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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09142021-105243


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RAMACCIOTTI, GIULIA
URN
etd-09142021-105243
Titolo
Sustainable and Responsible Investment: l'esperienza di Generali S.p.A. nell'ambito della sostenibilità ambientale
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Cappiello, Antonella
Parole chiave
  • magistrale
  • esg
  • sostenibilità
  • finanza
  • finance
  • sustainability
Data inizio appello
04/10/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Nell’arco dell’intero percorso universitario un particolare ambito di profondo interesse, per chi scrive, è stato quello degli investimenti sostenibili e responsabili (denominati SRI: Sustainable and Responsible Investments). L’obiettivo del'elaborato è quello di analizzarli, nel primo capitolo, con specifico riferimento alle strategie di investimento che vengono adottate e alle performance realizzate negli anni. Nel capitolo successivo vengono illustrati gli interventi di regolamentazione in ambito sostenibile; in particolar modo facendo riferimento all’Agenda 2030 dell’Onu e all’Accordo di Parigi, entrambi del 2015, all’Action Plan dell’UE (2018) e alla Sustainable Finance Disclosure Regulation (2019). Inoltre, vengono approfondite le misure attuate dall’Italia. Il capitolo conclusivo riporta infine l’applicazione degli ESG criteria da parte delle imprese di assicurazione e in particolare viene presentato il caso della società Generali S.p.A. La scelta di presentare l’appena citata società deriva dal ruolo fondamentale che essa ricopre nell’ambito assicurativo, essendo la più grande compagnia italiana e la terza europea per fatturato. Inoltre, si tratta della società presso cui chi ha redatto il presente elaborato ha svolto un periodo di stage curriculare. L’elaborato presenta l’integrazione dell’ottica sustainable nel piano strategico di Generali S.p.A. e la sua offerta ai clienti di prodotti assicurativi sostenibili, considerando in particolar modo l’ottica green, nel ramo vita e in quello danni. In particolare, vengono analizzati i prodotti Genera Sviluppo Sostenibile e Genera Energia. Alla base dei Sustainable and Responsible Investments c’è una lunga storia con radici lontane nel tempo che dimostrano l’attenzione dell’uomo verso tematiche ambientali e sociali. Un primo esempio di movimento che si batte per i diritti sociali è di origine religiosa. Si tratta del gruppo dei Quaccheri, fondato nel 1600 da George Fox in Inghilterra. I principi a cui esso si ispira sono il rifiuto dei sacramenti, della gerarchia ecclesiastica e di qualsiasi forma di violenza. In particolare, i membri di questo movimento religioso si battono per la liberazione degli schiavi africani.
Alla fine del ’900 si colloca un’altra importante figura per quanto riguarda la lotta alla discriminazione di razza. Si tratta di Leon Sullivan, ministro battista afroamericano che vuole eliminare le forme di discriminazione che gli afroamericani subiscono, in particolare all’interno delle aziende americane. Nel 1971 riesce ad entrare a far parte del Consiglio di Amministrazione di General Motors, un’importante azienda degli USA produttrice di autoveicoli. È il primo caso di un afroamericano all’interno del Cda di un’importante società statunitense e rappresenta anche una prima forma dell’applicazione della strategia di investimento che, con il tempo, verrà denominata engagement and voting. Nel corso del tempo, a fianco delle tematiche sociali si sviluppa anche quella ambientale. Negli anni ’60, infatti, nascono le prime organizzazioni ambientali, come il World Wide Fund for Nature (WWF) e l’Environmental Protection Agency (EPA). La difesa dell’ecosistema diventa di particolare interesse soprattutto negli anni ’80, dopo uno dei più grandi disastri ambientali della storia: l’esplosione del reattore quattro della centrale nucleare di Chernobyl. Gli effetti di tale disastro sono riscontrabili ancora oggi, in quanto nell’area