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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09032025-092552


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ARTIGIANI D ALPIGIANI, BENEDETTA
URN
etd-09032025-092552
Titolo
L'ombra dell'amato. Percorsi iconologici sul mito dell'origine della pittura
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Farinella, Vincenzo
Parole chiave
  • eighteenth century
  • Europa
  • Europe
  • iconologia
  • iconology
  • invention of art
  • invention of drawing
  • invention of painting
  • invenzione del disegno
  • invenzione dell'arte
  • invenzione della pittura
  • mito dell’origine della pittura
  • mitologia
  • myth of the origin of painting
  • mythology
  • neoclassicism
  • neoclassicismo
  • nineteenth century
  • ombra
  • Ottocento (XIX secolo)
  • Plinio il Vecchio
  • Pliny the Elder
  • Settecento (XVIII secolo)
  • shadow
Data inizio appello
03/10/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/10/2065
Riassunto
La tesi si propone di analizzare il mito della nascita della pittura attraverso un approccio iconologico, indagando in che modo questo sia stato letto, rappresentato e rielaborato nella cultura visiva e nella letteratura occidentale. Nucleo centrale dell'indagine è il celebre aneddoto tramandato da Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, XXXV, 15), secondo cui l'arte pittorica sarebbe nata dal gesto di una fanciulla che, volendo conservare la memoria del volto del suo amato in partenza, traccia il profilo dell'ombra proiettata sul muro. Questo mito è stato per secoli oggetto di interpretazioni, caricandosi di significati simbolici, affettivi, filosofici e teorici sull'origine e sulla funzione dell'arte.
La tesi si apre con l'analisi di alcune fonti scritte antiche e moderne che trasmettono, reinterpretano e discutono il mito. L'indagine passa poi alle rappresentazioni visive del mito, che conoscono una fioritura a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, con alcune persistenze anche fino al Novecento e al nuovo millennio. Emerge anche un tema cruciale: il ruolo della figura femminile nel mito e nella sua successiva ricezione: la protagonista è una giovane donna, ma fin dal racconto originario vediamo il suo ruolo svalutato, trascurato o riassegnato.
L'approccio iconologico consente di leggere le immagini non solo come illustrazioni del mito pliniano, ma come spazi di elaborazione concettuale, in cui si riflette sul tema della perdita, della memoria, del desiderio e della funzione dell'arte come surrogato affettivo.
L'obiettivo della tesi non è solo quello di documentare la fortuna del mito, ma di mostrarne la capacità generativa, l'attitudine a essere riletto e interiorizzato come dispositivo poetico e concettuale.

This thesis aims to analyze the myth of the origin of painting through an iconological approach, investigating how it has been interpreted, represented, and reworked in Western visual culture and literature. The core of the study is the famous anecdote transmitted by Pliny the Elder (Naturalis Historia, XXXV, 15), according to which painting was born from the gesture of a maiden who, wishing to preserve the memory of her departing beloved, traced the outline of his shadow projected on the wall. Over the centuries, this myth has been the object of numerous interpretations, charged with symbolic, affective, philosophical, and theoretical meanings concerning the origin and function of art.
The thesis begins with the analysis of several ancient and modern written sources that transmit, reinterpret, and discuss the myth. The investigation then turns to visual representations, which flourished between the eighteenth and nineteenth centuries, with some continuities extending into the twentieth century and even the new millennium. A crucial theme also emerges: the role of the female figure in the myth and in its subsequent reception. The protagonist is a young woman, but from the earliest account her role appears diminished, overlooked, or reassigned.
The iconological approach makes it possible to interpret these images not merely as illustrations of Pliny’s myth, but as spaces of conceptual elaboration reflecting on loss, memory, desire, and the function of art as an affective surrogate. The aim of the thesis is not only to document the fortune of the myth, but to show its generative potential, its capacity to be reread and internalized as a poetic and conceptual device.
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