Tesi etd-08302024-122107 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
TIGANI, FRANCESCA
URN
etd-08302024-122107
Titolo
L'intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione italiana: dubbi applicativi nella costruzione del quadro normativo di riferimento
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Vuoto, Salvatore
Parole chiave
- algoritmi
- Artificial Intelligence Act
- codice dei contratti pubblici
- intelligenza artificiale
- pubblica amministrazione
Data inizio appello
16/09/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/09/2064
Riassunto
Nel settore amministrativo, l'adozione di tecnologie avanzate, e segnatamente dell'intelligenza artificiale, potrebbe rivelarsi determinante per raggiungere una maggiore efficienza delle attività, senza, tuttavia, trascurare il rispetto dei valori e dei principi fondamentali.
Nell’elaborato si esaminano innanzitutto le questioni preliminari, necessarie per formulare una posizione sull’applicazione dell’IA nel settore pubblico, quali ad esempio le ripercussioni sul diritto d’autore, sul mercato del lavoro e sull’etica. Dopo un breve cenno alle scelte adottate da Cina e Stati Uniti, si procede con un’analisi delle misure prese, al riguardo, dall’Unione Europea. L’Artificial Intelligence Act, combinato, in materia di privacy, con il GDPR, mira a fornire una regolamentazione orizzontale del fenomeno, basata su un approccio antropocentrico e "risk-based". Nello specifico, sono richiesti adempimenti di vario genere e, in particolare, obblighi di trasparenza per i sistemi classificati come "ad alto rischio", secondo un meccanismo di predeterminazione del rischio che ammette, tuttavia, dei correttivi a valle.
Rivolgendo poi lo sguardo al contesto italiano, si valuta l'ammissibilità dell'uso di tali tecnologie nello svolgimento dell'attività amministrativa, con particolare attenzione all'attività discrezionale della PA. Vengono così individuati tre principi fondamentali: il principio di conoscibilità, che implica un obbligo motivazionale rafforzato; il principio di non esclusività della decisione algoritmica, la quale, pur conducendo spesso a un'eccessiva deferenza del funzionario, rimane sempre imputabile all'organo competente; infine, il principio di non discriminazione. L’obiettivo è quello di esaminare, alla luce di tali principi, le attuali esperienze in materia di IA delle autorità amministrative indipendenti, delle amministrazioni centrali e delle Smart Cities.
Infine, si analizza il decreto legislativo 36/2023, che, per la prima volta nel panorama normativo italiano, fa esplicito riferimento all'intelligenza artificiale, ammettendo l'uso degli algoritmi in tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici, nel rispetto, tra gli altri, dei principi sopracitati, con l’obiettivo di garantire l'interoperabilità tra le banche dati.
Nell’elaborato si esaminano innanzitutto le questioni preliminari, necessarie per formulare una posizione sull’applicazione dell’IA nel settore pubblico, quali ad esempio le ripercussioni sul diritto d’autore, sul mercato del lavoro e sull’etica. Dopo un breve cenno alle scelte adottate da Cina e Stati Uniti, si procede con un’analisi delle misure prese, al riguardo, dall’Unione Europea. L’Artificial Intelligence Act, combinato, in materia di privacy, con il GDPR, mira a fornire una regolamentazione orizzontale del fenomeno, basata su un approccio antropocentrico e "risk-based". Nello specifico, sono richiesti adempimenti di vario genere e, in particolare, obblighi di trasparenza per i sistemi classificati come "ad alto rischio", secondo un meccanismo di predeterminazione del rischio che ammette, tuttavia, dei correttivi a valle.
Rivolgendo poi lo sguardo al contesto italiano, si valuta l'ammissibilità dell'uso di tali tecnologie nello svolgimento dell'attività amministrativa, con particolare attenzione all'attività discrezionale della PA. Vengono così individuati tre principi fondamentali: il principio di conoscibilità, che implica un obbligo motivazionale rafforzato; il principio di non esclusività della decisione algoritmica, la quale, pur conducendo spesso a un'eccessiva deferenza del funzionario, rimane sempre imputabile all'organo competente; infine, il principio di non discriminazione. L’obiettivo è quello di esaminare, alla luce di tali principi, le attuali esperienze in materia di IA delle autorità amministrative indipendenti, delle amministrazioni centrali e delle Smart Cities.
Infine, si analizza il decreto legislativo 36/2023, che, per la prima volta nel panorama normativo italiano, fa esplicito riferimento all'intelligenza artificiale, ammettendo l'uso degli algoritmi in tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici, nel rispetto, tra gli altri, dei principi sopracitati, con l’obiettivo di garantire l'interoperabilità tra le banche dati.
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