Tesi etd-08222025-111522 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FALZONE, MARIA CHIARA
URN
etd-08222025-111522
Titolo
QUANDO LA REVISIONE FALLISCE: RESPONSABILITÀ DEL REVISORE E FRODI CONTABILI ALLA LUCE DEL CASO WIRECARD
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Benedetti, Lorenzo
Parole chiave
- audit procedures
- auditor
- diritto
- financial statement manipulation
- law
- liability
- manipolazione bilancio di esercizio
- procedure di verifica
- responsabilità
- revisore
- Wirecard
Data inizio appello
16/10/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/10/2095
Riassunto
La tesi intitolata “Quando la revisione fallisce: responsabilità del revisore e frodi contabili alla luce del caso Wirecard” rappresenta un’indagine multidisciplinare sul ruolo e sulle responsabilità del revisore legale nel contesto contemporaneo. Il lavoro parte dal presupposto che la revisione non sia soltanto un’attività tecnica volta alla verifica dei bilanci, ma costituisca un presidio essenziale per la trasparenza dei mercati e per la tutela della fiducia degli investitori. La ricerca si articola in tre grandi sezioni: la cornice teorica e normativa della revisione legale, l’analisi delle frodi contabili e delle conseguenti responsabilità del revisore, lo studio di caso dedicato al crollo di Wirecard, paradigma di una crisi sistemica connessa a fallimenti di controllo e vigilanza.
La prima parte dell’elaborato ha carattere introduttivo e propedeutico. È delineata innanzitutto la figura del revisore legale come attore centrale nel sistema fiduciario, sottolineando come il suo compito vada oltre il mero riscontro numerico dei conti aziendali. La revisione si configura quale strumento di garanzia per la correttezza delle informazioni finanziarie diffuse al pubblico, incidendo direttamente sulla stabilità e sull’efficienza del mercato dei capitali.
Un concetto chiave affrontato è lo scetticismo professionale, inteso non solo come attitudine critica del revisore nei confronti delle asserzioni del management, ma come vera e propria regola deontologica. Lo scetticismo funge da bussola metodologica nell’intero processo di revisione, imponendo un approccio prudente e vigile, in grado di prevenire errori o omissioni significative.
Vengono illustrate le fasi del processo di revisione:
- Analisi preliminare del contesto aziendale e dei rischi – in cui si valutano struttura organizzativa, settore di appartenenza e potenziali aree di vulnerabilità;
- Pianificazione strategica – che consente di calibrare le risorse e le procedure in base al rischio di errore significativo;
- Procedure di conformità e validità – volte rispettivamente a verificare l’adeguatezza dei controlli interni e la veridicità delle informazioni riportate in bilancio.
In questa sezione viene inoltre richiamato il quadro normativo di riferimento, con particolare attenzione al D.Lgs. 39/2010 e ai principi di revisione internazionali recepiti in Italia (ISA Italia). L’autrice sottolinea come la complessità delle regole abbia rafforzato l’onere professionale del revisore, esponendolo a responsabilità più estese e severe.
La seconda sezione è dedicata all’approfondimento del fenomeno delle frodi contabili, che costituiscono una delle principali sfide per il revisore. La tesi mette in evidenza come tali frodi non siano episodi isolati, bensì espressione di strategie manipolative spesso sofisticate, finalizzate a falsare la rappresentazione della realtà aziendale per attrarre capitali, ottenere finanziamenti o mascherare inefficienze gestionali. Tra le tecniche di manipolazione più comuni vengono analizzate:
- la sovrastima dei ricavi, mediante registrazioni fittizie o anticipazioni di ricavi futuri;
- la sottostima dei costi, ottenuta rinviando o occultando componenti negativi;
- l’alterazione delle valutazioni di bilancio, ad esempio attraverso criteri discrezionali di ammortamento o svalutazione;
- l’uso distorto di operazioni straordinarie e veicoli societari, volti a nascondere perdite o debiti fuori bilancio.
