Tesi etd-09082025-151027 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DALLAI, CHIARA
URN
etd-09082025-151027
Titolo
Fenotipo ed endotipo del paziente con reazioni anafilattiche al mezzo di contrasto iodato
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Puxeddu, Ilaria
Parole chiave
- allergia
- allergy
- anafilassi
- anaphylaxis
- iodinated contrast media
- mast cells
- mastociti
- mezzo di contrasto iodato
- triptasi
- tryptase
Data inizio appello
23/09/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le reazioni di ipersensibilità (HR) ai mezzi di contrasto iodati (MdC) rappresentano una sfida nella gestione dei pazienti spesso sottoposti a procedure diagnostiche, in particolare dei pazienti oncologici che necessitano di frequenti indagini strumentali con MdC iodato durante il follow-up di malattia. Lo sviluppo di reazioni avverse a MdC includono le reazioni di HR immediate (IHR) che, a seconda della gravità della reazione, possono presentarsi come reazioni anafilattiche gravi fino allo shock anafilattico. La gestione del paziente che ha presentato una HR a MdC iodato spesso risulta difficile e richiede un accurato work-up allergologico. Gli studi epidemiologici dimostrano che la maggior parte delle HR ai MdC iodati sono IHR, spesso non-IgE-mediate, ma causate da degranulazione mastocitaria mediante attivazione dei recettori MRGPRX2 espressi sulla membrana cellulare. Secondo la recente classificazione WAO, queste reazioni sono frequentemente IHR non anafilattiche (Grado 1-2), e solo in minor misura anafilattiche (Grado 3-5).
Lo scopo del nostro studio è stato quello di caratterizzare il fenotipo e l’endotipo dei pazienti con HR ai MdC iodati, inquadrare il tipo di HR e valutare l’utilità del work-up allergologico nella gestione del paziente.
Presso la UO di Immuno-allergologia di Pisa (AOUP) sono stati valutati tra gennaio 2023 e giugno 2025, 142 pazienti con pregressa HR ai MdC iodati. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a un work-up allergologico che includeva raccolta dei dati demografici e clinici, co-morbidità allergiche e non allergiche e test in-vivo (skin prick test e test intradermici) sia per il MdC responsabile della reazione sia per MdC alternativi. La diagnostica è stata condotta in accordo con le recenti linee guida europee (EAACI). In parallelo alla diagnostica in-vivo, i pazienti sono stati sottoposti a valutazione in-vitro che includeva il dosaggio dei livelli sierici di IgE-totali e quello della triptasi.
Dei pazienti valutati, 92 erano maschi e 50 femmine, con un’età media di 62 anni (range 21-88). La maggior parte dei pazienti proveniva dalla Regione Toscana (97,9%), principalmente inviati dai medici di medicina generale, specialisti oncologi e in minor misura da altri specialisti;l’87% dei casi provenivano dell’area pisana. Il 30% dei pazienti valutati è risultato atopico, dato sovrapponibile a quello riscontrato nella popolazione generale. Le comorbidità non allergiche prevalenti erano rappresentate da patologie oncologiche (64%), seguite da malattie cardiovascolari (41%) e gastroenteriche (12%). Secondo la classificazione WAO basata sul timing di insorgenza dei sintomi, le reazioni sono state classificate come IHR nel 73% dei casi e non-immediate (NIHR) nel 27%. Tra le IHR, ovvero quelle su cui si è concentrato il nostro studio, il 65% sono risultate non anafilattiche (Grado 1-2) e il 35% sono rientrate nella classificazione delle reazioni anafilattiche (Grado 3-5). In particolare, dei pazienti con IHR anafilattiche il 19% ha presentato una IHR di grado severo (Grado 5). Il MdC iodato più frequentemente responsabile delle reazioni è risultato lo Iomeprolo (37%), seguito da Iopromide (26%) e Iopamidolo (11%). Nella nostra casistica, il 46% delle IHR si è verificato già alla prima esposizione del MdC iodato, supportando un meccanismo non-IgE-mediato di attivazione mastocitaria, concordante con i dati presenti in letteratura. I test cutanei sono risultati positivi in una bassa percentuale delle IHR con prevalenza nel sottogruppo di IHR anafilattiche. Non sono state osservate differenze statisticamente significative nei livelli di triptasi e di IgE totali tra i pazienti con IHR anafilattiche e quelle non anafilattiche. Sulla base dei nostri dati, il work-up allergologico si è confermato uno strumento diagnostico utile per la caratterizzazione dei pazienti con IHR ai MdC iodati e per la pianificazione di una gestione del paziente in sicurezza. Attualmente l’assenza di biomarcatori specifici e realmente discriminanti di gravità di manifestazioni cliniche limita la possibilità di definire con precisione il rischio di sviluppare una reazione di IHR. Questo evidenzia come, ad oggi, la stratificazione del rischio di IHR si basi principalmente su criteri clinici, mentre l’identificazione di nuovi marcatori diagnostici rappresenta una sfida cruciale per il futuro, con l’obiettivo di rendere la gestione dei pazienti con HR ai MdC iodati sempre più personalizzata ed efficace.
