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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09152025-103848


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MONDOLFI, FEDERICA
URN
etd-09152025-103848
Titolo
La percezione dell’infermiere circa le infezioni correlate all'assistenza e l'igiene delle mani: analisi osservazionale trasversale
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE
Relatori
relatore Dott.ssa Pistoia, Annalisa
Parole chiave
  • ica
  • igiene della mani
  • infezioni
  • percezione infermieri
Data inizio appello
21/10/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA) rappresentano una delle complicanze più frequenti e gravi in ambito ospedaliero. Esse aumentano la mortalità, la durata delle degenze e i costi sanitari diretti e indiretti. L’antimicrobico-resistenza (AMR) aggrava il problema, riducendo l’efficacia terapeutica degli antibiotici e rendendo molte infezioni difficili o impossibili da trattare.
In questo contesto, l’igiene delle mani emerge come misura preventiva semplice, efficace, ma spesso sottovalutata.
Lo studio si concentra sulla percezione degli infermieri rispetto a ICA, AMR e igiene delle mani, analizzando conoscenze, atteggiamenti, pratiche e fattori organizzativi che influenzano l’aderenza alle raccomandazioni.
Le ICA sono infezioni nosocomiali che insorgono dopo 48 ore di ricovero o fino a 30 giorni dalla dimissione. Possono essere esogene (trasmesse da operatori, altri pazienti o ambiente) o endogene (dovute a microbi già presenti nell’organismo).
Sono associate a fattori intrinseci (età, immunodeficienze, co-morbilità) ed estrinseci (uso di dispositivi invasivi, degenze prolungate, ricovero in terapia intensiva, interventi chirurgici).
L’AMR è la capacità dei microrganismi di sopravvivere nonostante la presenza di antimicrobici. È favorita da abuso e uso improprio di antibiotici in medicina, veterinaria e agricoltura.
L’OMS e l’OCSE hanno stimato che, se non affrontato, il fenomeno potrebbe causare entro il 2050 oltre 39 milioni di decessi e perdite economiche enormi.
In Europa il sistema EARS-Net raccoglie dati sulla resistenza antimicrobica. Dal 2019 al 2023 si è registrata una diminuzione di MRSA, ma un aumento preoccupante di K. pneumoniae resistente ai carbapenemi e S. pneumoniae resistente a penicillina e macrolidi.
In Italia: la rete AR-ISS coordina la sorveglianza nazionale. Nel 2022 sono stati isolati 77.121 patogeni, con prevalenza di E. coli (33,6%) e S. aureus (19,3%). I dati mostrano forti differenze regionali: Sicilia e Sud hanno tassi più alti, mentre Emilia-Romagna e Nord-Est registrano valori più contenuti.
Strategie preventive: a livello nazionale il PNCAR (Piano Nazionale Contrasto Antibiotico-Resistenze) segue un approccio One Health, considerando insieme uomo, animali e ambiente i cui obiettivi principali sono:rafforzare la sorveglianza,prevenire ICA e AMR,promuovere uso appropriato degli antibiotici,favorire innovazione e ricerca, aumentare la consapevolezza della popolazione,migliorare formazione e cooperazione internazionale.
A livello locale le aziende sanitarie attuano piani di sorveglianza e prevenzione basati su:screening microbiologici mirati, registri centralizzati,isolamento/coorte dei pazienti,corretta gestione dei rifiuti,audit e feedback periodici,formazione continua del personale.
Prevenzione e controllo delle ICA
Le misure principali sono:formazione e cultura della sicurezza: corsi FAD e in presenza, poster e manuali operativi, briefing mirati.
Monitoraggio: audit interni e check-list per valutare igiene delle mani, uso DPI, isolamento e pulizia.
Dispositivi di protezione individuale (DPI): guanti, mascherine chirurgiche, FFP2/FFP3, camici monouso, occhiali e visiere.
Igiene ambientale: sanificazione regolare di superfici e strumenti, uso di tecnologie avanzate come robot UV.
Igiene delle mani: cardine della prevenzione, promossa dai “5 momenti” OMS, ma spesso disattesa.
I programmi di prevenzione vengono monitorati con indicatori quali:consumo di soluzioni idroalcoliche,
incidenza di ICA in reparti critici,andamento temporale dei patogeni multiresistenti,esiti clinici e costi economici.
Studio osservazionale
La parte sperimentale è stata condotta all’ospedale di Livorno con un questionario autosomministrato (adattato da Tai et al., 2009) rivolto a infermieri di diverse aree (medica, chirurgica, critica, ambulatoriale) Gli obiettivi principali sono valutare conoscenze e percezione degli infermieri su ICA e AMR; analizzare l’aderenza alle pratiche di igiene delle mani, esplorare l’impatto di variabili come reparto, esperienza, formazione e leadership.
Risultati: buona consapevolezza teorica su ICA e AMR, differenze significative nell’aderenza all’igiene delle mani, influenzate da reparto, anni di esperienza e formazione, miglior rispetto delle pratiche laddove esistono: leadership infermieristica forte,risorse adeguate (dispenser, poster, linee guida),audit e feedback regolari.
Conclusioni
La prevenzione di ICA e AMR richiede un approccio multidimensionale che unisca:formazione continua e sensibilizzazione, cultura della sicurezza,leadership infermieristica,supporto organizzativo e disponibilità di risorse,sorveglianza e monitoraggio costante.

Lo studio fornisce evidenze empiriche utili alla pianificazione di interventi mirati per migliorare la compliance igienica degli infermieri, con l’obiettivo di ridurre le ICA, contenere l’AMR e garantire cure più sicure ed efficaci.
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