Tesi etd-09062015-172113 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
D'ASCOLA, SIMONE
URN
etd-09062015-172113
Titolo
Tipo contrattuale e rapporti di lavoro subordinato. Attualità e funzione dell'indisponibilità del tipo
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Mazzotta, Oronzo
Parole chiave
- contratto di lavoro
- indisponibilità del tipo
- subordinazione
- tipo contrattuale
Data inizio appello
28/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
L'elaborato intende rivisitare un principio classico del diritto del lavoro: l'indisponibilità del tipo contrattuale. L'obiettivo principale del percorso è duplice: da un lato, mettere ordine nelle controversie e nei dibattiti inerenti a questo principio, precisando quali sono i diversi livelli e profili dai quali viene riguardato e giudicato dalla dottrina, in modo da ricondurre l'uso (talora inappropriato) che se ne fa, e le critiche che gli vengono mosse, nei giusti binari. Dall'altro lato, il lavoro prende posizione (in senso positivo) sulla perdurante utilità di un principio del genere, pur messo alla prova di alcuni istituti venuti ad esistenza con la legislazione più recente, spesso incoerente e scarsamente attenta alla coerenza sistematica delle proprie previsioni.
In particolare, essendo il tema in qualche modo alla frontiera con il diritto civile, il primo capitolo ripercorre alcuni itinerari civilistici sul tipo contrattuale, per indagare che tipo di utilità queste dottrine possono avere con riguardo al diritto del lavoro. Successivamente, nel contesto di una disciplina giuridica fondata sulla norma inderogabile e su una parziale indisponibilità dei diritti, come è il diritto del lavoro, si dà atto nel secondo capitolo di come la dottrina giuslavoristica ha tradizionalmente impostato il discorso su questo principio, di quali problemi esso pone e di quali sono i suoi principali significati (classificatorio e assiologico). La successiva parte del lavoro, meno compilativa e più orientata in chiave euristica, dimostra come il principio possa reggere all'impatto con istituti come la somministrazione di lavoro, la certificazione dei contratti, il lavoro a progetto e la contrattazione di prossimità, anche in virtù della sua rilevanza costituzionale. Nella parte finale, oltre a prendere posizione sul c.d. contratto di lavoro a tutele crescenti, nel senso di escludere che esso snaturi il tipo contrattuale classico sostituendogli un altro tipo di contratto di lavoro subordinato standard, si sostiene che la perdurante validità del principio di indisponibilità del tipo nel moderno ordinamento giuslavoristico è predicabile sotto due profili: un profilo statico, al quale è effettivamente riconducibile una sua parziale perdita di rilevanza, derivata dalla frammentazione del modello legale attualmente esistente, ma un profilo dinamico in cui questo principio riacquista pienamente le proprie potenzialità garantistiche, operando a più livelli nel contrasto alle fughe illegittime dal modello legale standard e, in ultima analisi, nel contributo alla determinazione degli stessi limiti all'autonomia negoziale nel rapporto di lavoro.
Il lavoro, specialmente nella seconda parte, tiene costantemente conto delle risposte del diritto vivente, fondando alcuni passaggi chiave proprio sull'uso giurisprudenziale che nel corso degli anni si è fatto del principio di indisponibilità del tipo.
In particolare, essendo il tema in qualche modo alla frontiera con il diritto civile, il primo capitolo ripercorre alcuni itinerari civilistici sul tipo contrattuale, per indagare che tipo di utilità queste dottrine possono avere con riguardo al diritto del lavoro. Successivamente, nel contesto di una disciplina giuridica fondata sulla norma inderogabile e su una parziale indisponibilità dei diritti, come è il diritto del lavoro, si dà atto nel secondo capitolo di come la dottrina giuslavoristica ha tradizionalmente impostato il discorso su questo principio, di quali problemi esso pone e di quali sono i suoi principali significati (classificatorio e assiologico). La successiva parte del lavoro, meno compilativa e più orientata in chiave euristica, dimostra come il principio possa reggere all'impatto con istituti come la somministrazione di lavoro, la certificazione dei contratti, il lavoro a progetto e la contrattazione di prossimità, anche in virtù della sua rilevanza costituzionale. Nella parte finale, oltre a prendere posizione sul c.d. contratto di lavoro a tutele crescenti, nel senso di escludere che esso snaturi il tipo contrattuale classico sostituendogli un altro tipo di contratto di lavoro subordinato standard, si sostiene che la perdurante validità del principio di indisponibilità del tipo nel moderno ordinamento giuslavoristico è predicabile sotto due profili: un profilo statico, al quale è effettivamente riconducibile una sua parziale perdita di rilevanza, derivata dalla frammentazione del modello legale attualmente esistente, ma un profilo dinamico in cui questo principio riacquista pienamente le proprie potenzialità garantistiche, operando a più livelli nel contrasto alle fughe illegittime dal modello legale standard e, in ultima analisi, nel contributo alla determinazione degli stessi limiti all'autonomia negoziale nel rapporto di lavoro.
Il lavoro, specialmente nella seconda parte, tiene costantemente conto delle risposte del diritto vivente, fondando alcuni passaggi chiave proprio sull'uso giurisprudenziale che nel corso degli anni si è fatto del principio di indisponibilità del tipo.
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