• diplomazia
• elegia
• fortuna di Ovidio
• Radegonda
• Venanzio Fortunato

La tesi intende gettare le basi per un commento al "De Excidio Thoringiae" di Venanzio Fortunato, inquadrando il carme nelle delicate circostanze storiche che ne videro la composizione (la petizione della reliquia della Vera Croce alla corte imperiale d'Oriente da parte di Radegonda) ed analizzandone i modelli letterari (in primo luogo quello macroscopico, ma non unico, delle "Heroides" ovidiane). Una certa attenzione è stata rivolta anche alla particolare tradizione manoscritta di questa e di poche altre poesie venanziane, che le pone in disparte rispetto al consueto corpus dei "Carmina", con uno studio del codice che ne è testimone unico.