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Nel primo capitolo della tesi è affrontata l’arte femminista italiana ed estera degli anni Settanta, con particolare riferimento alle istanze femministe del gruppo Rivolta femminile e agli scritti della sua componente Carla Lonzi. Nella seconda parte dell’elaborato sono analizzate le opere riguardanti la dimensione della maternità e dell’aborto di varie artiste, tra cui due fonti dirette: le fotografe Paola Mattioli e Livia Sismondi da me intervistate, al fine di rivendicare principalmente il ruolo imposto di madre veicolato e promosso dalla cultura maschile e dall’assetto sociale di tipo patriarcale dell’epoca. In questa parte della tesi è preso in considerazione anche il lavoro svolto dai consultori femministi, la relazione tra l’arte femminista, la psicanalisi e la medicina, al fine di promuovere l’immagine della madre, quale donna autodeterminata e libera nelle scelte. Nel terzo ed ultimo capitolo è esaminato il tema del circuito editoriale femminista del periodo preso in esame e sono tratteggiate le testate di settore maggiormente significative dal punto di vista culturale e commerciale. Lo spoglio del periodico “Effe”, rivista autogestita a partire dal 1975 fino alla chiusura nel 1982, porta alla luce, dal punto di vista culturale, grafico e fotografico, gli articoli più significativi che hanno affrontato la tematica della maternità, dell’aborto, della legge 194 del 22 maggio 1978 e degli argomenti associati.