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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09052024-171315


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
QUARGNENTI, MARTA
URN
etd-09052024-171315
Titolo
Invidia, pathos malevolo: visioni in Aristotele e declinazioni contemporanee
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa Fussi, Alessandra
correlatore Prof.ssa Sassi, Maria Michela
Parole chiave
  • Aristotele
  • invidia
  • passioni
  • pathos
  • phthonos
Data inizio appello
01/10/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
All’interno del vasto panorama emotivo, il mio interesse per l’invidia nasce in relazione alla sua particolarità e complessità: essa sembra infatti discostarsi dalle altre emozioni per una serie di caratteristiche che la rendono unica nel suo genere, a tratti paradossale. Per lo più considerata un’emozione negativa, l’invidia nasce dalla comparazione con gli altri e dal desiderio di ottenere ciò che gli altri hanno, sia esso un successo, una qualità o un’opportunità. Il suo “lato oscuro” e ciò che sia autori antichi che contemporanei hanno evidenziato è la sua diretta connessione con la malevolenza, poiché l’invidioso, invece di impegnarsi per ottenere ciò che vede nella persona invidiata, vuole piuttosto che l’altro perda il suo bene e che venga danneggiato da tale perdita. Questo desiderio è la conseguenza di una condizione che potremmo definire essenziale per l’insorgenza dell’invidia, ossia il forte senso di inferiorità, che pone l’invidioso in una situazione di frustrazione e insoddisfazione persistente. Un’altra particolarità è che, tra le emozioni, l’invidia è l’unica che non ammettiamo di provare, né agli altri né a noi stessi, caratterizzandosi come sentimento segreto e inconfessabile che si dispiega tanto a livello individuale quanto sociale. Proprio per questa sua capacità di “mascherarsi” e nascondersi tra i silenzi e le ombre, l’invidia si presenta come un’emozione particolarmente complessa e difficile da studiare. Questo lavoro si propone dunque di analizzare l’invidia come debolezza umana e come emozione articolata, in grado di rivelare molto sulla nostra natura e sulle nostre interazioni con gli altri.
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