Tesi etd-09162025-110907 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BORTONE, ANTONIETTA
URN
etd-09162025-110907
Titolo
Sant'Uffizio a Pisa nel Settecento: giurisdizione e prassi decisionale nell'età della Reggenza.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTÀ
Relatori
relatore Prof. Buono, Alessandro
correlatore Prof. Giuli, Matteo
correlatore Dott. Benedetti, Lorenzo
correlatore Prof. Giuli, Matteo
correlatore Dott. Benedetti, Lorenzo
Parole chiave
- casi studio
- Inquisizione Romana
- Livorno
- Pisa
- Reggenza Lorenese
Data inizio appello
03/10/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/10/2095
Riassunto
Abstract
L’elaborato mira a indagare l’azione del Sant’Uffizio nell’Arcidiocesi di Pisa nel Settecento, concentrandosi sull’età della Reggenza lorenese (1737-1765). A partire da una ricostruzione della più recente storiografia sul periodo, e attraverso l’analisi di casi di studio, si è indagato il funzionamento dell’Inquisizione pisana nel più ampio sistema dei rapporti fra Stato e Chiesa, non riducibili alla mera contrapposizione. La ricerca, condotta principalmente presso l’Archivio Storico Diocesano di Pisa, esamina documenti inediti che dimostrano come, in età lorenese, le relazioni fra potere civile ed ecclesiastico abbiano assunto talora le forme del compromesso, e come la spinta giurisdizionalista dei ministri di Francesco Stefano abbia progressivamente eroso lo spazio d’azione della Congregazione. In particolare, la presenza nel territorio diocesano del porto di Livorno, città che per ragioni economiche accolse e protesse mercanti ebrei e acattolici, costrinse l’Inquisizione ad adattarsi a un regime di tolleranza imposto dallo Stato. La tesi si concentra inoltre sul ristabilimento del tribunale del Sant’Uffizio (1754) in seguito alla sospensione della sua attività dopo la legge sulla stampa del 1743, a partire dal rinvenimento del regolamento frutto dell’accordo fra Roma e Firenze, che ben mette in luce il nuovo indirizzo della politica giurisdizionalista lorenese.
Abstract
This study investigates the activity of the Roman Inquisition in the Archdiocese of Pisa during the XVIII century, paying particular attention to the period of the Regency (1737-1765). The cases taken into consideration are analyzed within the broader framework of the relations between State and Catholic Church, which were never only and always in opposition. Based especially on original documents preserved in the Diocesan Historical Archive of Pisa, this study reveals how, under the Lorraine administration, interactions between ecclesiastical and civil authorities often assumed the form of compromise, while the jurisdictionalist orientation of Grand Duke Francis Stephen gradually constrained the authority of the Holy Office. This autonomy was also curtailed by the presence of the port of Livorno within the diocesan territory; for economic reasons, this city welcomed and protected Jewish and non-Catholic merchants, so the Inquisition had to operate within a framework of religious tolerance imposed by the civil authorities. The thesis finally examines the re-establishment of the Holy Office tribunal in 1754, following its suspension: central to this section is the discovery of the tribunal’s internal regulations, the result of an agreement between Rome and Florence, which sheds light on the evolving nature of the jurisdictionalist policy of the Regency.
L’elaborato mira a indagare l’azione del Sant’Uffizio nell’Arcidiocesi di Pisa nel Settecento, concentrandosi sull’età della Reggenza lorenese (1737-1765). A partire da una ricostruzione della più recente storiografia sul periodo, e attraverso l’analisi di casi di studio, si è indagato il funzionamento dell’Inquisizione pisana nel più ampio sistema dei rapporti fra Stato e Chiesa, non riducibili alla mera contrapposizione. La ricerca, condotta principalmente presso l’Archivio Storico Diocesano di Pisa, esamina documenti inediti che dimostrano come, in età lorenese, le relazioni fra potere civile ed ecclesiastico abbiano assunto talora le forme del compromesso, e come la spinta giurisdizionalista dei ministri di Francesco Stefano abbia progressivamente eroso lo spazio d’azione della Congregazione. In particolare, la presenza nel territorio diocesano del porto di Livorno, città che per ragioni economiche accolse e protesse mercanti ebrei e acattolici, costrinse l’Inquisizione ad adattarsi a un regime di tolleranza imposto dallo Stato. La tesi si concentra inoltre sul ristabilimento del tribunale del Sant’Uffizio (1754) in seguito alla sospensione della sua attività dopo la legge sulla stampa del 1743, a partire dal rinvenimento del regolamento frutto dell’accordo fra Roma e Firenze, che ben mette in luce il nuovo indirizzo della politica giurisdizionalista lorenese.
Abstract
This study investigates the activity of the Roman Inquisition in the Archdiocese of Pisa during the XVIII century, paying particular attention to the period of the Regency (1737-1765). The cases taken into consideration are analyzed within the broader framework of the relations between State and Catholic Church, which were never only and always in opposition. Based especially on original documents preserved in the Diocesan Historical Archive of Pisa, this study reveals how, under the Lorraine administration, interactions between ecclesiastical and civil authorities often assumed the form of compromise, while the jurisdictionalist orientation of Grand Duke Francis Stephen gradually constrained the authority of the Holy Office. This autonomy was also curtailed by the presence of the port of Livorno within the diocesan territory; for economic reasons, this city welcomed and protected Jewish and non-Catholic merchants, so the Inquisition had to operate within a framework of religious tolerance imposed by the civil authorities. The thesis finally examines the re-establishment of the Holy Office tribunal in 1754, following its suspension: central to this section is the discovery of the tribunal’s internal regulations, the result of an agreement between Rome and Florence, which sheds light on the evolving nature of the jurisdictionalist policy of the Regency.
File
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La tesi non è consultabile. |
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