Tesi etd-08312025-102239 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DI FIORE, SABRINA
URN
etd-08312025-102239
Titolo
Immunoblotting quantitativo per il monitoraggio dell'attività di malattia nella Sindrome di Sjögren primaria
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Baldini, Chiara
Parole chiave
- anticorpi
- attività di malattia
- biomarcatori
- immunoblotting
- Ro52
- Sjögren
Data inizio appello
23/09/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/09/2095
Riassunto
RIASSUNTO
Background: La sindrome di Sjögren primaria è una malattia autoimmune sistemica caratterizzata dalla presenza di autoanticorpi, in particolare anti-Ro52, anti-Ro60 e anti-SSB. Tradizionalmente, il loro ruolo è stato considerato prevalentemente diagnostico, mentre il possibile impiego come marcatori di attività di malattia è meno esplorato.
Scopo del lavoro: questo studio nasce dal bisogno di colmare un’importante lacuna nella letteratura scientifica, che non ha ancora fornito risposte chiare a due quesiti fondamentali. Il primo obiettivo è stato quello di indagare la correlazione tra i titoli anticorpali e l’attività di malattia, misurata attraverso il punteggio ESSDAI, con un focus particolare su quali specifici anticorpi siano maggiormente associati a determinati domini d’organo. Il secondo obiettivo, di natura più ambiziosa, ha mirato ad esaminare un sottogruppo di pazienti per i quali erano disponibili più determinazioni anticorpali nel tempo, valutando se le variazioni longitudinali nei titoli anticorpali rispecchiassero effettivamente un cambiamento nell’attività di malattia e identificando in quali domini si osservasse la maggiore corrispondenza.
Materiali e metodi: Sono stati inclusi 129 pazienti con sindrome di Sjögren primaria (122 F, 7 M). Sono stati analizzati i titoli anticorpali (anti-Ro52, anti-Ro60, anti-SSB) mediante immunoblotting quantitativo e correlati con l’ESSDAI attraverso analisi descrittive, test parametrici e non parametrici, correlazioni di Spearman e Pearson, ANOVA e analisi a cluster. È stata inoltre valutata la variazione longitudinale dei titoli anticorpali e la loro associazione con il raggiungimento della MCII (Minimal Clinically Important Improvement).
Risultati: È stata osservata una correlazione significativa, seppur modesta, tra titoli anticorpali e punteggio ESSDAI (Spearman r = 0,173–0,216; p < 0,05). I pazienti con malattia ad alta attività presentavano titoli significativamente più elevati di anti-Ro52 e anti-SSB rispetto a quelli con malattia lieve o moderata.
L’analisi a cluster ha identificato quattro sottogruppi distinti:
• cluster 1: titoli bassi per tutti gli autoanticorpi;
• cluster 2: titoli elevati solo per anti-Ro52;
• cluster 3: titoli elevati per anti-Ro52 e anti-Ro60;
• cluster 4: titoli elevati per tutti e tre gli autoanticorpi.
Il cluster 4 mostrava ESSDAI significativamente più alto rispetto agli altri, soprattutto rispetto al cluster 1 (p<0,01).
Nei singoli domini ESSDAI, si sono evidenziate correlazioni specifiche: il dominio linfonodale e quello cutaneo associati a tutti e tre gli anticorpi; il dominio renale con anti-Ro52; il dominio articolare con anti-SSB; il dominio ematologico con anti-Ro52 e anti-Ro60; il dominio biologico con tutti e tre.
In analisi longitudinale, la riduzione dei titoli anticorpali era associata a una riduzione del punteggio ESSDAI e a un maggior raggiungimento della MCII (p < 0,05). Inoltre, la variazione dei titoli si correlava in modo significativo con il miglioramento di specifici domini, in particolare cutaneo (p = 0,001) e renale (p = 0,006).
Conclusioni.
L’immunoblotting quantitativo, oltre al tradizionale ruolo diagnostico, mostra un potenziale rilevante come biomarcatore dinamico di attività di malattia nella sindrome di Sjögren primaria. La possibilità di distinguere profili anticorpali associati a malattia più aggressiva e di correlare le variazioni longitudinali degli autoanticorpi con la risposta clinica apre la strada a un impiego futuro nel monitoraggio terapeutico e nella stratificazione prognostica dei pazienti. Sono necessari ulteriori studi prospettici multicentrici per confermare questi dati e validarne l’applicabilità clinica.
