Tesi etd-08262024-120414 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LARI, ELENA
URN
etd-08262024-120414
Titolo
Gigi Guadagnucci: scultore e artigiano (1915 - 2013)
un percorso bio-bibliografico
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Patti, Mattia
relatore Cortesini, Sergio
relatore Cortesini, Sergio
Parole chiave
- ,Tuscany
- Gigi Guadagniucci
- marble
- marmo
- Massa-Carrara
- Novecento
- Parigi
- sculptor
- sculptures
- scultore
- sculture
- Toscana
Data inizio appello
01/10/2024
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Tale elaborato ha lo scopo di approfondire il profilo dello scultore Gigi Guadagnucci.
Nato nel 1915 a Castagnetola, un paesino di montagna nella provincia di Massa-Carrara, Guadagnucci si dedicò fin da bambino alla lavorazione del marmo, come i suoi fratelli. Durante la Seconda guerra mondiale, si trasferì a Grenoble dove lavorò come artigiano del marmo. Passò molti anni in Francia, durante i quali fece importanti amicizie con artisti, collezionisti e galleristi. Frequentò gli italiani che prima di lui erano andati a Parigi, ma anche tutti coloro che vi si erano trasferiti decenni prima come Giacometti, Caesar, Zadkine, Tinguely, Restany ecc.
A partire dagli anni Sessanta la sua presenta sulla scesa artistica si fece sempre più forte, espose ai più importanti Salon e mostre collettive, vinse importanti premi di scultura (come, ad esempio, di Premio Bourdelle) e ricevette molte commissioni pubbliche.
Tornò definitivamente in Italia negli anni Settanta: comprò una casa studio a Bergiola, dove poteva dedicarsi alla ricerca artistica e alla creazione di nuove sculture. Morì a Massa all’età di 98 anni.
Guadagnucci ebbe una vita longeva che dedicò principalmente alla ricerca artistica, in particolare alla ricerca della forma. Per questo motivo la sua produzione artistica risulta essere vasta e soprattutto varia. Nella prima parte dell’elaborato, introducendo la figura dell’artista, ho accennato alle sue varie fasi artistiche, informale, lamellare, floreale e figurativa, facendo riferimento anche ad alcune opere. Nella seconda parte, invece, si entrerà più nel dettaglio, ripercorrendo i vari stili scultorei che Guadagnucci intraprese, in relazione al contesto sociale e artistico in cui egli si trovò inserito. Egli amava scolpire la pietra, in particolare il marmo statuario, sia in piccolo formato che in grande, con strumenti artigianali, in molti casi realizzati da lui stesso. Egli è ritenuto, per questo motivo, l’ultimo dei grandi maestri artigiani. Le sue opere, talvolta anche di grande dimensione, sono state collocate in spazi aperti, dove creano un dialogo strettissimo con l’ambiente circostante. La prima vera fonte di ispirazione di Guadagnucci fu la natura, intesa come vitalità sensuale, serenità, movimento ed energia. Le sue sculture ce lo dimostrano, soprattutto negli anni Settanta quando darà vita alle prime opere lamellari. Il blocco di marmo si assottigliò maggiormente e si ammorbidì, diventando nelle mani dello scultore quasi trasparente. I titoli delle sue opere fanno riferimento alla flora e alla fauna (Gallo, Gufo, Fiume Frigido, Brugiana, Libellula, Fiori, Rose, Calle, Pansèe ecc), ma anche alla sfera celeste (Meteora, Passaggio di meteora, Fuga). Nonostante i titoli delle sue opere si ripetano, ognuna è unica, poiché Guadagnucci scolpiva esclusivamente in diretta sul blocco di marmo, quindi senza l’uso di bozzetti preparatori.
In conclusione, tale elaborato ha lo scopo di dare spazio ad uno dei più grandi scultori di marmo del secolo scorso. La sua presenza sulla scena contemporanea è confermata da importanti documenti del tempo, oggi conservati nell’Archivio Guadagnucci, di cui mi sono servita, con lo scopo di contestualizzare questo grande scultore nel tempo e nello spazio in cui operò, poiché egli è stato considerato per molto tempo, ingiustamente, un solitario.
This essay aims to deepen the profile of the sculptor Gigi Guadagnucci.