Il revisore, di fronte a tali pratiche, è chiamato a riconoscere e valutare i cosiddetti “red flags”, ossia indicatori di rischio che dovrebbero attivare un controllo più approfondito. Tuttavia, la difficoltà di individuare frodi ben architettate rende essenziale un approccio integrato che combini analisi tecnica, sensibilità professionale ed esperienza.
La tesi dedica ampio spazio al tema della responsabilità del revisore, analizzato in chiave civile, penale e disciplinare:
- Responsabilità civile: il revisore risponde nei confronti dei soci e dei terzi danneggiati da condotte negligenti o da omissioni significative.
- Responsabilità penale: alcune fattispecie, come il falso in bilancio o l’omessa vigilanza, possono configurare reati a carico del revisore.
- Responsabilità disciplinare: l’inosservanza dei principi deontologici o la violazione degli standard professionali può determinare sanzioni da parte delle autorità di vigilanza.
In questo quadro, emerge la tensione tra l’elevato standard di diligenza richiesto e l’impossibilità materiale di prevenire ogni frode. Ciò pone in evidenza la necessità di un bilanciamento tra tutela dei terzi e salvaguardia dell’autonomia professionale del revisore.
La terza parte della tesi costituisce l’applicazione empirica dei principi esposti. Il caso Wirecard, scoppiato nel 2020, rappresenta una delle più grandi frodi contabili della storia recente e ha avuto un impatto devastante sulla finanza europea.
Wirecard, società tedesca di servizi di pagamento digitale, aveva progressivamente costruito la propria reputazione come campione della fintech europea, fino a entrare nel DAX, l’indice delle principali società quotate in Germania. Tuttavia, nel corso di oltre un decennio, l’azienda ha posto in essere una sistematica manipolazione dei conti, occultando perdite e gonfiando ricavi attraverso complesse strutture societarie estere.
Il fallimento del revisore Ernst & Young (EY) nel rilevare tali irregolarità costituisce l’elemento centrale dell’analisi. Nonostante ripetuti segnali di allarme, i revisori non hanno individuato le anomalie, certificando bilanci gravemente falsificati. Le successive indagini hanno portato a un crollo di fiducia senza precedenti, con pesanti ripercussioni legali e reputazionali per EY, sottoposta a cause risarcitorie miliardarie.
È utilizzato il caso Wirecard come paradigma di fallimento del sistema di revisione, sottolineando come la frode sia stata resa possibile da una combinazione di fattori:
- carenze strutturali dei controlli interni;
- scarsa incisività della vigilanza esterna;
- eccessiva fiducia del revisore nelle dichiarazioni del management;
- mancanza di strumenti tecnologici in grado di intercettare pattern anomali su larga scala.
La tesi si conclude con una riflessione sul futuro della professione di revisore legale. Il caso Wirecard ha dimostrato che le procedure tradizionali non sono sempre sufficienti per fronteggiare frodi sofisticate in un contesto finanziario globalizzato.
In questa prospettiva, si propone di integrare l’attività di revisione con tecnologie emergenti, in particolare strumenti di intelligenza artificiale e machine learning, in grado di analizzare grandi moli di dati e rilevare correlazioni anomale che potrebbero sfuggire al controllo umano. Tuttavia, l’adozione di tali tecnologie non deve sostituire la professionalità del revisore, bensì rafforzarla, fornendo un supporto decisionale che potenzi la capacità critica e lo scetticismo professionale.
L’elaborato suggerisce inoltre la necessità di riforme strutturali per garantire l’indipendenza del revisore, ridurre i conflitti di interesse e rafforzare i meccanismi di vigilanza pubblica.
The thesis entitled “When Audit Fails: Auditor’s Liability and Accounting Fraud in Light of the Wirecard Case” constitutes a multidisciplinary investigation into the role and responsibilities of the statutory auditor in the contemporary context. The work is premised on the notion that auditing is not merely a technical activity aimed at verifying financial statements, but rather an essential safeguard for market transparency and the protection of investors’ trust. The research is structured into three major sections: the theoretical and regulatory framework of statutory auditing; the analysis of accounting fraud and the resulting liabilities of the auditor; and the case study on the collapse of Wirecard, a paradigm of a systemic crisis linked to failures of oversight and control.
