Tesi etd-09032024-144714 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ESPOSITO, EVA
URN
etd-09032024-144714
Titolo
PROMUOVERE LA SICUREZZA DELL’ATTACCAMENTO E LA PARENTAL SENSITIVITY DURANTE LA GRAVIDANZA E NELLA PRIMA INFANZIA: STRUMENTI E METODI DI INTERVENTO PRENATALI E POSTNATALI BASATI SUL PARADIGMA DELL’ATTACCAMENTO
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof.ssa Smorti, Martina
Parole chiave
- attaccamento sicuro
- attachment theory
- maternal sensitivity
- parental sensitivity
- paternal sensitivity
- secure attachment
- sensibilità genitoriale
- sensibilità materna
- sensibilità paterna
- teoria dell’attaccamento
Data inizio appello
26/09/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/09/2094
Riassunto
La teoria dell’attaccamento cerca di comprendere come e in che misura le primissime interazioni relazionali tra il bambino e l’adulto che si prende cura di lui riescano ad influenzare lo sviluppo psicologico, cognitivo ed emotivo del piccolo (Simonelli & Calvo, 2016). Considerando i principi teorici del paradigma dell’attaccamento, una delle concezioni principali è la parental sensitivity, o sensibilità genitoriale. Definita inizialmente come l’abilità materna di percepire e rispondere efficacemente ai bisogni del proprio bambino, la sensibilità genitoriale è stata fin dal principio strettamente correlata alla qualità del legame di attaccamento (Ainsworth, 1978; van IJzendoorn, 1995; Sette et al., 2015). Tuttavia, nel corso del tempo, il costrutto teorico della Sensibilità è stato oggetto di revisioni e modifiche, rendendo difficoltosa una valutazione adeguata del fenomeno (Shin et al., 2008). Prendendo come riferimento il più recente lavoro di risistematizzazione concettuale (Shin et al., 2008), è possibile definire la sensibilità genitoriale come una qualità specifica dei comportamenti di cura dei caregiver, strettamente associata alle loro abilità di mentalizzazione, e correlata sia alla qualità del legame di attaccamento del bambino che al suo sviluppo socio-emotivo (Sette et al., 2015; Zeegers et al., 2017). Difatti, sebbene la Sensibilità non sia l’unica variabile responsabile nel definire la qualità del legame di attaccamento (van IJzendoorn & Bakermans-Kranenburg, 1997), le fonti più recenti dell’attuale stato dell’arte (Shin et al., 2008; Deneault et al., 2022) ne confermano un ruolo centrale, soprattutto in relazione ai comportamenti materni. Per quanto riguarda la figura genitoriale del padre, come diretta conseguenza della maggior partecipazione nell’accudimento dei figli riscontrata negli ultimi anni (Craig & Mullan, 2010; Bakermans-Kranenburg et al., 2019), l’indagine degli effetti della sensibilità paterna sulla qualità dell’attaccamento del bambino e sul suo sviluppo hanno ricevuto una maggior attenzione. Ad ogni modo, ad oggi, i dati disponibili non rendono possibile confermare l’ipotesi che la sensibilità paterna abbia gli stessi effetti di quella materna (Rodrigues et al., 2021). Anzi, di fatto, la sensibilità materna, oltre ad essere sempre maggiormente indagata, mostra avere un impatto decisamente preponderante sia sulla qualità del legame di attaccamento che sullo sviluppo generale del bambino (Valcan et al., 2018; Madigan et al., 2019; Deneault et al., 2022). Comunque, sull’evidenza che i comportamenti Sensibili materni e paterni si manifestano attraverso modalità comportamentali diverse (Grossmann et al., 2002; Rodrigues et al., 2021), appare necessario un utilizzo di sistemi valutativi maggiormente specifici, al fine di ottenere una corretta interpretazione del fenomeno.
