Tesi etd-08212025-193017 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
ZANELLI, MONICA
URN
etd-08212025-193017
Titolo
IL MITO DELLA CAVERNA DI PALTONE: IN BILICO TRA OMBRE E LUCI
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA
Relatori
relatore Iacono, Alfonso Maurizio
Parole chiave
- catene
- libertà
- mito della caverna
- Platone
- schiavi
Data inizio appello
07/11/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi analizza in profondità il mito della caverna contenuto nel Libro VII della Repubblica di Platone, uno dei passi più celebri della filosofia occidentale. L’obiettivo è mostrare come questo mito non sia soltanto un racconto allegorico, ma un vero e proprio schema interpretativo dell’intera filosofia platonica, che unisce teoria della conoscenza, metafisica, etica e politica.
Il mito descrive uomini incatenati fin dalla nascita in una caverna, costretti a guardare soltanto le ombre proiettate sulla parete da oggetti posti dietro di loro. Per questi prigionieri le ombre rappresentano l’unica realtà possibile. Se uno di loro riuscisse a liberarsi, passerebbe attraverso un processo doloroso: dapprima si abituerebbe alla luce del fuoco, poi all’uscita, fino a contemplare il sole. Questo percorso rappresenta la progressiva conquista della conoscenza e il superamento dell’illusione sensibile. Tornato nella caverna, però, il liberato incontrerebbe incomprensione e ostilità da parte degli altri prigionieri, incapaci di accettare una realtà diversa da quella che conoscono poichè abituati alle loro catene che gli infondono sicurezza. La tesi discute anche la sua attualità. Oggi la “caverna” può essere vista come metafora della società dell’informazione, dominata da immagini, media e realtà virtuali, che rischiano di sostituire il contatto diretto con la verità. I prigionieri siamo noi, immersi in ombre digitali che scambiamo per realtà. In questo contesto, la filosofia conserva il compito di smascherare illusioni e stimolare un pensiero critico.
Un altro punto centrale riguarda la metodologia educativa implicita nel mito. Platone non propone una semplice trasmissione verticale del sapere, ma un processo di “ascesa” che ciascuno deve compiere. Il maestro non impone la verità, ma guida il discepolo verso la capacità di guardarla. Questo aspetto anticipa modelli pedagogici moderni basati sull’autonomia, il dialogo e la trasformazione personale.
Il mito della caverna, lungi dall’essere una semplice parabola, costituisce una chiave di lettura dell’intera opera platonica e, più in generale, della condizione umana. Descrive il dramma dell’uomo che oscilla fra ignoranza e conoscenza, apparenza e verità, sicurezza e libertà. La sua forza risiede nella capacità di essere sempre attuale: ogni epoca può riconoscersi nei prigionieri della caverna e ogni generazione è chiamata a intraprendere l’ascesa verso la luce.
Il mito descrive uomini incatenati fin dalla nascita in una caverna, costretti a guardare soltanto le ombre proiettate sulla parete da oggetti posti dietro di loro. Per questi prigionieri le ombre rappresentano l’unica realtà possibile. Se uno di loro riuscisse a liberarsi, passerebbe attraverso un processo doloroso: dapprima si abituerebbe alla luce del fuoco, poi all’uscita, fino a contemplare il sole. Questo percorso rappresenta la progressiva conquista della conoscenza e il superamento dell’illusione sensibile. Tornato nella caverna, però, il liberato incontrerebbe incomprensione e ostilità da parte degli altri prigionieri, incapaci di accettare una realtà diversa da quella che conoscono poichè abituati alle loro catene che gli infondono sicurezza. La tesi discute anche la sua attualità. Oggi la “caverna” può essere vista come metafora della società dell’informazione, dominata da immagini, media e realtà virtuali, che rischiano di sostituire il contatto diretto con la verità. I prigionieri siamo noi, immersi in ombre digitali che scambiamo per realtà. In questo contesto, la filosofia conserva il compito di smascherare illusioni e stimolare un pensiero critico.
Un altro punto centrale riguarda la metodologia educativa implicita nel mito. Platone non propone una semplice trasmissione verticale del sapere, ma un processo di “ascesa” che ciascuno deve compiere. Il maestro non impone la verità, ma guida il discepolo verso la capacità di guardarla. Questo aspetto anticipa modelli pedagogici moderni basati sull’autonomia, il dialogo e la trasformazione personale.
Il mito della caverna, lungi dall’essere una semplice parabola, costituisce una chiave di lettura dell’intera opera platonica e, più in generale, della condizione umana. Descrive il dramma dell’uomo che oscilla fra ignoranza e conoscenza, apparenza e verità, sicurezza e libertà. La sua forza risiede nella capacità di essere sempre attuale: ogni epoca può riconoscersi nei prigionieri della caverna e ogni generazione è chiamata a intraprendere l’ascesa verso la luce.
File
| Nome file | Dimensione |
|---|---|
| Tesi_Zan...onica.pdf | 1.16 Mb |
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