circostante alla centrale sono avvenute mutazioni genetiche negli uomini, nelle piante e negli animali a causa delle radiazioni provocate dall’esplosione. Negli anni ’90 aumentano gli studi sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla vita degli esseri viventi e sull’ecosistema nel suo complesso. L’attenzione verso tale tematica cresce negli ultimi anni, poiché i singoli cittadini e le istituzioni si rendono conto di quanto la situazione stia diventando sempre più critica e irreversibile. Il rapporto The Human Cost of Disasters 2000-2019, pubblicato dallo United Nations Office for Disaster Risk Reduction (Unddr) e dal Centre for research on the epidemiology of disasters (Cred), afferma che “ormai gli eventi meteorologici sono predominanti tra i disastri del XXI secolo [...]. Nel periodo dal 2000 al 2019, sono stati registrati 7.348 gravi eventi catastrofici che hanno causato 1,23 milioni di vite, [...]. Si tratta di un forte aumento rispetto ai vent’anni precedenti. Tra il 1980 e il 1999, in tutto il mondo sono stati collegati a pericoli naturali 4.212 disastri, provocando circa 1,19 milioni di vittime [...]. Gran parte della differenza è spiegata da un aumento dei disastri legati al clima, inclusi gli eventi meteorologici estremi: da 3.656 eventi legati al clima (1980-1999) a 6.681 disastri legati al clima nel periodo 2000-2019. [...] Per l’Unddr questa è una chiara prova che in un mondo in cui la temperatura media globale nel 2019 era di 1,1 gradi Celsius al di sopra del periodo preindustriale, gli impatti si fanno sentire con la maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi tra cui ondate di caldo, siccità, inondazioni, tempeste invernali, uragani e incendi”1. I Paesi più colpiti tra il 2000 e il 2019 sono la Cina e gli Stati Uniti, rispettivamente con 577 e 467 eventi disastrosi. Di fronte a tale situazione è necessaria una mobilitazione di tutti, a partire dalle istituzioni, passando per le imprese e fino ai singoli cittadini. In particolare, le imprese sono tenute a integrare gli aspetti sostenibili all’interno della propria attività tramite, ad esempio, l’installazione di macchinari che tutelino l’ambiente e la promozione di iniziative per migliorare le condizioni di lavoro dei propri dipendenti. In generale quindi dovrebbero agire su quella che viene definita governance, ovvero l’insieme di pratiche di governo societario, procedure di controllo e altri aspetti che dovrebbero essere modificati in termini di maggiore trasparenza nei confronti di tutti gli stakeholders. Per il raggiungimento di un’economia più green ed inclusiva, come sottolineato dal diciassettesimo goal dell’Agenda 2030 dell’ONU, è necessaria una cooperazione tra i vari Paesi del mondo perché solo con l’impegno collettivo si possono raggiungere risultati significativi. Accanto alla tematica ambientale, è cresciuta la questione della disparità economica tra aree diverse del mondo e all’interno di una stessa società. Esistono, infatti, aree geografiche dove domina la povertà estrema e altre aree dove addirittura i consumi sono esponenzialmente più alti di quelli che sono i livelli essenziali. Questa disparità oggi è però presente anche all’interno di un singolo Paese, dove il numero di persone povere è cresciuto in modo sostanziale, soprattutto a causa delle crisi economiche e della disoccupazione. L’esigenza di un cambiamento profondo nel sistema economico e nei modelli di vita degli uomini non è più procrastinabile. Affinché il cambiamento avvenga, le autorità hanno stimato che siano necessari circa 180 miliardi di euro di investimenti annui. Questo gap di risorse può essere colmato, ad esempio, tramite i Sustainable and Responsible Investments, ovvero investimenti che non hanno come unico obiettivo quello del ritorno finanziario, ma considerano anche l’impatto che essi provocano soprattutto in ambito sociale, ambientale e di governance. Vengono così definiti gli ESG criteria: Enviromental, Social and Governance.
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