La Sensibilità, intesa come una caratteristica qualitativa delle cure genitoriali (Shin et al., 2008), rappresenta uno dei requisiti fondamentali che rendono un genitore una “base sicura” (Simonelli & Calvo, 2016). Il bambino instaura un legame di attaccamento sicuro solo se trova un genitore attento all’individuazione e al soddisfacimento dei propri bisogni, emotivamente disponibile, e che promuova e sostenga la sua esplorazione rimanendo sempre a disposizione (Simonelli & Calvo, 2016). Al fine di promuovere tali processi in situazioni in cui questi non sopraggiungano naturalmente, sono stati istituiti specifici protocolli di intervento. Sebbene il ruolo del padre all’interno del processo di cura e accudimento sia notevolmente più partecipativo (Rodrigues et al., 2021), ancora oggi, i principali modelli di intervento orientati a promuovere la sicurezza dell’attaccamento e la sensibilità genitoriale sono maggiormente finalizzati alla diade madre-figlio. Da un’analisi globale su dodici principiali protocolli di intervento (COS; ABC; NB; AVI; PRERAYMI; VIPP-SD; COS-PP; NFP; STEEP; UCLA Family Development Project; MTB; VIPP-PRE) finalizzati al periodo postnatale e prenatale basati sulle idee centrali della teoria dell’attaccamento, è emerso che sono complessivamente efficaci, seppur in diversa misura, nel migliorare la qualità del legame di attaccamento e delle cure genitoriali. In particolare, vi si riscontra un ampio utilizzo della tecnica del videofeedback, delle sedute di gruppo, di discussioni interattive ed attive sui temi dell’attaccamento e l’ausilio di materiale psicoeducativo. Inoltre, si è dimostrato particolarmente efficace anche l’utilizzo di un approccio multidisciplinare (in riferimento agli interventi NFP, MTB, PRERAYMI). Pertanto, considerando quanto detto, è ipotizzabile che tali strumenti possano rappresentate gli elementi fondamentali di un intervento efficace per la promozione della sicurezza dell’attaccamento e della sensibilità genitoriale. Ad ogni modo, vi sono sostanziali limitazioni ai protocolli di intervento ad oggi utilizzati, sia pratiche che metodologiche, di cui la principale è senz’altro la scarsa presenza di modelli pensati ed applicati sulla popolazione maschile.
Attachment theory aims to understand how and to what extent the earliest relational interactions between the child and the adult caregiver are able to influence the psychological, cognitive and emotional development of the infant (Simonelli & Calvo, 2016). Considering the theoretical tenets of the attachment paradigm, one of the main conceptions is parental sensitivity. Initially defined as a mother's ability to perceive and respond effectively to her child's needs, parental sensitivity has from the beginning been closely related to the quality of the attachment bond (Ainsworth, 1978; van IJzendoorn, 1995; Sette et al., 2015). However, over time, the theoretical construct of Sensitivity has undergone revisions and modifications, making an adequate assessment of the phenomenon difficult (Shin et al., 2008). Taking the most recent conceptual rearrangement work as a reference (Shin et al., 2008), it is possible to define parental sensitivity as a specific quality of caregivers' caring behaviors, closely associated with their mentalizing abilities, and related to both the quality of the child's attachment bond and the child's social-emotional development (Sette et al., 2015; Zeegers et al., 2017). In fact, although Sensitivity is not the only variable responsible in defining the quality of the attachment bond (van IJzendoorn & Bakermans-Kranenburg, 1997), the most recent sources of the current state of the art (Shin et al., 2008; Deneault et al., 2022) confirm its central role, especially in relation to maternal behaviors. Regarding the parental figure of the father, as a direct consequence of the increased participation in child care found in recent years (Craig & Mullan, 2010; Bakermans-Kranenburg et al., 2019), the investigation of the effects of paternal sensitivity on the quality of the child's attachment and development have received increased attention. To date, the available data do not make it possible to confirm the hypothesis that paternal sensitivity has the same effects as maternal sensitivity (Rodrigues et al., 2021). On the contrary, in fact, maternal sensitivity, in addition to being increasingly investigated, shows to have a decidedly preponderant impact on both the quality of the attachment bond and the overall development of the child (Valcan et al., 2018; Madigan et al., 2019; Deneault et al., 2022). However, on the evidence that maternal and paternal Sensitive behaviors are manifested through different behavioral modes (Grossmann et al., 2002; Rodrigues et al., 2021), it appears necessary to use more specific evaluative systems in order to achieve a correct interpretation of the phenomenon.