Lo scopo del nostro studio è stato quello di caratterizzare il fenotipo e l’endotipo dei pazienti con HR ai MdC iodati, inquadrare il tipo di HR e valutare l’utilità del work-up allergologico nella gestione del paziente.
Presso la UO di Immuno-allergologia di Pisa (AOUP) sono stati valutati tra gennaio 2023 e giugno 2025, 142 pazienti con pregressa HR ai MdC iodati. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a un work-up allergologico che includeva raccolta dei dati demografici e clinici, co-morbidità allergiche e non allergiche e test in-vivo (skin prick test e test intradermici) sia per il MdC responsabile della reazione sia per MdC alternativi. La diagnostica è stata condotta in accordo con le recenti linee guida europee (EAACI). In parallelo alla diagnostica in-vivo, i pazienti sono stati sottoposti a valutazione in-vitro che includeva il dosaggio dei livelli sierici di IgE-totali e quello della triptasi.
Dei pazienti valutati, 92 erano maschi e 50 femmine, con un’età media di 62 anni (range 21-88). La maggior parte dei pazienti proveniva dalla Regione Toscana (97,9%), principalmente inviati dai medici di medicina generale, specialisti oncologi e in minor misura da altri specialisti;l’87% dei casi provenivano dell’area pisana. Il 30% dei pazienti valutati è risultato atopico, dato sovrapponibile a quello riscontrato nella popolazione generale. Le comorbidità non allergiche prevalenti erano rappresentate da patologie oncologiche (64%), seguite da malattie cardiovascolari (41%) e gastroenteriche (12%). Secondo la classificazione WAO basata sul timing di insorgenza dei sintomi, le reazioni sono state classificate come IHR nel 73% dei casi e non-immediate (NIHR) nel 27%. Tra le IHR, ovvero quelle su cui si è concentrato il nostro studio, il 65% sono risultate non anafilattiche (Grado 1-2) e il 35% sono rientrate nella classificazione delle reazioni anafilattiche (Grado 3-5). In particolare, dei pazienti con IHR anafilattiche il 19% ha presentato una IHR di grado severo (Grado 5). Il MdC iodato più frequentemente responsabile delle reazioni è risultato lo Iomeprolo (37%), seguito da Iopromide (26%) e Iopamidolo (11%). Nella nostra casistica, il 46% delle IHR si è verificato già alla prima esposizione del MdC iodato, supportando un meccanismo non-IgE-mediato di attivazione mastocitaria, concordante con i dati presenti in letteratura. I test cutanei sono risultati positivi in una bassa percentuale delle IHR con prevalenza nel sottogruppo di IHR anafilattiche. Non sono state osservate differenze statisticamente significative nei livelli di triptasi e di IgE totali tra i pazienti con IHR anafilattiche e quelle non anafilattiche. Sulla base dei nostri dati, il work-up allergologico si è confermato uno strumento diagnostico utile per la caratterizzazione dei pazienti con IHR ai MdC iodati e per la pianificazione di una gestione del paziente in sicurezza. Attualmente l’assenza di biomarcatori specifici e realmente discriminanti di gravità di manifestazioni cliniche limita la possibilità di definire con precisione il rischio di sviluppare una reazione di IHR. Questo evidenzia come, ad oggi, la stratificazione del rischio di IHR si basi principalmente su criteri clinici, mentre l’identificazione di nuovi marcatori diagnostici rappresenta una sfida cruciale per il futuro, con l’obiettivo di rendere la gestione dei pazienti con HR ai MdC iodati sempre più personalizzata ed efficace.
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