| Tesi etd-09052025-102025 | 
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    Tipo di tesi
  
  
    Tesi di laurea magistrale LM6
  
    Autore
  
  
    LOTTI, MARCO  
  
    URN
  
  
    etd-09052025-102025
  
    Titolo
  
  
    Pancreasectomia distale per cancro del pancreas: evoluzione tecnica ed outcome oncologici
  
    Dipartimento
  
  
    RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
  
    Corso di studi
  
  
    MEDICINA E CHIRURGIA
  
    Relatori
  
  
    relatore Prof. Boggi, Ugo
correlatore Dott. Kauffmann, Emanuele Federico
correlatore Dott. Napoli, Niccolo'
  
correlatore Dott. Kauffmann, Emanuele Federico
correlatore Dott. Napoli, Niccolo'
    Parole chiave
  
  - approccio laparoscopico
- approccio robotico
- chirurgia mininvasiva
- pancreas
- RAMPS
    Data inizio appello
  
  
    23/09/2025
  
    Consultabilità
  
  
    Non consultabile
  
    Data di rilascio
  
  
    23/09/2095
  
    Riassunto
  
  Il carcinoma pancreatico è una delle neoplasie più aggressive, caratterizzata da una sopravvivenza a 5 anni estremamente ridotta e da un’elevata letalità dovuta alla precoce disseminazione metastatica. In particolare, i tumori del corpo-coda pancreatico, che rappresentano circa il 20% dei casi, vengono spesso diagnosticati tardivamente a causa di sintomi aspecifici e subdoli. In questo contesto, la chirurgia rappresenta l’unica possibilità di trattamento curativo, soprattutto se associata a chemioterapia adiuvante.
La Radical Antegrade Modular Pancreatosplenectomy (RAMPS) è stata introdotta da Strasberg nel 2003 come evoluzione della splenopancreasectomia sinistra. La tecnica si propone di migliorare la radicalità oncologica attraverso un piano di dissezione posteriore più esteso, modulabile in base all’estensione della malattia e una linfadenectomia più ampia. L’approccio mini-invasivo, laparoscopico o robotico, consente inoltre di associare i benefici di una chirurgia meno traumatica a quelli oncologici della RAMPS.
Lo studio analizza retrospettivamente una coorte di 69 pazienti sottoposti a RAMPS mini-invasiva, laparoscopica e robotica, presso l’U.O. di Chirurgia Generale e dei Trapianti del Prof. Boggi tra il 2011 e il 2024.
L’obiettivo è l’analisi degli outcome oncologici e degli endpoint di sopravvivenza in pazienti affetti da tumore del corpo-coda pancreatico (in particolare adenocarcinoma duttale e IPMN cancerizzati) operati con tecnica RAMPS mininvasiva, robotica o laparoscopica.
L’età media era di 69 anni, con distribuzione equilibrata per sesso e BMI.
Dal punto di vista intraoperatorio, il tempo medio dell’intervento è risultato di 432 minuti, inferiore nei casi robotici rispetto ai laparoscopici (383 vs 469 minuti). Le resezioni vascolari si sono rese necessarie nel 25% dei casi, con una bassa incidenza di conversioni a chirurgia open (4,3%). La maggior parte degli eventi avversi è risultata di grado lieve-moderato secondo Clavien-Dindo. Le complicanze maggiori sono state rare (1,5%) e la mortalità postoperatoria assente.
Dal punto di vista oncologico, la resezione ha permesso l’asportazione di un elevato numero medio di linfonodi (45), ben superiore agli standard raccomandati dalle linee guida internazionali. La percentuale di resezioni R1, seppur apparentemente alta (53,6%), risente della definizione adottata (<1 mm dal margine). I margini più frequentemente coinvolti sono risultati l’anteriore e il posteriore. L’infiltrazione vascolare era presente nel 43,5% dei casi, correlata a peggiori esiti di sopravvivenza.
Nel follow-up, la chemioterapia adiuvante è stata somministrata al 76,8% dei pazienti e completata nel 56,5%. Le recidive, osservate nel 45% dei casi, hanno interessato principalmente fegato e peritoneo, mentre estremamente rare sono state quelle locali.
La sopravvivenza globale mediana è stata di 33,2 mesi, quella specifica per malattia di 35,9 mesi e quella libera da malattia di 36,2 mesi; la sopravvivenza libera da recidiva locale si è mantenuta superiore al 90% a lungo termine. Non sono state osservate differenze significative tra approccio laparoscopico e robotico.
