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La tesi si propone di analizzare le realizzazioni del topos della morte per amore in diverse esperienze poetiche (Giusto de’ Conti, Matteo Maria Boiardo, Antonio Tebaldeo, Pietro Bembo) caratterizzate dalla comune assunzione del Canzoniere petrarchesco come principale modello di imitazione e selezionate in relazione alla loro importanza per la corte di Ferrara di fine Quattrocento. Lo studio parte dunque proprio dall’analisi dell’opera petrarchesca per delineare le modalità, sia dal punto di vista della materia del contenuto che da quello della forma del contenuto, con cui Petrarca riattualizza il topos della morte per amore anche in rapporto alle esperienze poetiche precedenti. Si elabora così una tipologia delle realizzazioni del Canzoniere in base alle diverse cause (bellezza dell’amata, comportamento dell’amata, lontananza dell’amata o dell’amante, struggimento amoroso dell’amante) e al diverso svolgimento temporale della morte dell’io lirico (immediata, destinata, resultata, continuata, replicata), nonché alle diverse figurazioni metonimiche e metaforiche che esse possono assumere. Questa tipologia viene poi messa a confronto con le realizzazioni degli autori successivi, tentando da una parte di individuare le somiglianze e le differenze che essi propongono nei confronti del modello petrarchesco, dall’altra di tracciare, seppur sintenticamente, un percorso di evoluzione storica del topos stesso.