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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09012025-224541


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PACINI, MASSIMILIANO
URN
etd-09012025-224541
Titolo
IL MONACHESIMO STILITA SIRIACO Dalla ricerca archeologica alla prospettiva storico-religiosa
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ORIENTALISTICA: EGITTO, VICINO E MEDIO ORIENTE
Relatori
relatore Prof.ssa Tommasi Moreschini, Chiara Ombretta
Parole chiave
  • archeologia stilita
  • asceti
  • Daniele stilita
  • Mircea Eliade
  • monachesimo orientale
  • Simeone il Giovane
  • Simeone il Vecchio
  • stiliti
Data inizio appello
03/10/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro intende prendere in esame un aspetto del processo di cristianizzazione del Vicino Oriente Antico, in particolare della Siria settentrionale, avvenuto tra il IV e VI sec. d.C. che si sviluppa in parallelo al costituirsi di una gerarchia ecclesiastica e di una comunità monastica organizzata. Si tratta di una peculiare forma di spiritualità religiosa inizialmente sorta come espressione anacoretica e gradualmente divenuta polo di attrazione di religiosi, fedeli e devoti i quali, se in una prima fase, rimasero affascinati dalla spettacolarità della performance, in seguito, ne colsero appieno la dimensione mistica e la portata trascendentale. Il monachesimo stilita si connota come un fenomeno circoscritto da un punto di vista cronologico, potendone racchiudere la fase di massima espansione all’interno del lasso di tempo incluso tra l’Editto di Tessalonica, promulgato dall’imperatore Teodosio nel 380 d.C. e la conquista araba. Anche in una prospettiva geografica risulta possibile limitarne la manifestazione ad un’area regionale ben identificata compresa tra le città di Antiochia, Aleppo e Apamea che costituivano i principali centri della Syria Prima secondo la ripartizione delle province orientali dell’Impero. A fronte di numerose opere agiografiche relative alle vite dei santi stiliti, pervenuteci grazie alla trasmissione dei manoscritti antichi la letteratura secondaria, sino almeno agli inizi del XX secolo, risultava ancora insufficiente a testimonianza dello scarso interesse prodotto da forme di devozione così lontane dalle istituzioni clericali e dalla cultura europea.
Al tempo stesso queste lacune hanno consentito di sottolineare la necessità di aprire una nuova fase di studi in grado di indagare e approfondire tali aspetti della religiosità orientale che avrebbero fornito un importante contributo alla comprensione di dinamiche culturali, sociali, economiche e politiche di queste aree.2 Seppure più attardata, la ricerca archeologica ha consentito di far progredire la conoscenza del monachesimo stilita attraverso l’indagine dei luoghi abitati dai santi più noti anche se, di maggiore utilità, si è dimostrata la mappatura dei numerosi siti che hanno restituito tracce di pratiche ascetiche sulla colonna da parte di monaci e religiosi ignoti alle fonti scritte. Particolarmente proficua si è rivelata l’attività di scavo nei santuari e nei monasteri che hanno trasmesso l’immagine di una devozione popolare di notevoli dimensioni attraverso la presenza di testimonianze epigrafiche, strutturali e materiali.
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