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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09082025-182749


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MANNINA, DAVIDE
URN
etd-09082025-182749
Titolo
La Board Diversity nelle banche: un confronto tra normativa, letteratura e risposte degli istituti
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Birindelli, Giuliana
Parole chiave
  • age
  • banca
  • banking governance
  • board composition
  • board diversity
  • board size
  • ceo duality
  • composizione del consiglio
  • dimensione del consiglio
  • education
  • esg
  • età
  • formazione
  • gender
  • genere
  • hard law
  • nationality
  • nazionalità
  • performance
  • regolamentazione
  • regulation
  • soft law
  • sostenibilità
  • sustainability
  • tenure
Data inizio appello
16/10/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/10/2065
Riassunto
La crisi finanziaria del 2007–2008 ha messo in luce i limiti della governance bancaria e i rischi del pensiero di gruppo (groupthink), evidenziando l’assenza di diversità ai vertici come fattore di vulnerabilità sistemica. Da allora, la board diversity è divenuta un tema centrale nelle politiche di vigilanza e nel dibattito accademico, non solo come questione di equità ma come leva per migliorare la qualità decisionale, la resilienza e la sostenibilità. Questo elaborato indaga il ruolo della diversità nei Consigli di amministrazione bancari lungo tre direttrici: l’evoluzione normativa e regolamentare europea e nazionale (hard law e soft law); la letteratura scientifica sulla relazione tra diversità e performance finanziaria; l’analisi qualitativa della composizione dei board di tre grandi banche europee. I risultati mostrano che la diversità è stata progressivamente integrata nei framework regolatori e nelle pratiche bancarie, ma permane il rischio di approcci meramente formali, legati alla compliance o alla reputazione. La letteratura evidenzia esiti non univoci: la diversità non garantisce automaticamente migliori performance, ma il suo valore emerge quando è effettivamente integrata nei processi decisionali. L’analisi empirica conferma un percorso in evoluzione, differenziato per tempi e modalità, ma convergente verso l’inclusione di genere e competenze ESG. La diversità nei board appare dunque una condizione necessaria ma non sufficiente: il nodo non è “contare” le differenze, bensì “comprendere” come queste vengano valorizzate nei processi di governance.

The 2007–2008 financial crisis exposed the limitations of banking governance and the risks of groupthink, highlighting the lack of board diversity as a factor contributing to systemic vulnerability. Since then, diversity on boards has become central to supervisory policies and academic debate, not only as a matter of fairness but also as a lever to enhance decision-making quality, resilience, and sustainability. This thesis investigates the role of board diversity in banking governance along three main dimensions: the evolution of European and national regulation (hard and soft law); the academic literature on the relationship between diversity and financial performance; and a qualitative analysis of the boards of three major European banks. Findings show that diversity has been progressively integrated into regulatory frameworks and banking practices, but the risk of merely formal approaches, linked to compliance or reputation, remains high. Literature results are not univocal: diversity does not automatically ensure better performance, yet its value emerges when it is effectively integrated into decision-making processes. The empirical analysis confirms an evolving trajectory, differentiated in pace and style, but converging towards the inclusion of gender and ESG competencies. Board diversity thus appears as a necessary but not sufficient condition: the key issue is not to “count” differences but to “understand” how they are integrated and transformed into value within governance processes.
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