The first part of the thesis serves as an introductory and preparatory section. It begins by outlining the statutory auditor as a central figure within the fiduciary system, stressing that their role extends beyond the mere numerical verification of company accounts. Auditing is presented as a mechanism that guarantees the accuracy of financial information disclosed to the public, thereby directly influencing the stability and efficiency of capital markets.
A key concept addressed is professional skepticism, understood not only as the auditor’s critical attitude towards management’s assertions but also as a fundamental ethical rule. Professional skepticism operates as a methodological compass throughout the audit process, requiring a prudent and vigilant approach capable of preventing material misstatements and omissions.
The thesis illustrates the phases of the audit process:
- Preliminary analysis of the corporate environment and risks – assessing organizational structure, sector of activity, and potential areas of vulnerability;
- Strategic planning – calibrating resources and procedures according to the assessed risk of material misstatement;
- Compliance and substantive procedures – aimed respectively at verifying the adequacy of internal controls and the accuracy of information reported in the financial statements.
This section also recalls the relevant regulatory framework, with particular reference to Legislative Decree 39/2010 and the international auditing standards adopted in Italy (ISA Italia). The author underscores how the growing complexity of auditing rules has increased the professional burden of auditors, exposing them to broader and more stringent forms of liability.
The second section is devoted to accounting fraud, which represents one of the principal challenges for auditors.
The thesis emphasizes that such frauds are not isolated incidents but rather the outcome of often sophisticated manipulative strategies designed to misrepresent corporate reality in order to attract capital, secure financing, or conceal managerial inefficiencies. Among the most common manipulation techniques analyzed are:
- overstatement of revenues, through fictitious entries or premature recognition of future revenues;
- understatement of costs, by deferring or concealing negative components;
- distorted valuation of financial statement items, for instance through discretionary criteria in amortization or impairment;
- misuse of extraordinary transactions and special purpose vehicles, aimed at concealing losses or off-balance-sheet liabilities.
Faced with such practices, auditors are required to recognize and evaluate so-called “red flags”, i.e., risk indicators that should trigger more in-depth scrutiny. However, the difficulty of detecting well-concealed fraud makes it essential to adopt an integrated approach that combines technical analysis, professional judgment, and experience.
The thesis devotes substantial attention to the issue of auditor liability, analyzed in civil, criminal, and disciplinary terms:
- Civil liability: auditors are accountable to shareholders and third parties harmed by negligent conduct or material omissions;
- Criminal liability: certain offences, such as false accounting or failure to supervise, may constitute criminal charges against auditors;
- Disciplinary liability: non-compliance with ethical standards or professional rules may result in sanctions imposed by supervisory authorities.
This framework highlights the tension between the high standard of diligence required of auditors and the practical impossibility of preventing every form of fraud. Such tension underscores the need for a balance between the protection of third parties and the preservation of the auditor’s professional autonomy.
The third part of the thesis provides the empirical application of the principles discussed. The Wirecard case, which erupted in 2020, represents one of the largest accounting frauds in recent history and had a devastating impact on European finance.
Wirecard, a German digital payment services company, had gradually built a reputation as a European fintech champion, eventually joining the DAX index of major German listed companies. However, over more than a decade, the company systematically manipulated its accounts, concealing losses and inflating revenues through complex offshore corporate structures.
The failure of Ernst & Young (EY), Wirecard’s auditor, to detect these irregularities constitutes the central focus of the analysis. Despite repeated warning signals, auditors failed to identify the anomalies and certified severely falsified financial statements. Subsequent investigations triggered an unprecedented collapse of investor trust, accompanied by massive legal and reputational consequences for EY, which became the target of multibillion-euro lawsuits.
The case study is employed as a paradigm of audit failure, showing that the fraud was enabled by a combination of factors:
- structural deficiencies in internal controls;
- weak external oversight;
- excessive reliance of auditors on management’s assertions;
- lack of technological tools capable of identifying large-scale anomalous patterns.
