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La tesi caricata tratta del discusso problema della responsabilità penale degli Internet Service Providers, partendo, innanzitutto, da una visione d'insieme della categoria dei reati informatici e della loro evoluzione nel tempo, che ha comportato, conseguentemente, una maggiore responsabilità per i providers; si distingue poi tra le differenti categorie di ISP e i differenti problemi di assunzione di responsabilità che ciascuna di queste comporta, con particolare focus sugli hosting providers e della distinzione, nella citata categoria, della distinzione tra host attivo e passivo. La problematica dell'assunzione della responsabilità è esaminata anche alla luce dell'abrogazione della previgente disciplina contenuta nel D.Lgs. 70/2003, di attuazione della Direttiva 2000/31, rispettivamente dal DSA e dal D.Lgs.50/2024. Vengono successivamente messe in evidenza le differenti ipotesi o paradigmi di responsabilità di natura sia dottrinale che giurisprudenziale attraverso una disamina di diverse sentenze, come la sentenza americana Force vs Facebook e la sentenza italiana Google Vivi-Down. Nei capitoli successivi si passa ad un qualche esempio di reato informatico alla luce dell'imputazione penale degli intermediari di servizi online, in particolar modo esaminando il reato di pornografia minorile attraverso un excursus giurisprudenziale, per concludere, infine, con la responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. 231/2001, attraverso l'esemplificazione di alcuni reati-presupposto, al fine di comprendere i criteri di imputazione penale del provider inteso come "ente".