculistiche sono state effettuate parallelamente a quelle ortodontiche presso la Clinica Oculistica Universitaria di Pisa. La diagnosi ortodontica è stata ottenuta mediante un esame clinico extraorale e uno intraorale. I dati sono stati messi in relazione alla diagnosi oculistica in 4 analisi statistiche: 1) in caso di presenza o assenza di difetti della motilità oculare, 2) in condizione di ortoforia, esoforia/tropia, exoforia/tropia, 3) in presenza di emmetropia o ametropia, 4) in base alla presenza di emmetropia, miopia, ipermetropia , astigmatismo, miopia e astigmatismo, ipermetropia e astigmatismo. I dati sono stati incrociati con chi-quadro, con il supporto di excel, assumendo come significativo α0.05.
La maggior parte dei dati analizzati non ha raggiunto un livello di significatività statistica, permettendo di escludere l'esistenza di correlazioni tra disturbi visivi e caratteristiche ortognatodontiche in esame. Sono risultati statisticamente significativi i dati relativi a :
• strabismo e classe canina destra (χ-quadro pari a 4,60466668 per χ2.90 che risulta però inferiore al livello di significatività scelto), cross-bite (χ-quadro pari a 4,22143349 per χ2.95), iperdivergenza mandibolare (χ-quadro pari a 3,08153454 per χ2.90 che risulta però inferiore al livello di significatività richiesto);
• difetti di refrazione e classe molare destra (valore di χ-quadro pari a 5,8439416 per χ2.95).
Analizzando in dettaglio emerge che:
• gli ortoforici presentano frequenza ridotta dei casi con prima classe canina destra, frequenza lievemente aumentata dei casi con seconda e terza classe, al contrario gli strabici evidenziano frequenza aumentata dei casi con prima classe canina destra, frequenza lievemente diminuita dei casi con seconda e terza classe;
• negli ortoforici si evidenzia frequenza diminuita dei casi con cross-bite e frequenza aumentata dei sani, mentre negli strabici si evidenzia frequenza aumentata dei casi con cross-bite e frequenza diminuita dei sani;
• negli ortoforici si evidenzia frequenza aumentata dei casi con mandibola normale per dimensioni e frequenza diminuita dei casi con iperdivergenza, invece negli strabici frequenza diminuita dei casi con mandibola normale e frequenza aumentata dei casi con iperdivergenza;
• negli emmetropi si evidenzia frequenza aumentata dei casi con prima classe molare destra, frequenza diminuita dei casi con seconda e terza classe molare; negli ametropi si evidenzia frequenza diminuita dei casi con prima classe molare destra, frequenza aumentata dei casi con seconda e terza classe molare destra.
A seguito dell’entità del nostro campione, molti dati analizzati sono statisticamente non attendibili. Risulta pertanto interessante indagare ulteriormente la relazione tra le varie patologie della motilità e le caratteristiche ortodontiche, attraverso studi condotti su campioni più vasti.
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