Tesi etd-09082025-153256 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
BULGARELLI, ROSSANA
URN
etd-09082025-153256
Titolo
Gianni Rodari e la Fantastica fra i banchi di scuola.
Un progetto di ludolinguistica in classe terza
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LETTERE
Relatori
relatore Prof.ssa Fantozzi, Donatella
Parole chiave
- Gianni Rodari
- ludolinguistica
- scuola primaria
Data inizio appello
03/10/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/10/2065
Riassunto
Nel corso dei secoli il gioco ha sempre fatto parte della vita sia dei bambini che degli adulti, sebbene con modalità differenti a seconda dell’epoca.
È stato spesso considerato come un'alternativa al lavoro, un'attività di svago, priva di scopo sociale o educativo, riservata ai momenti di tempo libero, unita a quelle esperienze che servono ad alleggerire la vita.
Non è chiaro il momento in cui attività ludica infantile ed apprendimento si siano “incontrati”, ma questo rapporto ha suscitato l’interesse di molti studiosi che ne hanno indagato il valore formativo.
Già nella storia più lontana alcuni personaggi hanno cercato di attribuire al gioco una veste legata alla conoscenza e all’apprendimento e molte teorie del gioco nate successivamente hanno influenzato la pedagogia dell'educazione e gli studi postumi.
Pedagogisti come Jean Piaget, Friedrich Fröbel, Lev Vygotskij e Maria Montessori, sono stati esempio per studiosi e autori successivi che hanno considerato il gioco uno stimolo all’apprendimento e hanno cercato di spiegarne l’efficacia.
Oggi si parla molto di “ludodidattica” o didattica ludica, un approccio all’insegnamento che va oltre una semplice innovazione pedagogica, una riscoperta di un’antica intuizione che si basava sull’essenza stessa dell’apprendimento umano attraverso il gioco.
Tra gli scrittori che meglio hanno impersonato l’idea di questa nuova modalità di apprendere non possiamo non evidenziare il nome di Gianni Rodari, il maestro che formulò un’idea di scuola dove il bambino viene posto al centro del percorso di apprendimento, in cui l’immaginazione e il divertimento diventano gli strumenti ideali per raggiungere lo scopo formativo, un’idea rivoluzionaria che sarà alla base del presente lavoro.
Fare didattica ludica nella scuola contemporanea non significa trasformare ogni momento in classe in un gioco, ma integrare strategie ludiche alla didattica tradizionale per rendere l’apprendimento più coinvolgente, efficace e significativo.
Numerosi studi scientifici dimostrano che il gioco stimola l’attività cerebrale, promuove l’apprendimento attivo e facilita lo sviluppo di competenze come il problem solving, il pensiero divergente e la creatività. Il gioco riesce a migliorare la motivazione, l’attenzione e la curiosità nei bambini rendendoli protagonisti del loro percorso di apprendimento, accompagnandoli in un processo di valorizzazione di sé che aumenta autostima, fiducia e volontà di apprendere.
Nel primo capitolo ho ritenuto importante parlare del ruolo del gioco nella storia iniziando da civiltà più antiche, come Greci e Romani, fino ad arrivare all’età contemporanea e sottolineare come, in ogni periodo storico, il legame tra gioco e apprendimento abbia segnato la vita dell’uomo.
Nel secondo capitolo ho considerato il gioco da un punto di vista pedagogico e educativo
evidenziando il punto di vista e il pensiero di alcuni dei più importanti pedagogisti che hanno contribuito in maniera rilevante a costruire il significato e il valore pedagogico del gioco.
Nel terzo capitolo il gioco viene considerato nella sua trasversalità, come gioco di movimento, strumento importante di inclusione, socializzazione e mezzo educativo.
Il capitolo successivo è interamente dedicato a Gianni Rodari, colui che ha ispirato questo lavoro e molte delle attività svolte nell’esercizio della mia professione di insegnante.
I suoi testi e le sue tante indicazioni mi hanno dato la possibilità di capire un modo diverso di fare scuola, che in tutti i bambini c’è la capacità di creare e inventare e che davvero non “Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo…” .
Nel quinto capitolo, si affronta il concetto di didattica ludica e quanto questa, permettendo
di coniugare gli aspetti positivi del gioco con la didattica, favorisca lo sviluppo di abilità trasversali che stanno alla base dell’apprendimento.
Nell’ultimo capitolo, verrà descritta una sperimentazione di didattica ludica condotta in una classe terza primaria con l’intento di dimostrare quanto questo tipo di didattica possa, accompagnando la didattica tradizionale, creare un ambiente di apprendimento sereno e motivante in un contesto ricco di stimoli positivi dove vivere esperienze significative, anche per quegli alunni con difficoltà specifiche.