Born in 1915 in Castagnetola, a mountain village in the province of Massa-Carrara, Guadagnucci dedicated himself to working marble since he was a child, like his brothers. During the Second World War, he moved to Grenoble where he worked as a marble craftsman. He spent many years in France, during which he made important friendships with artists, collectors and gallery owners. He frequented the Italians who had gone to Paris before him, but also all those who had moved there decades earlier such as Giacometti, Caesar, Zadkine, Tinguely, Restany etc.
Starting from the 1960s his presence on the artistic scene became increasingly stronger, he exhibited at the most important Salons and group exhibitions, won important sculpture prizes (such as, for example, the Bourdelle Prize) and received many public commissions.
He returned to Italy definitively in the Seventies: he bought a studio house in Bergiola, where he could dedicate himself to artistic research and the creation of new sculptures. He died in Massa at the age of 98.
Guadagnucci had a long life which he dedicated mainly to artistic research, in particular to the search for form. For this reason his artistic production is vast and above all varied. In the first part of the essay, introducing the figure of the artist, I mentioned his various artistic phases, informal, lamellar, floral and figurative, also referring to some works. In the second part, however, we will go into more detail, retracing the various sculptural styles that Guadagnucci undertook, in relation to the social and artistic context in which he found himself inserted. He loved sculpting stone, in particular statuary marble, both in small and large formats, with artisanal tools, in many cases made by himself. For this reason, he is considered the last of the great master craftsmen. His works, sometimes even large in size, have been placed in open spaces, where they create a very close dialogue with the surrounding environment. Guadagnucci's first true source of inspiration was nature, understood as sensual vitality, serenity, movement and energy. His sculptures demonstrate this to us, especially in the Seventies when he created his first lamellar works. The block of marble became thinner and softer, becoming almost transparent in the sculptor's hands. The titles of his works refer to flora and fauna (Rooster, Owl, Frigid River, Brugiana, Dragonfly, Flowers, Roses, Callas, Pansèe etc.), but also to the celestial sphere (Meteor, Passage of a Meteor, Escape). Although the titles of his works are repeated, each one is unique, since Guadagnucci sculpted exclusively live on the marble block, therefore without the use of preparatory sketches.
In conclusion, this work aims to give space to one of the greatest marble sculptors of the last century. His presence on the contemporary scene is confirmed by important documents of the time, now preserved in the Guadagnucci Archive, which I used, with the aim of contextualising this great sculptor in the time and space in which he worked, since he was considered for long time, unfairly, a loner.
Nato nel 1915 a Castagnetola, un paesino di montagna nella provincia di Massa-Carrara, Guadagnucci si dedicò fin da bambino alla lavorazione del marmo, come i suoi fratelli. Durante la Seconda guerra mondiale, si trasferì a Grenoble dove lavorò come artigiano del marmo. Passò molti anni in Francia, durante i quali fece importanti amicizie con artisti, collezionisti e galleristi. Frequentò gli italiani che prima di lui erano andati a Parigi, ma anche tutti coloro che vi si erano trasferiti decenni prima come Giacometti, Caesar, Zadkine, Tinguely, Restany ecc.
A partire dagli anni Sessanta la sua presenta sulla scesa artistica si fece sempre più forte, espose ai più importanti Salon e mostre collettive, vinse importanti premi di scultura (come, ad esempio, di Premio Bourdelle) e ricevette molte commissioni pubbliche.
Tornò definitivamente in Italia negli anni Settanta: comprò una casa studio a Bergiola, dove poteva dedicarsi alla ricerca artistica e alla creazione di nuove sculture. Morì a Massa all’età di 98 anni.