The thesis concludes with a reflection on the future of the auditing profession. The Wirecard scandal has demonstrated that traditional audit procedures are not always sufficient to address sophisticated frauds in a globalized financial environment.
In this perspective, the author advocates integrating auditing practices with emerging technologies, in particular artificial intelligence and machine learning tools, capable of analyzing large datasets and detecting anomalous correlations that may elude human scrutiny. Nevertheless, the adoption of such technologies should not replace professional expertise, but rather strengthen it, offering decision-support tools that enhance critical judgment and professional skepticism.
Finally, the work suggests the need for structural reforms aimed at safeguarding auditor independence, reducing conflicts of interest, and strengthening public oversight mechanisms.
La prima parte dell’elaborato ha carattere introduttivo e propedeutico. È delineata innanzitutto la figura del revisore legale come attore centrale nel sistema fiduciario, sottolineando come il suo compito vada oltre il mero riscontro numerico dei conti aziendali. La revisione si configura quale strumento di garanzia per la correttezza delle informazioni finanziarie diffuse al pubblico, incidendo direttamente sulla stabilità e sull’efficienza del mercato dei capitali.
Un concetto chiave affrontato è lo scetticismo professionale, inteso non solo come attitudine critica del revisore nei confronti delle asserzioni del management, ma come vera e propria regola deontologica. Lo scetticismo funge da bussola metodologica nell’intero processo di revisione, imponendo un approccio prudente e vigile, in grado di prevenire errori o omissioni significative.
Vengono illustrate le fasi del processo di revisione:
- Analisi preliminare del contesto aziendale e dei rischi – in cui si valutano struttura organizzativa, settore di appartenenza e potenziali aree di vulnerabilità;
- Pianificazione strategica – che consente di calibrare le risorse e le procedure in base al rischio di errore significativo;
- Procedure di conformità e validità – volte rispettivamente a verificare l’adeguatezza dei controlli interni e la veridicità delle informazioni riportate in bilancio.
In questa sezione viene inoltre richiamato il quadro normativo di riferimento, con particolare attenzione al D.Lgs. 39/2010 e ai principi di revisione internazionali recepiti in Italia (ISA Italia). L’autrice sottolinea come la complessità delle regole abbia rafforzato l’onere professionale del revisore, esponendolo a responsabilità più estese e severe.
La seconda sezione è dedicata all’approfondimento del fenomeno delle frodi contabili, che costituiscono una delle principali sfide per il revisore. La tesi mette in evidenza come tali frodi non siano episodi isolati, bensì espressione di strategie manipolative spesso sofisticate, finalizzate a falsare la rappresentazione della realtà aziendale per attrarre capitali, ottenere finanziamenti o mascherare inefficienze gestionali. Tra le tecniche di manipolazione più comuni vengono analizzate:
- la sovrastima dei ricavi, mediante registrazioni fittizie o anticipazioni di ricavi futuri;
- la sottostima dei costi, ottenuta rinviando o occultando componenti negativi;
- l’alterazione delle valutazioni di bilancio, ad esempio attraverso criteri discrezionali di ammortamento o svalutazione;
- l’uso distorto di operazioni straordinarie e veicoli societari, volti a nascondere perdite o debiti fuori bilancio.
Il revisore, di fronte a tali pratiche, è chiamato a riconoscere e valutare i cosiddetti “red flags”, ossia indicatori di rischio che dovrebbero attivare un controllo più approfondito. Tuttavia, la difficoltà di individuare frodi ben architettate rende essenziale un approccio integrato che combini analisi tecnica, sensibilità professionale ed esperienza.
La tesi dedica ampio spazio al tema della responsabilità del revisore, analizzato in chiave civile, penale e disciplinare:
- Responsabilità civile: il revisore risponde nei confronti dei soci e dei terzi danneggiati da condotte negligenti o da omissioni significative.
- Responsabilità penale: alcune fattispecie, come il falso in bilancio o l’omessa vigilanza, possono configurare reati a carico del revisore.
- Responsabilità disciplinare: l’inosservanza dei principi deontologici o la violazione degli standard professionali può determinare sanzioni da parte delle autorità di vigilanza.
