• amministrazione di sostegno
• caregiver
• disabilità

L’introduzione della procedura di amministrazione di sostegno con la Legge 9 gennaio 2004, n. 6, che si è affiancata a quelle già esistenti di interdizione e di inabilitazione, ha mutato profondamente la prospettiva giuridica sulla cura e la protezione delle persone prive, in tutto o in parte, di autonomia. Obiettivo di questa legge, ai sensi dell’art. 1 della stessa, è quello di “tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell'espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente”.
Trascorsi vent’anni dall’entrata in vigore della disciplina in materia di amministrazione di sostegno si può trarre sicuramente un bilancio positivo circa la sua applicazione, trattandosi di uno strumento di tutela della persona incapace che, superando la logica insita negli istituti tradizionali dell’interdizione e dell’inabilitazione, si sostanzia in una misura flessibile e personalizzabile in base al caso concreto, volta a comprimere la capacità di agire solo nei limiti di quanto strettamente necessario in conformità al principio di sussidiarietà. Nonostante ciò, anche sulla scorta delle riforme attuate in alcuni ordinamenti stranieri, sono emerse esigenze di rivedere la disciplina in questione, al fine di renderla più conforme rispetto ai principi enunciati dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 13 dicembre 2006.