Background: La sindrome di Sjögren primaria è una malattia autoimmune sistemica caratterizzata dalla presenza di autoanticorpi, in particolare anti-Ro52, anti-Ro60 e anti-SSB. Tradizionalmente, il loro ruolo è stato considerato prevalentemente diagnostico, mentre il possibile impiego come marcatori di attività di malattia è meno esplorato.
Scopo del lavoro: questo studio nasce dal bisogno di colmare un’importante lacuna nella letteratura scientifica, che non ha ancora fornito risposte chiare a due quesiti fondamentali. Il primo obiettivo è stato quello di indagare la correlazione tra i titoli anticorpali e l’attività di malattia, misurata attraverso il punteggio ESSDAI, con un focus particolare su quali specifici anticorpi siano maggiormente associati a determinati domini d’organo. Il secondo obiettivo, di natura più ambiziosa, ha mirato ad esaminare un sottogruppo di pazienti per i quali erano disponibili più determinazioni anticorpali nel tempo, valutando se le variazioni longitudinali nei titoli anticorpali rispecchiassero effettivamente un cambiamento nell’attività di malattia e identificando in quali domini si osservasse la maggiore corrispondenza.
Materiali e metodi: Sono stati inclusi 129 pazienti con sindrome di Sjögren primaria (122 F, 7 M). Sono stati analizzati i titoli anticorpali (anti-Ro52, anti-Ro60, anti-SSB) mediante immunoblotting quantitativo e correlati con l’ESSDAI attraverso analisi descrittive, test parametrici e non parametrici, correlazioni di Spearman e Pearson, ANOVA e analisi a cluster. È stata inoltre valutata la variazione longitudinale dei titoli anticorpali e la loro associazione con il raggiungimento della MCII (Minimal Clinically Important Improvement).
Risultati: È stata osservata una correlazione significativa, seppur modesta, tra titoli anticorpali e punteggio ESSDAI (Spearman r = 0,173–0,216; p < 0,05). I pazienti con malattia ad alta attività presentavano titoli significativamente più elevati di anti-Ro52 e anti-SSB rispetto a quelli con malattia lieve o moderata.
L’analisi a cluster ha identificato quattro sottogruppi distinti:
• cluster 1: titoli bassi per tutti gli autoanticorpi;
• cluster 2: titoli elevati solo per anti-Ro52;
• cluster 3: titoli elevati per anti-Ro52 e anti-Ro60;
• cluster 4: titoli elevati per tutti e tre gli autoanticorpi.
Il cluster 4 mostrava ESSDAI significativamente più alto rispetto agli altri, soprattutto rispetto al cluster 1 (p<0,01).
Nei singoli domini ESSDAI, si sono evidenziate correlazioni specifiche: il dominio linfonodale e quello cutaneo associati a tutti e tre gli anticorpi; il dominio renale con anti-Ro52; il dominio articolare con anti-SSB; il dominio ematologico con anti-Ro52 e anti-Ro60; il dominio biologico con tutti e tre.
In analisi longitudinale, la riduzione dei titoli anticorpali era associata a una riduzione del punteggio ESSDAI e a un maggior raggiungimento della MCII (p < 0,05). Inoltre, la variazione dei titoli si correlava in modo significativo con il miglioramento di specifici domini, in particolare cutaneo (p = 0,001) e renale (p = 0,006).
Conclusioni.
L’immunoblotting quantitativo, oltre al tradizionale ruolo diagnostico, mostra un potenziale rilevante come biomarcatore dinamico di attività di malattia nella sindrome di Sjögren primaria. La possibilità di distinguere profili anticorpali associati a malattia più aggressiva e di correlare le variazioni longitudinali degli autoanticorpi con la risposta clinica apre la strada a un impiego futuro nel monitoraggio terapeutico e nella stratificazione prognostica dei pazienti. Sono necessari ulteriori studi prospettici multicentrici per confermare questi dati e validarne l’applicabilità clinica.
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