Tesi etd-09172025-214854 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VENTURINI, ALESSIO
URN
etd-09172025-214854
Titolo
Influenze machiavelliane nella seconda tetralogia di drammi storici shakespeariani
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE, LETTERATURE E FILOLOGIE EURO - AMERICANE
Relatori
relatore Soncini, Sara
controrelatore Ferrari, Roberta
controrelatore Ferrari, Roberta
Parole chiave
- Drammi storici/History Plays
- Influenza/Influence
- Machiavelli
- Machiavellismi/Machiavellisms
- Regalità/Kinghsip
- Ricezione/Reception
- Shakespeare
- Teatro/Drama
Data inizio appello
03/10/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo elaborato si propone di analizzare la seconda tetralogia di drammi storici di William Shakespeare: la linea conduttrice di tale analisi è quella di individuare nelle opere in questione degli elementi che attestino una possibile influenza di Niccolò Machiavelli. A tale scopo la storia della ricezione in ambito inglese dell’autore fiorentino è ripercorsa sin dalle prime testimonianze risalenti al regno di Enrico VIII, per passare attraverso i regni di Edoardo VI, Maria I fino a quello di Elisabetta I, negli ultimi decenni del quale Shakespeare ha composto le opere sotto analisi. La ricchezza del materiale pertinente, particolarmente a partire dal periodo elisabettiano, ha reso necessaria una selezione: sono stati privilegiati gli esempi di una conoscenza ed eventualmente una rielaborazione più mature di Machiavelli, conformemente alla tipologia di influenza che riteniamo di poter individuare nelle opere shakespeariane; ciononostante, abbiamo cercato di rendere conto anche delle caratteristiche principali delle attitudini ostili. L’ambito teatrale elisabettiano è inizialmente indagato attraverso l’opera The Jew of Malta di Christopher Marlowe, in quanto essa costituisce l’esempio più spettacolare della comparsa di Machiavelli sulle scene londinesi e presente al suo interno sia degli esempi di un machiavellismo più superficiale sfruttato abilmente per il suo potenziale scenico che per degli elementi maggiormente attinenti al pensiero e alle opere effettivi di Niccolò Machiavelli. La seconda tetralogia di drammi storici shakespeariani è introdotta attraverso una disamina di alcune questioni su cui la critica si è dibattuta e che risultano imprescindibili per il nostro soggetto: la principale delle quali è la natura del rapporto che intercorre tra le opere della tetralogia, se debbano essere considerate come parti di una narrativa lineare e più ampia, come il formato della loro pubblicazione del First Folio del 1623 lascerebbe presumere, o come opere indipendenti. Pur mantenendo delle riserve sul loro essere parte di una macro-narrazione che include anche la prima tetralogia, abbiamo espresso la convinzione che le opere in questione sono tra le più intimamente legate fra di loro del canone shakespeariano; a sostegno di questa opinione abbiamo analizzato dei numerosi esempi di riferimenti intertestuali in cui Shakespeare si auto cita con un impressionante livello di dettaglio. Per questa ragione abbiamo condotto un’analisi in cui i personaggi, le loro azioni e le loro parole in una determinata opera sono esaminati anche in considerazione di quanto avvenuto nei testi precedenti o successivi. I testi teatrali si differenziano dai documenti dal carattere storico, filosofico o giuridico esaminati in precedenza dal fatto che è virtualmente impossibile riscontrarvi degli elementi che provino aldilà di ogni ragionevole dubbio che il loro autore possedesse una conoscenza diretta dalle opere di Machiavelli; pertanto, una possibile influenza del Segretario fiorentino è stata desunta attraverso la rappresentazione delle situazioni, dei personaggi e delle azioni e delle parole di quest’ultimi; attraverso una simile metodologia riteniamo di essere riusciti a indentificare una serie di elementi pertinenti col pensiero machiavelliano. In particolare, un leitmotiv della seconda tetralogia, diversamente declinato nelle varie opere, è quello dell’accostamento tra la regalità e l’ambito del teatro: le qualità richieste per l’acquisizione e il mantenimento del potere sembrano essere la prontezza d’animo e la capacità di adattarsi alle nuove situazioni di un teatrante professionista, in maniera conforme a quanto arguito da Machiavelli, specialmente nel Principe. Ciò che emerge da una simile analisi è una disamina profonda dei meccanismi del potere e un campionario di diversi tipi umani alle prese coi dilemmi che tali situazioni comportano: diversi elementi rimandano pertinentemente al pensiero machiavelliano, che a nostro giudizio avrebbe potuto fornire un valido contributo alla stesura di simili opere solo in tutta la sua finezza e complessità.
File
| Nome file | Dimensione |
|---|---|
| Tesi_Mag...urini.pdf | 2.33 Mb |
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