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Questo studio ripercorre l'evoluzione del fenomeno migratorio siciliano, analizzando un arco temporale che va dalla grande emigrazione di fine Ottocento alla contemporanea trasformazione della Sicilia in terra di immigrazione e transito. La ricerca esamina le specificità dell’emigrazione
siciliana, considerata "un universo a parte" per le sue peculiari dinamiche socioeconomiche e culturali.
Il lavoro si concentra sulle cause che spinsero oltre due milioni di siciliani, in gran parte contadini, a emigrare verso il Nuovo Mondo tra il 1880 e il 1920, con un'attenzione particolare al ruolo delle rimesse economiche. Viene analizzato anche il caso emblematico dell'area iblea per illustrare le
condizioni di vita, le difficoltà dei viaggi transoceanici e l'impatto della legislazione migratoria italiana.
La parte finale della tesi affronta la svolta contemporanea della Sicilia, che da terra di partenza è diventata meta di arrivo. Simboleggiata da Lampedusa, la "porta d'Europa", l'isola si trova oggi a gestire le complesse sfide dell'accoglienza e dell’integrazione. L'obiettivo dello studio è offrire una lettura unitaria del fenomeno, evidenziando le continuità e le discontinuità tra le esperienze storiche e quelle attuali. L'esperienza storica dell’emigrazione siciliana, con le sue strategie di adattamento e integrazione, offre un patrimonio di conoscenze e competenze che può essere positivamente impiegato per affrontare le sfide contemporanee dell'accoglienza.
La ricerca si augura che la Sicilia, forte della sua esperienza migratoria plurisecolare, possa assumere un ruolo di leadership nell'elaborazione di modelli innovativi di gestione dei flussi migratori e di integrazione multiculturale, contribuendo così non solo al proprio sviluppo ma anche alla costruzione di un’Europa più inclusiva e solidale.