Tesi etd-08272025-155950 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
TORTORA, STEFANIA
URN
etd-08272025-155950
Titolo
Il fine vita tra dignità ed autodeterminazione: analisi comparata degli ordinamenti italiano e spagnolo.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Sperti, Angioletta
Parole chiave
- Eutanasia
- Italia
- Spagna
Data inizio appello
15/09/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/09/2095
Riassunto
Questo lavoro di tesi si propone di analizzare in modo approfondito il complesso tema del fine vita, mettendo a confronto i percorsi giuridici, etici e sociali di Italia e Spagna. Sebbene entrambi i Paesi condividano radici culturali comuni, segnate da una tradizione che ha a lungo sostenuto il principio dell'indisponibilità della vita, hanno intrapreso strade normative marcatamente divergenti.
In Italia, l'evoluzione del diritto al fine vita è stata guidata principalmente dalla giurisprudenza costituzionale, in risposta a casi emblematici che hanno scosso la coscienza collettiva, come quelli di Piergiorgio Welby, Eluana Englaro e Fabiano Antoniani (DJ Fabo). L'assenza di una legge organica ha reso necessario l'intervento della Corte Costituzionale, che con la storica sentenza n. 242 del 2019 ha depenalizzato l'aiuto al suicidio a condizioni molto restrittive, tra cui la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale. Questa decisione ha creato un "diritto vivente", colmando un vuoto legislativo ma lasciando aperte numerose questioni procedurali e disomogeneità territoriali, che alcune Regioni, come la Toscana, hanno tentato di affrontare con iniziative legislative autonome. Il percorso italiano si configura quindi come reattivo, frammentato e ancora in attesa di un intervento organico del Parlamento.
Al contrario, la Spagna ha scelto un approccio proattivo e sistematico. Dopo un intenso dibattito pubblico, alimentato da casi come quello di Ramón Sampedro, il legislatore spagnolo ha approvato nel 2021 una legge organica che regolamenta in modo dettagliato sia l'eutanasia attiva che il suicidio assistito. Questa normativa riconosce l'aiuto a morire come un diritto individuale e una prestazione sanitaria, inserita nel Sistema Sanitario Nazionale e accessibile a condizioni meno restrittive rispetto a quelle italiane, non richiedendo, ad esempio, la dipendenza da trattamenti vitali. La legge spagnola definisce un iter procedurale rigoroso e uniforme, garantendo un controllo istituzionale attraverso apposite Commissioni di Valutazione e disciplinando anche l'obiezione di coscienza, a testimonianza di una volontà politica di affrontare la materia in modo completo.
Il confronto tra i due modelli rivela una differenza fondamentale: da un lato, un sistema, quello italiano, dove il diritto emerge faticosamente per via giudiziaria, con un perimetro di applicazione limitato al solo suicidio assistito e in un quadro di incertezza normativa. Dall'altro, un sistema, quello spagnolo, che ha tradotto un'istanza sociale in un diritto esigibile e legiferato, offrendo una cornice chiara e completa. Questa tesi analizza le ragioni e le implicazioni di tali divergenze, evidenziando l'urgenza per l'Italia di superare l'attuale fase di stallo per garantire certezza del diritto e piena dignità alla persona nelle scelte di fine vita.
Versione inglese:
This thesis aims to provide an in-depth analysis of the complex issue of end-of-life decisions, comparing the legal, ethical, and social approaches of Italy and Spain. Although both countries share common cultural roots, shaped by a tradition that has long upheld the principle of the non-disposability of life, they have embarked on markedly divergent normative paths.
In Italy, the evolution of end-of-life law has been driven primarily by jurisprudence, in response to emblematic cases that profoundly impacted public opinion, such as those of Piergiorgio Welby, Eluana Englaro, and Fabiano Antoniani (DJ Fabo). The absence of comprehensive legislation has made it necessary for the Constitutional Court to intervene, most notably with the landmark **Judgment No. 242 of 2019**, which decriminalized assisted suicide under very restrictive conditions, including the requirement that the patient be dependent on life-sustaining treatments. This decision created a form of “living law,” filling a legislative vacuum but leaving unresolved numerous procedural questions and regional disparities, which some regions, such as Tuscany, have attempted to address through their own legislative initiatives. The Italian trajectory thus appears reactive, fragmented, and still awaiting comprehensive parliamentary intervention.
By contrast, Spain has chosen a proactive and systematic approach. Following an intense public debate, fueled by cases such as that of Ramón Sampedro, the Spanish legislator in 2021 approved an Organic Law** that provides detailed regulation of both active euthanasia and assisted suicide. This law recognizes the right to die with assistance as an individual right and a healthcare service, incorporated into the National Health System and accessible under less restrictive conditions than in Italy, as it does not require dependence on life-sustaining treatments. The Spanish law establishes a rigorous and uniform procedural framework, ensures institutional oversight through specific Evaluation Commissions, and regulates conscientious objection, reflecting a political will to address the matter comprehensively.
