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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09162025-114311


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DAL CANTO, SIMONE
URN
etd-09162025-114311
Titolo
Cachessia neoplastica: una sindrome multifattoriale tra alterazioni metaboliche, infiammazione e supporto nutrizionale
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Demontis, Gian Carlo Alfredo Giuseppe
Parole chiave
  • attività fisica
  • biomarcatori
  • biomarkers
  • BMI
  • cachessia
  • cachexia
  • cancer
  • cancro
  • diet
  • dieta
  • guidelines
  • IMC
  • infiammazione
  • inflammation
  • integrazione
  • linee guida
  • metabolic
  • metaboliche
  • nutritional support
  • physical activity
  • sindrome
  • supplementation
  • supporto nutrizionale
  • syndrome
Data inizio appello
08/10/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il cancro rappresenta ancora oggi una delle principali cause di morte nel mondo e non si limita a essere una malattia localizzata, ma determina una serie di alterazioni sistemiche che compromettono la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. Una delle complicanze più gravi è la cachessia neoplastica, sindrome multifattoriale caratterizzata da perdita progressiva di massa muscolare e tessuto adiposo, sostenuta da infiammazione cronica, disordini metabolici e resistenza anabolica. La cachessia non può essere contrastata con un semplice incremento calorico, poiché il bilancio energetico è alterato da processi ipercatabolici.
La genesi dei tumori deriva da mutazioni genetiche che colpiscono oncogeni, geni oncosoppressori, geni per la riparazione del DNA e geni apoptotici, oltre che da alterazioni epigenetiche come la metilazione del DNA e i microRNA. Inoltre, fattori ambientali e comportamentali come fumo, alcol, dieta squilibrata, sedentarietà, esposizione a raggi UV e inquinanti, oltre all’età avanzata, concorrono all’aumento del rischio oncologico. Una volta instaurato, il tumore modifica il microambiente immunitario circostante: si riducono le cellule citotossiche e aumenta l’immunosoppressione locale, favorita da citochine e fattori di crescita. Questi meccanismi, insieme all’angiogenesi tumorale disorganizzata, alimentano la progressione della malattia e riducono l’efficacia delle terapie.
La cachessia neoplastica attraversa tre fasi: la precachessia, con perdita di peso lieve e anoressia; la cachessia conclamata, con perdita marcata di massa muscolare; e la fase refrattaria, irreversibile, con aspettativa di vita inferiore a tre mesi. È particolarmente frequente nei tumori del pancreas, fegato, polmone, tratto gastroesofageo e testa-collo, ma in diversa misura può manifestarsi anche in altri tipi di cancro. I suoi effetti colpiscono numerosi organi: il muscolo scheletrico va incontro a proteolisi tramite vie come ubiquitina-proteasoma e autofagia; il tessuto adiposo subisce lipolisi, infiammazione e browning; il cuore e il fegato mostrano gravi alterazioni metaboliche e strutturali; il cervello manifesta modificazioni ipotalamiche che influenzano appetito e metabolismo; il sangue veicola fattori infiammatori e pro-trombotici; il microbiota intestinale entra in disbiosi aggravando il quadro.
Il riconoscimento precoce della cachessia è importante, ma complesso. Biomarkers promettenti sono la perdita di massa magra, le alterazioni nei lipidi plasmatici, i cambiamenti nei profili di microRNA, le citochine pro-infiammatorie e la riduzione degli amminoacidi circolanti. Tuttavia, nessuno di essi è ancora abbastanza specifico per una diagnosi definitiva, e sono necessari ulteriori studi.
In questo contesto, la valutazione nutrizionale del paziente oncologico diventa un elemento essenziale. Strumenti standardizzati come MNA-SF, MUST e NRS-2002 permettono di identificare precocemente la malnutrizione, che peggiora la prognosi, riduce la tolleranza ai trattamenti e ne compromette l’efficacia. Oltre agli strumenti anamnestici, sono fondamentali le valutazioni antropometriche e strumentali (BIA, DEXA, TC, RM, ecografia muscolare) per monitorare lo stato corporeo.
Le strategie nutrizionali sono parte integrante della presa in carico oncologica. Le linee guida internazionali, in particolare quelle di ESPEN e ASCO, raccomandano un apporto energetico di circa 25-30 Kcal/kg/die e proteico fino a 2 g/kg, con l’obiettivo di contrastare la resistenza anabolica. Le opzioni terapeutiche includono consulenza dietetica personalizzata, supplementazione orale, nutrizione enterale e, nei casi più gravi, parenterale. L’attività fisica, adattata alle condizioni cliniche, può contribuire a preservare la massa muscolare e migliorare la qualità della vita. Il ruolo degli integratori e dei nutraceutici rimane incerto: alcune molecole, come melatonina, grelina o selenio, hanno mostrato potenziale, ma mancano evidenze cliniche solide.