L’analisi multivariata ha identificato tre fattori prognostici principali:
• protettivi: completamento della chemioterapia adiuvante;
• negativi: invasione vascolare e dolore preoperatorio, associati a maggior rischio di recidiva e ridotta sopravvivenza.
La RAMPS mini-invasiva si conferma una tecnica sicura ed efficace nel trattamento dei tumori del corpo-coda pancreatico, in grado di garantire un’elevata radicalità oncologica locale, un’adeguata linfadenectomia e risultati di sopravvivenza sovrapponibili alle tecniche tradizionali. Restano necessari studi prospettici, multicentrici e con casistiche più ampie per confermare e consolidare tali evidenze.
La Radical Antegrade Modular Pancreatosplenectomy (RAMPS) è stata introdotta da Strasberg nel 2003 come evoluzione della splenopancreasectomia sinistra. La tecnica si propone di migliorare la radicalità oncologica attraverso un piano di dissezione posteriore più esteso, modulabile in base all’estensione della malattia e una linfadenectomia più ampia. L’approccio mini-invasivo, laparoscopico o robotico, consente inoltre di associare i benefici di una chirurgia meno traumatica a quelli oncologici della RAMPS.
Lo studio analizza retrospettivamente una coorte di 69 pazienti sottoposti a RAMPS mini-invasiva, laparoscopica e robotica, presso l’U.O. di Chirurgia Generale e dei Trapianti del Prof. Boggi tra il 2011 e il 2024.
L’obiettivo è l’analisi degli outcome oncologici e degli endpoint di sopravvivenza in pazienti affetti da tumore del corpo-coda pancreatico (in particolare adenocarcinoma duttale e IPMN cancerizzati) operati con tecnica RAMPS mininvasiva, robotica o laparoscopica.
L’età media era di 69 anni, con distribuzione equilibrata per sesso e BMI.
Dal punto di vista intraoperatorio, il tempo medio dell’intervento è risultato di 432 minuti, inferiore nei casi robotici rispetto ai laparoscopici (383 vs 469 minuti). Le resezioni vascolari si sono rese necessarie nel 25% dei casi, con una bassa incidenza di conversioni a chirurgia open (4,3%). La maggior parte degli eventi avversi è risultata di grado lieve-moderato secondo Clavien-Dindo. Le complicanze maggiori sono state rare (1,5%) e la mortalità postoperatoria assente.
Dal punto di vista oncologico, la resezione ha permesso l’asportazione di un elevato numero medio di linfonodi (45), ben superiore agli standard raccomandati dalle linee guida internazionali. La percentuale di resezioni R1, seppur apparentemente alta (53,6%), risente della definizione adottata (<1 mm dal margine). I margini più frequentemente coinvolti sono risultati l’anteriore e il posteriore. L’infiltrazione vascolare era presente nel 43,5% dei casi, correlata a peggiori esiti di sopravvivenza.
Nel follow-up, la chemioterapia adiuvante è stata somministrata al 76,8% dei pazienti e completata nel 56,5%. Le recidive, osservate nel 45% dei casi, hanno interessato principalmente fegato e peritoneo, mentre estremamente rare sono state quelle locali.
La sopravvivenza globale mediana è stata di 33,2 mesi, quella specifica per malattia di 35,9 mesi e quella libera da malattia di 36,2 mesi; la sopravvivenza libera da recidiva locale si è mantenuta superiore al 90% a lungo termine. Non sono state osservate differenze significative tra approccio laparoscopico e robotico.
L’analisi multivariata ha identificato tre fattori prognostici principali:
• protettivi: completamento della chemioterapia adiuvante;
• negativi: invasione vascolare e dolore preoperatorio, associati a maggior rischio di recidiva e ridotta sopravvivenza.
La RAMPS mini-invasiva si conferma una tecnica sicura ed efficace nel trattamento dei tumori del corpo-coda pancreatico, in grado di garantire un’elevata radicalità oncologica locale, un’adeguata linfadenectomia e risultati di sopravvivenza sovrapponibili alle tecniche tradizionali. Restano necessari studi prospettici, multicentrici e con casistiche più ampie per confermare e consolidare tali evidenze.
    File
  
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