Tesi etd-09062024-025638 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DEL GAUDIO, MARCO
URN
etd-09062024-025638
Titolo
ANALISI DIFFERENZIALE DEI PARAMETRI CLINICI, FUNZIONALI E DI IMAGING IN PAZIENTI CON BRONCHIECTASIE ASSOCIATE A TRATTI DI ASMA E BPCO
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Celi, Alessandro
Parole chiave
- analisi differenziale
- asma
- BPCO
- bronchiectasie
Data inizio appello
24/09/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le bronchiectasie sono dilatazioni irreversibili dei bronchi di natura eterogenea, focali o diffuse.
La fisiopatologia si basa sul concetto di circolo vizioso: a partire da un qualsiasi insulto infiammatorio a carico dei bronchi viene compromessa l’anatomia e la clearance mucociliare e questo espone all’infezione da parte di diversi germi; a sua volta l’infezione è causa di un ulteriore infiammazione dei bronchi e così si instaura un ciclo cronico che porta alla dilatazione irreversibile dei bronchi. Le cause principali sono: corpo estraneo, tumore, ingrossamento linfonodale e trazione o spostamento delle vie aeree, infezioni respiratorie, immunodeficienza, sindromi genetiche, fibrosi cistica, MICI, MRGE, ABPA, malattie autoimmuni e reumatologiche oppure può essere idiopatica.
Clinicamente si manifestano con dispnea, tosse cronica e produttiva, a volte possono esserci sintomi sistemici e nei casi più gravi dolore toracico ed emottisi; l’aspetto clinico più drammatico è rappresentato dalle riacutizzazioni acute, ovvero un improvviso peggioramento del quadro clinico che richiede un cambiamento nel piano terapeutico.
La diagnosi di certezza di malattia bronchiectasica si fa attraverso la TC del torace ma è importante anche ricercare la causa della malattia in quanto in molti casi è sufficiente rimuovere la causa per trattare il paziente. Il trattamento è quindi personalizzato sulla base della malattia sottostante che ha causato la bronchiectasia e può essere sia farmacologico che non farmacologico, nei casi più severi chirurgico.
L’asma e la BPCO sono due patologie polmonari ostruttive che tendono a sovrapporsi in alcuni pazienti affetti da bronchiectasie e non sempre è possibile capire se sia la bronchiectasia la causa dello sviluppo di queste patologie o se proprio queste ultime predispongano all’ectasia dei bronchi, tuttavia quello che è certo è che l’approccio terapeutico è differente e la prognosi e decisamente peggiore quando si verifica sovrapposizione di queste sindromi ostruttive.
L'obiettivo di questo studio retrospettivo su 134 pazienti è quello di analizzare le differenze dal punto di vista clinico, funzionale e radiologico tra tre gruppi di pazienti, i bronchiectasici con asma, bronchiectasici con BPCO e bronchiectasici senza malattia ostruttiva, con lo scopo di ottenere una diagnostica più precoce dei diversi fenotipi clinici. Sono stati raccolti i dati di tutti i pazienti bronchiectasici che hanno fatto accesso all’ambulatorio dedicato alle bronchiectasie dell’Unità Operativa Pneumologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa, dal 2011 al 2018.
È emerso che il gruppo di pazienti non ostruiti ha una presentazione clinica più benigna e una prognosi migliore, inoltre a livello funzionale sono caratterizzati da VR% più basso e l’espettorato è spesso contaminato da NTMB. I pazienti asmatici e con BPCO hanno sia la presentazione clinica che la prognosi più infauste; in particolare i soggetti asmatici sono caratterizzati da una percentuale maggiore di eosinofili nel sangue e nell’espettorato e presentano spesso espettorato negativo per la presenza di germi, DLCO-SB%t e FeNO mediamente più alti; i soggetti con BPCO presentano percentuali più alte di neutrofili nel sangue e nell’espettorato e presentano molto spesso espettorato positivo per PA, inoltre è molto più comune a livello radiologico il segno dell’albero in boccio.
