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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09032024-194920


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GUAZZELLI, AURORA
URN
etd-09032024-194920
Titolo
"Il problema dell'esser donna": tre romanzi di Fausta Cialente 1930-1976
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Prof.ssa Savettieri, Cristina
controrelatore Prof.ssa Andreoni, Annalisa
Parole chiave
  • donne
  • Fausta Cialente
  • le quattro ragazze Wieselberger
  • letteratura italiana contemporanea
  • Natalia
  • questione femminile
  • un inverno freddissimo
Data inizio appello
01/10/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente elaborato cerca di indagare le diverse modalità con cui Fausta Cialente (1898-1994) affronta la questione femminile in tre suoi romanzi. Cialente è una scrittrice spesso esclusa dal canone letterario del Novecento e il primo capitolo vuole offrire un panorama completo della sua vita personale, letteraria e pubblica, tanto lunga quanto variegata: infatti, l'autrice si è distinta non solo in ambito letterario, ma è stata anche giornalista e si è impegnata attivamente in campo politico e sociale. I tre capitoli successivi, invece, si occupano ognuno dell'analisi di un romanzo: il secondo capitolo prende in esame 'Natalia' (1930), il primo testo pubblicato da Cialente, ambientato nei primi decenni del Novecento e censurato dal regime fascista a causa dell'omosessualità della sua protagonista, una ragazza ribelle nei confronti delle norme morali imposte dalla società, salvo poi rientrare nel ruolo di moglie che le viene convenzionalmente riservato. Il terzo capitolo analizza 'Un inverno freddissimo' (1966), ambientato nel secondo dopoguerra, che segue, in particolare, il percorso di Camilla, una donna che, nonostante le difficoltà, non rinuncia a sé stessa né alla sua felicità e, alla fine, giunge a una piena emancipazione. Infine, il quarto capitolo tratta di 'Le quattro ragazze Wieselberger' (1976), l'ultimo romanzo dell'autrice e l'unico esplicitamente autobiografico, che prende le mosse dal 1880 e arriva fino alla metà degli anni Cinquanta; è attraverso il personaggio della madre Elsa che Cialente riesce a raccontare un percorso esemplare di riscatto e presa di coscienza, dal momento che la donna, dopo aver subito tradimenti e umiliazioni per tutta la vita, decide di lasciare il marito quando ormai è anziana. In questi tre romanzi viene rappresentato un mondo soffocante per la donna, che ha poco spazio per realizzarsi al di fuori dei ruoli tradizionali. Tuttavia, mentre Natalia, dopo aver tentato di realizzarsi attraverso la fuga, torna ad occupare il posto convenzionalmente attribuitole, rinunciando completamente alla sua personalità, Camilla ed Elsa, così come Fausta, mettono al primo posto sé stesse e il loro benessere e riescono a giungere a una completa emancipazione. Le discriminazioni di genere vengono fatte risalire alla patriarcale società borghese, quindi la critica al ruolo riservato alla donna è strettamente collegata a quella nei confronti di questa classe sociale. A queste due critiche si aggiunge anche quella nei confronti dell'istituto matrimoniale, attaccato da Cialente per come è tradizionalmente concepito, poiché non fa altro che intrappolare le donne all'interno del loro ruolo di mogli e madri, privandole di autonomia. Nei tre romanzi presi in esame si trovano, dunque, una serie di ritratti femminili che aiutano Cialente a denunciare una società arretrata, maschilista e ingiusta nei confronti delle donne e a promuovere un modello di donna positivo ed esemplare.
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