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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09042025-101954


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BONIFACIO, MARIA
URN
etd-09042025-101954
Titolo
Impatto dell'età del ricevente sul rischio infettivo di pazienti sottoposti a trapianto ortotopico di fegato: studio osservazionale dall'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Falcone, Marco
correlatore Dott.ssa Tiseo, Giusy
Parole chiave
  • età donatore
  • età ricevente
  • immunosoppressione
  • infezioni
  • mortalità
  • trapianto ortotopico di fegato
Data inizio appello
23/09/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/09/2095
Riassunto
Il trapianto ortotopico di fegato (TOF) rappresenta l’ultima linea terapeutica in pazienti affetti da insufficienza epatica terminale. I criteri di esclusione basati sull’età del ricevente e del donatore sono sempre meno stringenti, consentendo l’accesso al TOF anche a soggetti di età maggiore di 65 anni.
Abbiamo condotto uno studio osservazionale monocentrico, che ha incluso soggetti sottoposti a TOF presso l’Ospedale Cisanello di Pisa dal 2019 al 2023. Sono state valutate le differenze di outcome (rischio infettivo post-TOF e mortalità) in riceventi di età maggiore o minore di 65 anni. Nel periodo preso in esame, i pazienti sottoposti a TOF sono stati 734, i quali sono stati soggetti ad un follow-up a 90 giorni dal trapianto. Ciò che è emerso è che si sono verificati più frequentemente eventi infettivi nel gruppo di riceventi con <65 anni (34.2%) rispetto al gruppo con >65 anni (25.3%) (p-value 0.038). Non risultavano differenze significative per quanto riguarda la colonizzazione rettale da bacilli Gram - con resistenze ai carbapenemi. Circa l’età dei donatori (dato presente per un totale di 506 donatori), l’età mediana dei soggetti in cui non si verificavano eventi infettivi si è attestata a 76 anni, nel gruppo in cui invece si verificavano uno o più eventi infettivi, a 71 anni. Non è emersa differenza nei due gruppi in termini di terapia immunosoppressiva di induzione e di mantenimento utilizzate. Andando successivamente ad analizzare i pazienti suddividendoli in base a se avessero sperimentato o meno almeno un evento infettivo nel post trapianto, i due gruppi risultavano perfettamente comparabili in termini di comorbidità e di patologia epatica che aveva portato al TOF. I due gruppi differivano per le caratteristiche dell’anastomosi epatica con un p-value <0.001: l’anastomosi epatico digiunale era maggiormente utilizzata nel gruppo che andava incontro ad infezioni (28 pazienti, il 12%, rispetto a 17 pazienti, il 3.5%).
La differenza di mortalità a 30 giorni, tra il gruppo che ha sviluppato almeno un’infezione rispetto al gruppo che non ne ha sviluppata alcuna, non ha raggiunto una differenza statisticamente significativa. Il dato diventa invece statisticamente significativo andando ad analizzare la mortalità a 60 e 90 giorni: nel gruppo con almeno un evento infettivo la mortalità a 60 giorni è stata dell’8,4%, a 90 giorni del 9,7% (p value 0.021) mentre per quanto riguarda invece il gruppo senza eventi infettivi, la mortalità a 60 e a 90 giorni è stata del 4,2% in entrambi i casi (p value 0.004). Analizzando i singoli eventi infettivi le mortalità più elevate si documentavano in caso di infezioni fungine (a 30 giorni per un 19.5% rispetto al 4.2% per le infezioni da Gram positivi e al 6.3% per infezioni da Gram negativi).
All’analisi multivariata, fattori statisticamente significativi responsabili della mortalità a 90 giorni sono risultati: l’obesità, l’abuso alcolico, l’aver necessitato di rianimazione nell’epoca pre-TOF e l’aver necessitato di ventilazione meccanica invasiva nel post-TOF.
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