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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09252017-142414


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
NOTI, GIACOMO
URN
etd-09252017-142414
Titolo
Analisi delle recidive nelle pazienti con carcinoma dell'endometrio in stadio IIIc FIGO sottoposte a chirurgia e terapia adiuvante: Risultati di uno studio multicentrico italiano.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Gadducci, Angiolo
Parole chiave
  • carcinoma.
  • endometrio
Data inizio appello
17/10/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il tumore dell’endometrio è la neoplasia ginecologica maligna più comune nei paesi industrializzati, e la seconda nei paesi in via di sviluppo dopo il cancro della cervice uterina; rappresenta il quinto più comune cancro nelle donne (4.8% dei cancri) e il quattordicesimo in termini di mortalità.
La più alta incidenza nel 2012 è stata registrata in USA e Canada (19.1/100.000), nel Nord Europa (19.1/100.000) e nell’Europa Occidentale (15.6/100.000).
L’età media di diagnosi è 62 anni e nella maggior parte dei casi tende ad essere diagnosticato in stadio precoce con buona prognosi: Approssimativamente il 72% sono diagnosticati in stadio I, 12% in stadio II, 13 % in stadio III, 3% in stadio IV.
Il carcinoma enndometriale è classificato in 2 sottotipi principali: carcinomi di tipo 1 (il più comune, ad istologia endometrioide ben differenziato, con buona prognosi) e di tipo 2 (ad istologia non endometrioide, scarsamente differenziato, con prognosi peggiore).
La stadiazione FIGO 2009 è quella più utilizzata.
Lo stadio tumorale, l'età della paziente alla diagnosi, l'istotipo, il grado citologico, l'invasione miometriale, l'infiltrazione degli spazi vascolo-linfatici e l’interessamento linfonodale sono significative variabili prognostiche.
Il trattamento standard prevede l’isterectomia totale extrafasciale, la ovaro-salpingectomia bilaterale con o senza la linfadenectomia.
La terapia adiuvante è stata ampiamente discussa e non trova indicazione nei tumori ben differenziati senza invasione profonda del miometrio.
Secondo quanto riportato dall’Annual Report n.26 della International Federation of Gynecology and Obstetrics (FIGO), tra i 7990 tumori endometriali stadiati chirurgicamente, 356 (4.5%) pazienti avevano uno stadio di malattia IIIC, caratterizzato dalla presenza di metastasi linfonodali pelviche e/o para-aortiche, e la loro sopravvivenza globale [OS] a 5 anni è stata del 57.3%.
Molti autori hanno investigato il ruolo della radioterapia adiuvante e/o chemioterapia per la malattia in stadio precoce, ad alto rischio o in stadio avanzato, ma solo pochi hanno analizzato l’efficacia del trattamento post-operatorio selettivamente nello stadio IIIC.
Lo scopo di questo studio retrospettivo è stato quello di analizzare l’ outcome clinico ed il pattern di recidiva nelle pazienti con carcinoma dell’endometrio con positività accertata istologicamente dei linfonodi pelvici e/o lombo-aortici (Stadio FIGO IIIC1 o IIIC2).
Lo studio ha valutato 82 pazienti che sono state sottoposte presso il Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Pisa tra il 1993 e il 2016 o presso il Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Torino tra il 2003 e il 2016 a isterectomia totale o radicale, annessiectomia bilaterale e linfoadenectomia pelvica e/o para-aortica per carcinoma endometriale che presentavano linfonodi istologicamente positivi.
La terapia adiuvante post-operatoria è consistita nella radioterapia o nella chemioterapia seguita o meno dalla radioterapia.
La malattia è ricaduta nel 43.9% dei casi, dopo un intervallo mediano di 13.5, e le sedi più comuni di ricaduta erano quelle a distanza e i linfonodi para-aortici. La OS a 5 anni era del 59.8% nell’ intera serie, ed era significativamente migliore nelle forme endometrioidi rispetto a quelle non endometrioidi (69.3% versus 31.1%, p=0.001).
La natura retrospettiva, non randomizzata dello studio e il numero limitato delle donne non ci permette di trarre alcuna conclusione riguardo l’impatto del trattamento post-operatorio nel pattern di recidiva.
L’utilizzo della chemioterapia da sola o seguita dalla radioterapia esterna pelvica mostra comunque un vantaggio in termini di sopravvivenza libera da progressione [PFS] e sopravvivenza globale [OS] anche se non è statisticamente significativo per il numero relativamente basso di casi; e l’impiego di un regime comprendente platino + taxolo sembra dare i risultati migliori.

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