In questo quadro, emerge la tensione tra l’elevato standard di diligenza richiesto e l’impossibilità materiale di prevenire ogni frode. Ciò pone in evidenza la necessità di un bilanciamento tra tutela dei terzi e salvaguardia dell’autonomia professionale del revisore.
La terza parte della tesi costituisce l’applicazione empirica dei principi esposti. Il caso Wirecard, scoppiato nel 2020, rappresenta una delle più grandi frodi contabili della storia recente e ha avuto un impatto devastante sulla finanza europea.
Wirecard, società tedesca di servizi di pagamento digitale, aveva progressivamente costruito la propria reputazione come campione della fintech europea, fino a entrare nel DAX, l’indice delle principali società quotate in Germania. Tuttavia, nel corso di oltre un decennio, l’azienda ha posto in essere una sistematica manipolazione dei conti, occultando perdite e gonfiando ricavi attraverso complesse strutture societarie estere.
Il fallimento del revisore Ernst & Young (EY) nel rilevare tali irregolarità costituisce l’elemento centrale dell’analisi. Nonostante ripetuti segnali di allarme, i revisori non hanno individuato le anomalie, certificando bilanci gravemente falsificati. Le successive indagini hanno portato a un crollo di fiducia senza precedenti, con pesanti ripercussioni legali e reputazionali per EY, sottoposta a cause risarcitorie miliardarie.
È utilizzato il caso Wirecard come paradigma di fallimento del sistema di revisione, sottolineando come la frode sia stata resa possibile da una combinazione di fattori:
- carenze strutturali dei controlli interni;
- scarsa incisività della vigilanza esterna;
- eccessiva fiducia del revisore nelle dichiarazioni del management;
- mancanza di strumenti tecnologici in grado di intercettare pattern anomali su larga scala.
La tesi si conclude con una riflessione sul futuro della professione di revisore legale. Il caso Wirecard ha dimostrato che le procedure tradizionali non sono sempre sufficienti per fronteggiare frodi sofisticate in un contesto finanziario globalizzato.
In questa prospettiva, si propone di integrare l’attività di revisione con tecnologie emergenti, in particolare strumenti di intelligenza artificiale e machine learning, in grado di analizzare grandi moli di dati e rilevare correlazioni anomale che potrebbero sfuggire al controllo umano. Tuttavia, l’adozione di tali tecnologie non deve sostituire la professionalità del revisore, bensì rafforzarla, fornendo un supporto decisionale che potenzi la capacità critica e lo scetticismo professionale.
L’elaborato suggerisce inoltre la necessità di riforme strutturali per garantire l’indipendenza del revisore, ridurre i conflitti di interesse e rafforzare i meccanismi di vigilanza pubblica.
The thesis entitled “When Audit Fails: Auditor’s Liability and Accounting Fraud in Light of the Wirecard Case” constitutes a multidisciplinary investigation into the role and responsibilities of the statutory auditor in the contemporary context. The work is premised on the notion that auditing is not merely a technical activity aimed at verifying financial statements, but rather an essential safeguard for market transparency and the protection of investors’ trust. The research is structured into three major sections: the theoretical and regulatory framework of statutory auditing; the analysis of accounting fraud and the resulting liabilities of the auditor; and the case study on the collapse of Wirecard, a paradigm of a systemic crisis linked to failures of oversight and control.
The first part of the thesis serves as an introductory and preparatory section. It begins by outlining the statutory auditor as a central figure within the fiduciary system, stressing that their role extends beyond the mere numerical verification of company accounts. Auditing is presented as a mechanism that guarantees the accuracy of financial information disclosed to the public, thereby directly influencing the stability and efficiency of capital markets.
A key concept addressed is professional skepticism, understood not only as the auditor’s critical attitude towards management’s assertions but also as a fundamental ethical rule. Professional skepticism operates as a methodological compass throughout the audit process, requiring a prudent and vigilant approach capable of preventing material misstatements and omissions.