The comparison between the two models highlights a fundamental difference: on the one hand, the Italian system, where the right emerges laboriously through judicial rulings, limited to assisted suicide and marked by legal uncertainty; on the other, the Spanish system, which has translated a social demand into an enforceable, legislated right, offering a clear and comprehensive framework. This thesis explores the reasons and implications of these divergences, underlining the urgency for Italy to overcome its current stalemate in order to ensure legal certainty and uphold the full dignity of the individual in end-of-life choices.
In Italia, l'evoluzione del diritto al fine vita è stata guidata principalmente dalla giurisprudenza costituzionale, in risposta a casi emblematici che hanno scosso la coscienza collettiva, come quelli di Piergiorgio Welby, Eluana Englaro e Fabiano Antoniani (DJ Fabo). L'assenza di una legge organica ha reso necessario l'intervento della Corte Costituzionale, che con la storica sentenza n. 242 del 2019 ha depenalizzato l'aiuto al suicidio a condizioni molto restrittive, tra cui la dipendenza del paziente da trattamenti di sostegno vitale. Questa decisione ha creato un "diritto vivente", colmando un vuoto legislativo ma lasciando aperte numerose questioni procedurali e disomogeneità territoriali, che alcune Regioni, come la Toscana, hanno tentato di affrontare con iniziative legislative autonome. Il percorso italiano si configura quindi come reattivo, frammentato e ancora in attesa di un intervento organico del Parlamento.
Al contrario, la Spagna ha scelto un approccio proattivo e sistematico. Dopo un intenso dibattito pubblico, alimentato da casi come quello di Ramón Sampedro, il legislatore spagnolo ha approvato nel 2021 una legge organica che regolamenta in modo dettagliato sia l'eutanasia attiva che il suicidio assistito. Questa normativa riconosce l'aiuto a morire come un diritto individuale e una prestazione sanitaria, inserita nel Sistema Sanitario Nazionale e accessibile a condizioni meno restrittive rispetto a quelle italiane, non richiedendo, ad esempio, la dipendenza da trattamenti vitali. La legge spagnola definisce un iter procedurale rigoroso e uniforme, garantendo un controllo istituzionale attraverso apposite Commissioni di Valutazione e disciplinando anche l'obiezione di coscienza, a testimonianza di una volontà politica di affrontare la materia in modo completo.
Il confronto tra i due modelli rivela una differenza fondamentale: da un lato, un sistema, quello italiano, dove il diritto emerge faticosamente per via giudiziaria, con un perimetro di applicazione limitato al solo suicidio assistito e in un quadro di incertezza normativa. Dall'altro, un sistema, quello spagnolo, che ha tradotto un'istanza sociale in un diritto esigibile e legiferato, offrendo una cornice chiara e completa. Questa tesi analizza le ragioni e le implicazioni di tali divergenze, evidenziando l'urgenza per l'Italia di superare l'attuale fase di stallo per garantire certezza del diritto e piena dignità alla persona nelle scelte di fine vita.
Versione inglese:
This thesis aims to provide an in-depth analysis of the complex issue of end-of-life decisions, comparing the legal, ethical, and social approaches of Italy and Spain. Although both countries share common cultural roots, shaped by a tradition that has long upheld the principle of the non-disposability of life, they have embarked on markedly divergent normative paths.
In Italy, the evolution of end-of-life law has been driven primarily by jurisprudence, in response to emblematic cases that profoundly impacted public opinion, such as those of Piergiorgio Welby, Eluana Englaro, and Fabiano Antoniani (DJ Fabo). The absence of comprehensive legislation has made it necessary for the Constitutional Court to intervene, most notably with the landmark **Judgment No. 242 of 2019**, which decriminalized assisted suicide under very restrictive conditions, including the requirement that the patient be dependent on life-sustaining treatments. This decision created a form of “living law,” filling a legislative vacuum but leaving unresolved numerous procedural questions and regional disparities, which some regions, such as Tuscany, have attempted to address through their own legislative initiatives. The Italian trajectory thus appears reactive, fragmented, and still awaiting comprehensive parliamentary intervention.
By contrast, Spain has chosen a proactive and systematic approach. Following an intense public debate, fueled by cases such as that of Ramón Sampedro, the Spanish legislator in 2021 approved an Organic Law** that provides detailed regulation of both active euthanasia and assisted suicide. This law recognizes the right to die with assistance as an individual right and a healthcare service, incorporated into the National Health System and accessible under less restrictive conditions than in Italy, as it does not require dependence on life-sustaining treatments. The Spanish law establishes a rigorous and uniform procedural framework, ensures institutional oversight through specific Evaluation Commissions, and regulates conscientious objection, reflecting a political will to address the matter comprehensively.
The comparison between the two models highlights a fundamental difference: on the one hand, the Italian system, where the right emerges laboriously through judicial rulings, limited to assisted suicide and marked by legal uncertainty; on the other, the Spanish system, which has translated a social demand into an enforceable, legislated right, offering a clear and comprehensive framework. This thesis explores the reasons and implications of these divergences, underlining the urgency for Italy to overcome its current stalemate in order to ensure legal certainty and uphold the full dignity of the individual in end-of-life choices.
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Tesi non consultabile. |
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