Sensitivity, defined as a qualitative characteristic of parental care (Shin et al., 2008), represents one of the fundamental requirements that make a parent a “secure base” (Simonelli & Calvo, 2016). A child establishes a secure attachment bond only if he or she finds a parent who is attentive to identifying and meeting his or her needs, emotionally available, and who promotes and supports his or her exploration by always remaining available (Simonelli & Calvo, 2016). In order to promote these processes in situations where they do not naturally occur, specific intervention protocols have been established. Although the father's role within the caring and nurturing process is significantly more participatory (Rodrigues et al., 2021), even today, the main intervention models geared toward promoting attachment security and parental sensitivity are more aimed at the mother-child dyad. A comprehensive analysis of twelve main intervention protocols (COS; ABC; NB; AVI; PRERAYMI; VIPP-SD; COS-PP; NFP; STEEP; UCLA Family Development Project; MTB; VIPP-PRE) designed for the postnatal and prenatal period based on the central ideas of attachment theory, showed that they are overall effective, albeit to varying degrees, in improving the quality of attachment bonding and parenting care. In particular, there is extensive use of the technique of videofeedback, group sessions, interactive and active discussions on attachment issues, and the use of psychoeducational materials. In addition, the use of a multidisciplinary approach (with reference to NFP, MTB, PRERAYMI interventions) was also shown to be particularly effective. Therefore, considering the above, it is conceivable that these tools may represent the core elements of an effective intervention for the promotion of attachment security and parental sensitivity. In any case, there are substantial limitations to the intervention protocols used to date, both practical and methodological, of which the main one is undoubtedly the paucity of models designed and applied on the male population.
La Sensibilità, intesa come una caratteristica qualitativa delle cure genitoriali (Shin et al., 2008), rappresenta uno dei requisiti fondamentali che rendono un genitore una “base sicura” (Simonelli & Calvo, 2016). Il bambino instaura un legame di attaccamento sicuro solo se trova un genitore attento all’individuazione e al soddisfacimento dei propri bisogni, emotivamente disponibile, e che promuova e sostenga la sua esplorazione rimanendo sempre a disposizione (Simonelli & Calvo, 2016). Al fine di promuovere tali processi in situazioni in cui questi non sopraggiungano naturalmente, sono stati istituiti specifici protocolli di intervento. Sebbene il ruolo del padre all’interno del processo di cura e accudimento sia notevolmente più partecipativo (Rodrigues et al., 2021), ancora oggi, i principali modelli di intervento orientati a promuovere la sicurezza dell’attaccamento e la sensibilità genitoriale sono maggiormente finalizzati alla diade madre-figlio. Da un’analisi globale su dodici principiali protocolli di intervento (COS; ABC; NB; AVI; PRERAYMI; VIPP-SD; COS-PP; NFP; STEEP; UCLA Family Development Project; MTB; VIPP-PRE) finalizzati al periodo postnatale e prenatale basati sulle idee centrali della teoria dell’attaccamento, è emerso che sono complessivamente efficaci, seppur in diversa misura, nel migliorare la qualità del legame di attaccamento e delle cure genitoriali. In particolare, vi si riscontra un ampio utilizzo della tecnica del videofeedback, delle sedute di gruppo, di discussioni interattive ed attive sui temi dell’attaccamento e l’ausilio di materiale psicoeducativo. Inoltre, si è dimostrato particolarmente efficace anche l’utilizzo di un approccio multidisciplinare (in riferimento agli interventi NFP, MTB, PRERAYMI). Pertanto, considerando quanto detto, è ipotizzabile che tali strumenti possano rappresentate gli elementi fondamentali di un intervento efficace per la promozione della sicurezza dell’attaccamento e della sensibilità genitoriale. Ad ogni modo, vi sono sostanziali limitazioni ai protocolli di intervento ad oggi utilizzati, sia pratiche che metodologiche, di cui la principale è senz’altro la scarsa presenza di modelli pensati ed applicati sulla popolazione maschile.
