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• diritto
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• etica
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• intelligenza artificiale
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• meaningful human control
• sistemi d'arma autonomi

Il presente elaborato mira ad analizzare, nella sua prima parte, l’ossimoro della pericolosa, quanto innovativa, trasversalità che detiene l'intelligenza artificiale, fenomeno che ha determinato, e sta determinando, una progressiva erosione dell'autonomia umana; autonomia che, sin dagli albori della civiltà, ha conquistato una forte valenza tanto in ambito filosofico legandosi indissolubilmente ai principi etici di dignità umana e autodeterminazione, quanto in ambito normativo, affinché possa essere preservato ancora oggi un controllo umano significativo su tali tecnologie.
Nella seconda parte dell'elaborato, da un punto di vista applicativo, sono state tracciate alcune linee guida al fine di poter identificare un sistema d'arma autonoma, oggi definito come autonomous weapon system, e delineare, sulla base delle informazioni acquisite, se sia lecito o meno attribuire allo stesso capacità cognitive tali da suggerire una “life-or-death decision”.
Forte di queste premesse, sono due le riflessioni che imperano su questioni ontologiche e seguono pedissequamente la struttura dell’elaborato: è possibile attribuire un’intelligenza alla macchina di IA e quindi renderla sostituta dell’essere umano o, addirittura, un alter ego?
Dunque, è lecito che un sistema d’arma autonoma, pur essendo programmato da un essere umano, possa deliberare di propria sponte un bersaglio e attaccare?
“Ai posteri l’ardua sentenza”: alla luce di queste considerazioni, si è cercata una risposta, che culmina nell’analisi dell’AI ACT, pubblicato in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 12 luglio 2024, oltre alla profonda riflessione che impera sul diritto umanitario internazionale nel Protocollo I addizionale alle Convenzioni di Ginevra del 1949.