Guadagnucci ebbe una vita longeva che dedicò principalmente alla ricerca artistica, in particolare alla ricerca della forma. Per questo motivo la sua produzione artistica risulta essere vasta e soprattutto varia. Nella prima parte dell’elaborato, introducendo la figura dell’artista, ho accennato alle sue varie fasi artistiche, informale, lamellare, floreale e figurativa, facendo riferimento anche ad alcune opere. Nella seconda parte, invece, si entrerà più nel dettaglio, ripercorrendo i vari stili scultorei che Guadagnucci intraprese, in relazione al contesto sociale e artistico in cui egli si trovò inserito. Egli amava scolpire la pietra, in particolare il marmo statuario, sia in piccolo formato che in grande, con strumenti artigianali, in molti casi realizzati da lui stesso. Egli è ritenuto, per questo motivo, l’ultimo dei grandi maestri artigiani. Le sue opere, talvolta anche di grande dimensione, sono state collocate in spazi aperti, dove creano un dialogo strettissimo con l’ambiente circostante. La prima vera fonte di ispirazione di Guadagnucci fu la natura, intesa come vitalità sensuale, serenità, movimento ed energia. Le sue sculture ce lo dimostrano, soprattutto negli anni Settanta quando darà vita alle prime opere lamellari. Il blocco di marmo si assottigliò maggiormente e si ammorbidì, diventando nelle mani dello scultore quasi trasparente. I titoli delle sue opere fanno riferimento alla flora e alla fauna (Gallo, Gufo, Fiume Frigido, Brugiana, Libellula, Fiori, Rose, Calle, Pansèe ecc), ma anche alla sfera celeste (Meteora, Passaggio di meteora, Fuga). Nonostante i titoli delle sue opere si ripetano, ognuna è unica, poiché Guadagnucci scolpiva esclusivamente in diretta sul blocco di marmo, quindi senza l’uso di bozzetti preparatori.
In conclusione, tale elaborato ha lo scopo di dare spazio ad uno dei più grandi scultori di marmo del secolo scorso. La sua presenza sulla scena contemporanea è confermata da importanti documenti del tempo, oggi conservati nell’Archivio Guadagnucci, di cui mi sono servita, con lo scopo di contestualizzare questo grande scultore nel tempo e nello spazio in cui operò, poiché egli è stato considerato per molto tempo, ingiustamente, un solitario.
This essay aims to deepen the profile of the sculptor Gigi Guadagnucci.
Born in 1915 in Castagnetola, a mountain village in the province of Massa-Carrara, Guadagnucci dedicated himself to working marble since he was a child, like his brothers. During the Second World War, he moved to Grenoble where he worked as a marble craftsman. He spent many years in France, during which he made important friendships with artists, collectors and gallery owners. He frequented the Italians who had gone to Paris before him, but also all those who had moved there decades earlier such as Giacometti, Caesar, Zadkine, Tinguely, Restany etc.
Starting from the 1960s his presence on the artistic scene became increasingly stronger, he exhibited at the most important Salons and group exhibitions, won important sculpture prizes (such as, for example, the Bourdelle Prize) and received many public commissions.
He returned to Italy definitively in the Seventies: he bought a studio house in Bergiola, where he could dedicate himself to artistic research and the creation of new sculptures. He died in Massa at the age of 98.
Guadagnucci had a long life which he dedicated mainly to artistic research, in particular to the search for form. For this reason his artistic production is vast and above all varied. In the first part of the essay, introducing the figure of the artist, I mentioned his various artistic phases, informal, lamellar, floral and figurative, also referring to some works. In the second part, however, we will go into more detail, retracing the various sculptural styles that Guadagnucci undertook, in relation to the social and artistic context in which he found himself inserted. He loved sculpting stone, in particular statuary marble, both in small and large formats, with artisanal tools, in many cases made by himself. For this reason, he is considered the last of the great master craftsmen. His works, sometimes even large in size, have been placed in open spaces, where they create a very close dialogue with the surrounding environment. Guadagnucci's first true source of inspiration was nature, understood as sensual vitality, serenity, movement and energy. His sculptures demonstrate this to us, especially in the Seventies when he created his first lamellar works. The block of marble became thinner and softer, becoming almost transparent in the sculptor's hands. The titles of his works refer to flora and fauna (Rooster, Owl, Frigid River, Brugiana, Dragonfly, Flowers, Roses, Callas, Pansèe etc.), but also to the celestial sphere (Meteor, Passage of a Meteor, Escape). Although the titles of his works are repeated, each one is unique, since Guadagnucci sculpted exclusively live on the marble block, therefore without the use of preparatory sketches.
In conclusion, this work aims to give space to one of the greatest marble sculptors of the last century. His presence on the contemporary scene is confirmed by important documents of the time, now preserved in the Guadagnucci Archive, which I used, with the aim of contextualising this great sculptor in the time and space in which he worked, since he was considered for long time, unfairly, a loner.
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