In conclusione gli aspetti più rilevanti per una diagnosi precoce del fenotipo clinico in un paziente con bronchiectasia sono il riconoscimento di una sindrome ostruttiva sulla base della presentazione clinica e delle PFR e la distinzione tra infiammazione neutrofilica ed eosinofilica; sono consigliati per il futuro studi più approfonditi sul dosaggio delle IgE.
La fisiopatologia si basa sul concetto di circolo vizioso: a partire da un qualsiasi insulto infiammatorio a carico dei bronchi viene compromessa l’anatomia e la clearance mucociliare e questo espone all’infezione da parte di diversi germi; a sua volta l’infezione è causa di un ulteriore infiammazione dei bronchi e così si instaura un ciclo cronico che porta alla dilatazione irreversibile dei bronchi. Le cause principali sono: corpo estraneo, tumore, ingrossamento linfonodale e trazione o spostamento delle vie aeree, infezioni respiratorie, immunodeficienza, sindromi genetiche, fibrosi cistica, MICI, MRGE, ABPA, malattie autoimmuni e reumatologiche oppure può essere idiopatica.
Clinicamente si manifestano con dispnea, tosse cronica e produttiva, a volte possono esserci sintomi sistemici e nei casi più gravi dolore toracico ed emottisi; l’aspetto clinico più drammatico è rappresentato dalle riacutizzazioni acute, ovvero un improvviso peggioramento del quadro clinico che richiede un cambiamento nel piano terapeutico.
La diagnosi di certezza di malattia bronchiectasica si fa attraverso la TC del torace ma è importante anche ricercare la causa della malattia in quanto in molti casi è sufficiente rimuovere la causa per trattare il paziente. Il trattamento è quindi personalizzato sulla base della malattia sottostante che ha causato la bronchiectasia e può essere sia farmacologico che non farmacologico, nei casi più severi chirurgico.
L’asma e la BPCO sono due patologie polmonari ostruttive che tendono a sovrapporsi in alcuni pazienti affetti da bronchiectasie e non sempre è possibile capire se sia la bronchiectasia la causa dello sviluppo di queste patologie o se proprio queste ultime predispongano all’ectasia dei bronchi, tuttavia quello che è certo è che l’approccio terapeutico è differente e la prognosi e decisamente peggiore quando si verifica sovrapposizione di queste sindromi ostruttive.
L'obiettivo di questo studio retrospettivo su 134 pazienti è quello di analizzare le differenze dal punto di vista clinico, funzionale e radiologico tra tre gruppi di pazienti, i bronchiectasici con asma, bronchiectasici con BPCO e bronchiectasici senza malattia ostruttiva, con lo scopo di ottenere una diagnostica più precoce dei diversi fenotipi clinici. Sono stati raccolti i dati di tutti i pazienti bronchiectasici che hanno fatto accesso all’ambulatorio dedicato alle bronchiectasie dell’Unità Operativa Pneumologica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa, dal 2011 al 2018.
È emerso che il gruppo di pazienti non ostruiti ha una presentazione clinica più benigna e una prognosi migliore, inoltre a livello funzionale sono caratterizzati da VR% più basso e l’espettorato è spesso contaminato da NTMB. I pazienti asmatici e con BPCO hanno sia la presentazione clinica che la prognosi più infauste; in particolare i soggetti asmatici sono caratterizzati da una percentuale maggiore di eosinofili nel sangue e nell’espettorato e presentano spesso espettorato negativo per la presenza di germi, DLCO-SB%t e FeNO mediamente più alti; i soggetti con BPCO presentano percentuali più alte di neutrofili nel sangue e nell’espettorato e presentano molto spesso espettorato positivo per PA, inoltre è molto più comune a livello radiologico il segno dell’albero in boccio.
In conclusione gli aspetti più rilevanti per una diagnosi precoce del fenotipo clinico in un paziente con bronchiectasia sono il riconoscimento di una sindrome ostruttiva sulla base della presentazione clinica e delle PFR e la distinzione tra infiammazione neutrofilica ed eosinofilica; sono consigliati per il futuro studi più approfonditi sul dosaggio delle IgE.
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