Tesi etd-09122025-232700 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RICUPATI, GIUSTO ANTONIO
URN
etd-09122025-232700
Titolo
Prevenire e risolvere il conflitto d'interessi. Strumenti e criticità dopo l'abolizione del reato di abuso d'ufficio
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Relatori
relatore Prof. Vannucci, Alberto
Parole chiave
- abuso d'ufficio
- conflict of interest
- conflitto d'interesse
- conflitto d'interessi
- incandidabilità
- incompatibilità
- inconferibilità
- obbligo di astensione
- severino
- trasparenza
Data inizio appello
20/10/2025
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Quando l’interesse pubblico e quello privato si sovrappongono nelle mani delle stesse persone, l’imparzialità è a rischio. È l’essenza del conflitto d’interessi, una condizione più frequente di quanto si possa immaginare nella pubblica amministrazione (dal momento che un conflitto è significativo anche quando è solo “potenziale” o “apparente”) e di per sé non particolarmente problematica se prevenuta o affrontata adeguatamente, ma che in caso contrario può rappresentare l’anticamera della corruzione.
Dopo avere analizzato l’evoluzione legislativa che ha portato alla formazione dell’attuale sistema di prevenzione e contrasto dei conflitti d’interessi, questo lavoro si concentra sul quadro normativo italiano e la sua effettiva attuazione. Vengono analizzati dapprima gli strumenti specifici (inconferibilità, incompatibilità, incandidabilità, obbligo di astensione, divieto di pantouflage), passando poi a quelli di sistema (trasparenza, rotazione del personale, formazione continua, whistleblowing). In attesa di nuove indicazioni europee, emergono una serie di vuoti normativi e distorsioni attuative che rappresentano terreno fertile per conflitti talvolta inconsapevoli, ma più di frequentemente noti e “gestiti” con abilità dagli interessati.
L’inchiesta sull’urbanistica milanese dell’estate 2025 sembra rappresentare un esempio emblematico: sebbene dall’indagine (ancora in atto quando si conclude questo lavoro) emerga un quadro di cospicue consulenze affidate a professionisti chiamati poi a pronunciarsi sugli stessi progetti in virtù del loro ruolo di membri della Commissione comunale Paesaggio, tutti i tentativi della Procura di individuare delle ipotesi di reato sembrano cadere rovinosamente nel vuoto. In altre parole, di fronte a conflitto d’interessi d’importanti dimensioni, concreto e irrisolto, non esisterebbe nessuna possibile contestazione.
Un contributo significativo al “buco” legislativo attuale è stato fornito dalla recente cancellazione del reato di abuso d’ufficio, giudicato troppo vago e per questo non perseguibile in modo efficace. Per quanto discutibile, l’abolizione rappresenta comunque un’occasione per ripartire dall’impianto originario e riordinare l’assetto di sistema. Nell’ultima parte dell’elaborato vengono formulate alcune proposte, tra cui rivedere i confini “parentali” a cui il conflitto d’interessi è legato, precisarne le sanzioni, disciplinare l’attività di lobbying e la trasparenza sui rapporti tra politica e imprese, infine dare effettiva attuazione alle politiche di rotazione del personale delle p.a..
Dopo avere analizzato l’evoluzione legislativa che ha portato alla formazione dell’attuale sistema di prevenzione e contrasto dei conflitti d’interessi, questo lavoro si concentra sul quadro normativo italiano e la sua effettiva attuazione. Vengono analizzati dapprima gli strumenti specifici (inconferibilità, incompatibilità, incandidabilità, obbligo di astensione, divieto di pantouflage), passando poi a quelli di sistema (trasparenza, rotazione del personale, formazione continua, whistleblowing). In attesa di nuove indicazioni europee, emergono una serie di vuoti normativi e distorsioni attuative che rappresentano terreno fertile per conflitti talvolta inconsapevoli, ma più di frequentemente noti e “gestiti” con abilità dagli interessati.
L’inchiesta sull’urbanistica milanese dell’estate 2025 sembra rappresentare un esempio emblematico: sebbene dall’indagine (ancora in atto quando si conclude questo lavoro) emerga un quadro di cospicue consulenze affidate a professionisti chiamati poi a pronunciarsi sugli stessi progetti in virtù del loro ruolo di membri della Commissione comunale Paesaggio, tutti i tentativi della Procura di individuare delle ipotesi di reato sembrano cadere rovinosamente nel vuoto. In altre parole, di fronte a conflitto d’interessi d’importanti dimensioni, concreto e irrisolto, non esisterebbe nessuna possibile contestazione.
Un contributo significativo al “buco” legislativo attuale è stato fornito dalla recente cancellazione del reato di abuso d’ufficio, giudicato troppo vago e per questo non perseguibile in modo efficace. Per quanto discutibile, l’abolizione rappresenta comunque un’occasione per ripartire dall’impianto originario e riordinare l’assetto di sistema. Nell’ultima parte dell’elaborato vengono formulate alcune proposte, tra cui rivedere i confini “parentali” a cui il conflitto d’interessi è legato, precisarne le sanzioni, disciplinare l’attività di lobbying e la trasparenza sui rapporti tra politica e imprese, infine dare effettiva attuazione alle politiche di rotazione del personale delle p.a..
File
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Tesi non consultabile. |
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