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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09162025-101345


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CONSANI, JANNINA
URN
etd-09162025-101345
Titolo
La Rivoluzione Francese e l'America Latina: il caso Uruguay
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI E COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
Relatori
relatore Prof.ssa Fiorino, Vinzia
correlatore Prof. Lesti, Sante
Parole chiave
  • afro-descendants
  • afro-discendenti
  • America Latina
  • autonomia
  • autonomy
  • Banda Oriental
  • colonial pact
  • colonialismo iberico
  • construction of citizenship
  • costruzione della cittadinanza
  • creole elites
  • critical rereading
  • decolonization of memory
  • decolonizzazione della memoria
  • diritto divino
  • divine right
  • dominant epistemologies
  • élite creole
  • epistemological hierarchies
  • epistemologie dominanti
  • french revolution
  • gerarchie epistemologiche
  • iberian colonialism
  • identità nazionale
  • independence
  • indigenous populations
  • indipendenza
  • intersectionality
  • intersezionalità
  • José Artigas
  • Latin America
  • memoria nazionale
  • movimenti rivoluzionari
  • national identity
  • national memory
  • patto coloniale
  • popolazioni indigene
  • popular sovereignty
  • popular will
  • revolutionary movements
  • rivoluzione francese
  • South America
  • sovranità popolare
  • Sud America
  • universalism
  • universalismo
  • Uruguay
  • vicereame del Río de la Plata
  • viceroyalty of the Río de la Plata
  • volontà popolare
Data inizio appello
03/10/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Rivoluzione Francese ha rappresentato un momento di rottura nella storia politica mondiale, trasformando il concetto di sovranità da diritto divino a espressione della volontà popolare. Le sue idee, pur nate in un contesto europeo, hanno avuto una risonanza globale, influenzando movimenti indipendentisti anche nelle Americhe. Il caso di Haiti ne è un esempio emblematico, ma l’eco rivoluzionaria ha raggiunto anche il Sud America, contribuendo a plasmare le lotte per l’indipendenza nelle ex colonie iberiche.
Questo studio nasce dal desiderio di indagare il legame tra quelle idee e i processi rivoluzionari latinoamericani, con particolare attenzione al caso uruguaiano. L’Uruguay viene considerato come un “piccolo laboratorio” storico, utile per osservare le convergenze e le divergenze rispetto ad altri contesti coloniali. Per comprendere appieno questa dinamica, è stato necessario decostruire il concetto di “America Latina”, spesso erroneamente percepita come un’entità omogenea. In realtà, l’eredità coloniale ha prodotto una frammentazione profonda, sia sul piano politico che su quello culturale, generando strutture diseguali e tensioni persistenti.
La ricerca si sviluppa in tre momenti principali. Il primo riguarda il periodo della conquista e della colonizzazione iberica, fino alla crisi del sistema coloniale. Da un lato, si analizza il contesto sociale, segnato da un rigido sistema di caste che ha gerarchizzato la popolazione secondo criteri razziali e di origine. Dall’altro, si esamina il contesto geopolitico, dominato dal “patto coloniale”, un meccanismo che ha garantito alla Corona spagnola il controllo esclusivo sulle risorse e sui flussi commerciali. In questo quadro, le élite creole hanno progressivamente rivendicato maggiore autonomia, pur mantenendo i propri privilegi. Questa dinamica è fondamentale per comprendere le tensioni che porteranno alla crisi dell’indipendenza e ai successivi processi rivoluzionari. In questa fase, la condizione femminile emerge come indicatore chiave dell’esclusione: le donne, in particolare indigene e afro-discendenti, sono state sistematicamente marginalizzate. Il colonialismo non ha solo imposto gerarchie economiche e politiche, ma ha anche modellato le relazioni di genere e le epistemologie dominanti.
Il secondo momento si concentra sulle dinamiche locali della Banda Oriental, l’attuale Uruguay. Si analizza il ruolo delle élite creole, le tensioni tra progetti nazionalisti e unionisti, e la figura centrale di José Artigas. Le idee di sovranità popolare, autodeterminazione e giustizia sociale, in parte influenzate dal pensiero rivoluzionario francese, vengono reinterpretate nel contesto rioplatense, dando origine a un progetto politico originale ma segnato da profonde contraddizioni. La configurazione del Vicereame del Río de la Plata e la frammentazione amministrativa imposta dalla Spagna hanno contribuito a delineare un terreno instabile e conflittuale, in cui le aspirazioni autonomiste si sono intrecciate con le logiche del potere coloniale. Anche in questo racconto storico, le soggettività femminili e subalterne restano invisibili. La narrazione centrata sugli eventi e sui protagonisti tende a riprodurre una visione selettiva, in cui il potere è rappresentato come prerogativa maschile e occidentale.
Il terzo momento è dedicato a una rilettura critica della memoria nazionale uruguaiana, attraverso una prospettiva intersezionale che mette in discussione la narrazione egemonica eurocentrica e patriarcale. L’esperienza del corso in “Storia intersezionale di genere” ha ampliato la prospettiva della ricerca, permettendo di interrogare criticamente la costruzione della cittadinanza e della memoria nazionale. In questa fase, si dà ascolto alle “categorie oscurate” – donne, afro-discendenti, popolazioni indigene – il cui contributo alle lotte per l’indipendenza è stato sistematicamente marginalizzato o rimosso. L’emergere di episodi come il tentativo di genocidio dei Charrúa diventa emblematico per comprendere le contraddizioni insite nella costruzione dell’identità nazionale. Attraverso questa lente, si intende non solo restituire visibilità a soggettività storiche escluse, ma anche interrogare le modalità con cui il passato viene narrato, celebrato o silenziato, aprendo la strada a una possibile decolonizzazione della memoria storica.
L’intersezionalità diventa così la chiave interpretativa privilegiata della ricerca, uno strumento critico capace di decostruire il racconto egemonico che ha rappresentato l’Uruguay come una nazione “senza indios” e di restituire visibilità alle soggettività storiche marginalizzate. In questa prospettiva, la tesi intende contribuire a una riflessione sulla costruzione della cittadinanza e dell’identità in America Latina, con particolare attenzione al contesto uruguaiano. Si propone una narrazione che riconosca la pluralità dei soggetti storici e metta in discussione le gerarchie epistemologiche che hanno orientato lo studio del passato. Questo comporta anche una critica all’universalismo inteso come categoria neutra e unitaria, evidenziandone il ruolo nell’occultamento delle differenze e nella riproduzione di modelli conoscitivi eurocentrici e normativi. L’obiettivo è promuovere una lettura della storia capace di interrogare le esclusioni che hanno modellato la memoria nazionale. Forse, attraverso una rilettura decoloniale del passato, sarà possibile comprendere la reale incidenza di queste idee e immaginare un futuro in cui i diritti umani siano davvero universali, inclusivi e concretamente vissuti.
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