La tesi affronta anche la prevenzione primaria del cancro attraverso scelte alimentari. La dieta mediterranea emerge come modello protettivo per la ricchezza di fibre, antiossidanti e grassi insaturi; altre strategie, come la dieta chetogenica, la DASH diet, la plant-based diet, il digiuno intermittente e la dieta mima-digiuno, sono oggetto di studio per i loro potenziali benefici. Tuttavia, è fondamentale distinguere la prevenzione dallo stadio di malattia: un paziente oncologico già affetto da cachessia deve attenersi a linee guida specifiche, senza improvvisare regimi alimentari.

Cancer remains one of the leading causes of death worldwide and is not merely a localized disease but a systemic condition that causes a series of alterations compromising patients’ quality of life and life expectancy. One of its most severe complications is cancer cachexia, a multifactorial syndrome characterized by progressive loss of muscle mass and adipose tissue, driven by chronic inflammation, metabolic disorders, and anabolic resistance. Cachexia cannot be countered simply by increasing caloric intake, since the energy balance is disrupted by hypercatabolic processes.
The genesis of tumors derives from genetic mutations affecting oncogenes, tumor suppressor genes, DNA repair genes, and apoptotic genes, as well as epigenetic changes such as DNA methylation and microRNAs. Moreover, environmental and behavioral factors such as smoking, alcohol consumption, unbalanced diet, sedentary lifestyle, exposure to UV radiation and pollutants, together with advanced age, contribute to the increased oncological risk. Once established, the tumor alters its surrounding immune microenvironment: cytotoxic cells decrease, while local immunosuppression increases, promoted by cytokines and growth factors. These mechanisms, along with disorganized tumor angiogenesis, fuel disease progression and reduce the effectiveness of therapies.
Cancer cachexia progresses through three stages: precachexia, marked by mild weight loss and anorexia; established cachexia, characterized by significant muscle wasting; and refractory cachexia, an irreversible stage with a life expectancy of less than three months. It is particularly frequent in cancers of the pancreas, liver, lungs, gastrointestinal tract, and head and neck, though it can also appear in other tumor types. Its effects impact multiple organs: skeletal muscle undergoes proteolysis via pathways such as ubiquitin-proteasome and autophagy; adipose tissue experiences lipolysis, inflammation, and browning; the heart and liver display profound metabolic and structural alterations; the brain develops hypothalamic modifications affecting appetite and metabolism; the blood carries inflammatory and pro-thrombotic mediators; and the gut microbiota falls into dysbiosis, further aggravating the condition.
Early recognition of cachexia is crucial but challenging. Promising biomarkers include lean mass loss, alterations in plasma lipids, changes in microRNA profiles, pro-inflammatory cytokines, and reduced circulating amino acids. However, none of these are yet sufficiently specific for a definitive diagnosis, and further studies are required.
In this context, nutritional assessment of cancer patients becomes essential. Standardized tools such as MNA-SF, MUST, and NRS-2002 allow early identification of malnutrition, which worsens prognosis, reduces tolerance to treatments, and compromises their effectiveness. Beyond anamnesis-based tools, anthropometric and instrumental evaluations (BIA, DEXA, CT, MRI, muscle ultrasound) are crucial to monitor body composition.
Nutritional strategies form an integral part of oncology care. International guidelines, particularly those of ESPEN and ASCO, recommend an energy intake of about 25–30 Kcal/kg/day and protein up to 2 g/kg, with the goal of counteracting anabolic resistance. Therapeutic options include personalized dietary counseling, oral supplementation, enteral nutrition, and in severe cases, parenteral nutrition. Physical activity, adapted to clinical conditions, can help preserve muscle mass and improve quality of life. The role of supplements and nutraceuticals remains uncertain: some molecules, such as melatonin, ghrelin, or selenium, have shown potential, but robust clinical evidence is still lacking.
The thesis also addresses primary prevention of cancer through dietary choices. The Mediterranean diet emerges as a protective model due to its richness in fiber, antioxidants, and unsaturated fats; other strategies, such as the ketogenic diet, DASH diet, plant-based diet, intermittent fasting, and fasting-mimicking diet, are under study for their potential benefits. However, it is essential to distinguish prevention from disease management: a cancer patient already affected by cachexia must follow specific guidelines and should not improvise dietary regimens.
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