Attachment theory aims to understand how and to what extent the earliest relational interactions between the child and the adult caregiver are able to influence the psychological, cognitive and emotional development of the infant (Simonelli & Calvo, 2016). Considering the theoretical tenets of the attachment paradigm, one of the main conceptions is parental sensitivity. Initially defined as a mother's ability to perceive and respond effectively to her child's needs, parental sensitivity has from the beginning been closely related to the quality of the attachment bond (Ainsworth, 1978; van IJzendoorn, 1995; Sette et al., 2015). However, over time, the theoretical construct of Sensitivity has undergone revisions and modifications, making an adequate assessment of the phenomenon difficult (Shin et al., 2008). Taking the most recent conceptual rearrangement work as a reference (Shin et al., 2008), it is possible to define parental sensitivity as a specific quality of caregivers' caring behaviors, closely associated with their mentalizing abilities, and related to both the quality of the child's attachment bond and the child's social-emotional development (Sette et al., 2015; Zeegers et al., 2017). In fact, although Sensitivity is not the only variable responsible in defining the quality of the attachment bond (van IJzendoorn & Bakermans-Kranenburg, 1997), the most recent sources of the current state of the art (Shin et al., 2008; Deneault et al., 2022) confirm its central role, especially in relation to maternal behaviors. Regarding the parental figure of the father, as a direct consequence of the increased participation in child care found in recent years (Craig & Mullan, 2010; Bakermans-Kranenburg et al., 2019), the investigation of the effects of paternal sensitivity on the quality of the child's attachment and development have received increased attention. To date, the available data do not make it possible to confirm the hypothesis that paternal sensitivity has the same effects as maternal sensitivity (Rodrigues et al., 2021). On the contrary, in fact, maternal sensitivity, in addition to being increasingly investigated, shows to have a decidedly preponderant impact on both the quality of the attachment bond and the overall development of the child (Valcan et al., 2018; Madigan et al., 2019; Deneault et al., 2022). However, on the evidence that maternal and paternal Sensitive behaviors are manifested through different behavioral modes (Grossmann et al., 2002; Rodrigues et al., 2021), it appears necessary to use more specific evaluative systems in order to achieve a correct interpretation of the phenomenon.
Sensitivity, defined as a qualitative characteristic of parental care (Shin et al., 2008), represents one of the fundamental requirements that make a parent a “secure base” (Simonelli & Calvo, 2016). A child establishes a secure attachment bond only if he or she finds a parent who is attentive to identifying and meeting his or her needs, emotionally available, and who promotes and supports his or her exploration by always remaining available (Simonelli & Calvo, 2016). In order to promote these processes in situations where they do not naturally occur, specific intervention protocols have been established. Although the father's role within the caring and nurturing process is significantly more participatory (Rodrigues et al., 2021), even today, the main intervention models geared toward promoting attachment security and parental sensitivity are more aimed at the mother-child dyad. A comprehensive analysis of twelve main intervention protocols (COS; ABC; NB; AVI; PRERAYMI; VIPP-SD; COS-PP; NFP; STEEP; UCLA Family Development Project; MTB; VIPP-PRE) designed for the postnatal and prenatal period based on the central ideas of attachment theory, showed that they are overall effective, albeit to varying degrees, in improving the quality of attachment bonding and parenting care. In particular, there is extensive use of the technique of videofeedback, group sessions, interactive and active discussions on attachment issues, and the use of psychoeducational materials. In addition, the use of a multidisciplinary approach (with reference to NFP, MTB, PRERAYMI interventions) was also shown to be particularly effective. Therefore, considering the above, it is conceivable that these tools may represent the core elements of an effective intervention for the promotion of attachment security and parental sensitivity. In any case, there are substantial limitations to the intervention protocols used to date, both practical and methodological, of which the main one is undoubtedly the paucity of models designed and applied on the male population.
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