L’efficacia di questa metodologia didattica, coinvolgente e divertente, che facilita il raggiungimento di obiettivi precisi sarà valutata attraverso domande poste agli alunni al termine delle attività.
È stato spesso considerato come un'alternativa al lavoro, un'attività di svago, priva di scopo sociale o educativo, riservata ai momenti di tempo libero, unita a quelle esperienze che servono ad alleggerire la vita.
Non è chiaro il momento in cui attività ludica infantile ed apprendimento si siano “incontrati”, ma questo rapporto ha suscitato l’interesse di molti studiosi che ne hanno indagato il valore formativo.
Già nella storia più lontana alcuni personaggi hanno cercato di attribuire al gioco una veste legata alla conoscenza e all’apprendimento e molte teorie del gioco nate successivamente hanno influenzato la pedagogia dell'educazione e gli studi postumi.
Pedagogisti come Jean Piaget, Friedrich Fröbel, Lev Vygotskij e Maria Montessori, sono stati esempio per studiosi e autori successivi che hanno considerato il gioco uno stimolo all’apprendimento e hanno cercato di spiegarne l’efficacia.
Oggi si parla molto di “ludodidattica” o didattica ludica, un approccio all’insegnamento che va oltre una semplice innovazione pedagogica, una riscoperta di un’antica intuizione che si basava sull’essenza stessa dell’apprendimento umano attraverso il gioco.
Tra gli scrittori che meglio hanno impersonato l’idea di questa nuova modalità di apprendere non possiamo non evidenziare il nome di Gianni Rodari, il maestro che formulò un’idea di scuola dove il bambino viene posto al centro del percorso di apprendimento, in cui l’immaginazione e il divertimento diventano gli strumenti ideali per raggiungere lo scopo formativo, un’idea rivoluzionaria che sarà alla base del presente lavoro.
Fare didattica ludica nella scuola contemporanea non significa trasformare ogni momento in classe in un gioco, ma integrare strategie ludiche alla didattica tradizionale per rendere l’apprendimento più coinvolgente, efficace e significativo.
Numerosi studi scientifici dimostrano che il gioco stimola l’attività cerebrale, promuove l’apprendimento attivo e facilita lo sviluppo di competenze come il problem solving, il pensiero divergente e la creatività. Il gioco riesce a migliorare la motivazione, l’attenzione e la curiosità nei bambini rendendoli protagonisti del loro percorso di apprendimento, accompagnandoli in un processo di valorizzazione di sé che aumenta autostima, fiducia e volontà di apprendere.
Nel primo capitolo ho ritenuto importante parlare del ruolo del gioco nella storia iniziando da civiltà più antiche, come Greci e Romani, fino ad arrivare all’età contemporanea e sottolineare come, in ogni periodo storico, il legame tra gioco e apprendimento abbia segnato la vita dell’uomo.
Nel secondo capitolo ho considerato il gioco da un punto di vista pedagogico e educativo
evidenziando il punto di vista e il pensiero di alcuni dei più importanti pedagogisti che hanno contribuito in maniera rilevante a costruire il significato e il valore pedagogico del gioco.
Nel terzo capitolo il gioco viene considerato nella sua trasversalità, come gioco di movimento, strumento importante di inclusione, socializzazione e mezzo educativo.
Il capitolo successivo è interamente dedicato a Gianni Rodari, colui che ha ispirato questo lavoro e molte delle attività svolte nell’esercizio della mia professione di insegnante.
I suoi testi e le sue tante indicazioni mi hanno dato la possibilità di capire un modo diverso di fare scuola, che in tutti i bambini c’è la capacità di creare e inventare e che davvero non “Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo…” .
Nel quinto capitolo, si affronta il concetto di didattica ludica e quanto questa, permettendo
di coniugare gli aspetti positivi del gioco con la didattica, favorisca lo sviluppo di abilità trasversali che stanno alla base dell’apprendimento.
Nell’ultimo capitolo, verrà descritta una sperimentazione di didattica ludica condotta in una classe terza primaria con l’intento di dimostrare quanto questo tipo di didattica possa, accompagnando la didattica tradizionale, creare un ambiente di apprendimento sereno e motivante in un contesto ricco di stimoli positivi dove vivere esperienze significative, anche per quegli alunni con difficoltà specifiche.
L’efficacia di questa metodologia didattica, coinvolgente e divertente, che facilita il raggiungimento di obiettivi precisi sarà valutata attraverso domande poste agli alunni al termine delle attività.
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