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Riconsiderazione del problema delle interpolazioni individuate nel De rerum natura di Lucrezio dall'ultima edizione critica teubneriana del 2019 a cura di Marcus Deufert, alla luce delle critiche mosse già alla sua dissertazione dottorale del 1996 da studiosi del calibro di E. J. Kenney e, più di recente, D. J. Butterfield, prima tra tutte la riaffermazione dell'incompiutezza dell'opera lucreziana.
Senza partire dal presupposto di un aprioristico rifiuto della possibile presenza di versi spuri nel poema, alcuni addirittura volontariamente inseriti al fine di modificare il testo genuino, verranno vagliate caso per caso le obiezioni di Deufert e dei suoi predecessori contro l'autenticità dei versi espunti, stabilendo in quali occorrenze esse non risultino in realtà convincenti.
Infine, si cercheranno di fornire ipotesi alternative, ove possibile, riguardo l'origine e la motivazione dei casi di interpolazione accettati.