The thesis illustrates the phases of the audit process:
- Preliminary analysis of the corporate environment and risks – assessing organizational structure, sector of activity, and potential areas of vulnerability;
- Strategic planning – calibrating resources and procedures according to the assessed risk of material misstatement;
- Compliance and substantive procedures – aimed respectively at verifying the adequacy of internal controls and the accuracy of information reported in the financial statements.
This section also recalls the relevant regulatory framework, with particular reference to Legislative Decree 39/2010 and the international auditing standards adopted in Italy (ISA Italia). The author underscores how the growing complexity of auditing rules has increased the professional burden of auditors, exposing them to broader and more stringent forms of liability.
The second section is devoted to accounting fraud, which represents one of the principal challenges for auditors.
The thesis emphasizes that such frauds are not isolated incidents but rather the outcome of often sophisticated manipulative strategies designed to misrepresent corporate reality in order to attract capital, secure financing, or conceal managerial inefficiencies. Among the most common manipulation techniques analyzed are:
- overstatement of revenues, through fictitious entries or premature recognition of future revenues;
- understatement of costs, by deferring or concealing negative components;
- distorted valuation of financial statement items, for instance through discretionary criteria in amortization or impairment;
- misuse of extraordinary transactions and special purpose vehicles, aimed at concealing losses or off-balance-sheet liabilities.
Faced with such practices, auditors are required to recognize and evaluate so-called “red flags”, i.e., risk indicators that should trigger more in-depth scrutiny. However, the difficulty of detecting well-concealed fraud makes it essential to adopt an integrated approach that combines technical analysis, professional judgment, and experience.
The thesis devotes substantial attention to the issue of auditor liability, analyzed in civil, criminal, and disciplinary terms:
- Civil liability: auditors are accountable to shareholders and third parties harmed by negligent conduct or material omissions;
- Criminal liability: certain offences, such as false accounting or failure to supervise, may constitute criminal charges against auditors;
- Disciplinary liability: non-compliance with ethical standards or professional rules may result in sanctions imposed by supervisory authorities.
This framework highlights the tension between the high standard of diligence required of auditors and the practical impossibility of preventing every form of fraud. Such tension underscores the need for a balance between the protection of third parties and the preservation of the auditor’s professional autonomy.
The third part of the thesis provides the empirical application of the principles discussed. The Wirecard case, which erupted in 2020, represents one of the largest accounting frauds in recent history and had a devastating impact on European finance.
Wirecard, a German digital payment services company, had gradually built a reputation as a European fintech champion, eventually joining the DAX index of major German listed companies. However, over more than a decade, the company systematically manipulated its accounts, concealing losses and inflating revenues through complex offshore corporate structures.
The failure of Ernst & Young (EY), Wirecard’s auditor, to detect these irregularities constitutes the central focus of the analysis. Despite repeated warning signals, auditors failed to identify the anomalies and certified severely falsified financial statements. Subsequent investigations triggered an unprecedented collapse of investor trust, accompanied by massive legal and reputational consequences for EY, which became the target of multibillion-euro lawsuits.
The case study is employed as a paradigm of audit failure, showing that the fraud was enabled by a combination of factors:
- structural deficiencies in internal controls;
- weak external oversight;
- excessive reliance of auditors on management’s assertions;
- lack of technological tools capable of identifying large-scale anomalous patterns.
The thesis concludes with a reflection on the future of the auditing profession. The Wirecard scandal has demonstrated that traditional audit procedures are not always sufficient to address sophisticated frauds in a globalized financial environment.
In this perspective, the author advocates integrating auditing practices with emerging technologies, in particular artificial intelligence and machine learning tools, capable of analyzing large datasets and detecting anomalous correlations that may elude human scrutiny. Nevertheless, the adoption of such technologies should not replace professional expertise, but rather strengthen it, offering decision-support tools that enhance critical judgment and professional skepticism.
Finally, the work suggests the need for structural reforms aimed at safeguarding auditor independence, reducing conflicts of interest, and strengthening public oversight mechanisms.
File
| Nome file | Dimensione |
|---|---|
Tesi non consultabile. |
|