Tesi etd-08202025-153955 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
FALCHETTI, FEDERICO
URN
etd-08202025-153955
Titolo
ICTUS ISCHEMICO CON OCCLUSIONE TANDEM SOTTOPOSTO A STENTING CAROTIDEO IN URGENZA: CARATTERISTICHE E PREDITTORI DI OUTCOME IN UNA COORTE DI PAZIENTI
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Orlandi, Giovanni
Parole chiave
- ictus ischemico
- occlusione tandem
- outcome
- stenting
- stenting carotideo
Data inizio appello
23/09/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/09/2065
Riassunto
L’ictus ischemico rappresenta una rilevante causa di disabilità permanente e di mortalità nella popolazione specie quando deriva dalla occlusione delle arterie cerebroafferenti di calibro maggiore. Uno di questi contesti è rappresentato dalle occlusioni tandem del circolo anteriore che tipicamente coinvolgono la carotide interna extracranica ed il tratto prossimale (M1/M2) dell’arteria cerebrale media omolaterale. Il trattamento endovascolare tempo-dipendente primario o secondario a trombolisi endovenosa è la procedura di rivascolarizzazione più efficace in questi casi ma spesso richiede strategie di gestione procedurale personalizzate per le quali non sono disponibili evidenze in termini di efficacia e sicurezza.
Il presente studio si basa sull’ analisi retrospettiva di una coorte di 77 pazienti consecutivi di cui 24 (31,2%) femmine e 53 (68,8%) maschi con età media di 65,3 anni (range 38-89 anni) giunti al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana nel periodo compreso tra gennaio 2018 e giugno 2025 con diagnosi di ictus ischemico per occlusione dell’arteria carotide interna extracranica su base aterosclerotica o dissecativa ed occlusione tandem dell’arteria cerebrale media omolaterale (tratti M1/M2).
Per la diagnosi sono stati utilizzati i criteri finalizzati alla selezione per i trattamenti tempo-dipendenti sia di tipo clinico inclusa la valutazione della severità del deficit neurologico (NIHSS e GCS) e il grado di autonomia funzionale (mRS) che neuroradiologico (TC cranio multimodale). In 56 (72.7%) pazienti il trattamento endovascolare è stato preceduto da trombolisi endovenosa con alteplase. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad angiografia cerebrale e a trattamento endovascolare con stenting carotideo associato a trombectomia meccanica dell’arteria cerebrale media ottenendo in tutti i casi la ricanalizzazione vascolare del tratto occluso. In 26 (27.3%) pazienti con tendenza alla restenosi intrastent durante la procedura è stato somministrato un trattamento antiaggregante con tirofiban ed in tutti casi è stata intrapresa prevenzione della restenosi intrastent con doppia antiaggregazione piastrinica (acido acetilsalicilico e clopidogrel) per tre mesi.
Scopo di questo studio è analizzare le caratteristiche cliniche e quelle correlate al trattamento endovascolare della coorte di pazienti esaminati e valutarne l’associazione con gli outcomes di efficacia (variazione dello score mRS dopo 3 mesi rispetto a quello precedente all’ictus e restenosi occlusiva intrastent valutata con ecocolordoppler dopo 24 ore,1 mese e 3 mesi) e di sicurezza (emorragia intracranica sintomatica valutata con TC cranio dopo 24 ore dalla procedura).
Riguardo alle caratteristiche cliniche dei pazienti il 94,8% (n.73) non richiedeva respirazione meccanica (GCS > 8) ed il 72.7% (n.56) aveva un deficit neurologico severo (NIHSS >15), il 20,8% (n.16) presentava una eziologia dissecativa (n=16) e il 79,2% (n.61) aterosclerotica, il 18,2% (n.14) assumeva terapia antiaggregante piastrinica, il 5,2% (n.3) anticoagulante orale ed il 7.8% (n.6) statine.
In tutti i casi è stata documentata la ricanalizzazione dei tratti M1/M2 e nel follow-up è stata osservata restenosi occlusiva intrastent in 6 casi (7.7%). 12 pazienti (15.5%) hanno presentato emorragia cerebrale sintomatica. Alla valutazione dopo tre mesi 52 (67.5%) pazienti hanno raggiunto una completa autonomia funzionale (mRS 0-2) e 5 (6.5%) sono deceduti (mRS 6).
L’età è emersa come principale predittore indipendente di outcome funzionale sfavorevole (p=0.012) con incremento del rischio al progredire degli anni. Anche la gravità del deficit neurologico è risultata associata ad outcome funzionale peggiore (p=0.037). Invece non sono emerse associazioni significative con la restenosi occlusiva intrastent sebbene il genere femminile (p=0.051) e l’iperlipidemia (p=0.096) abbiano mostrato una tendenza prossima alla significatività. Nessuna variabile è risultata associata al rischio di emorragia intracranica sintomatica anche se lo score GCS (p=0.051) e l’eziologia (p=0.053) hanno mostrato un trend prossimo alla significatività.
In conclusione questo studio mostra che solo l’ età e la severità del deficit neurologico risultano determinanti prognostici di outcome funzionale, mentre non sono stati identificati predittori di emorragia cerebrale sintomatica e di restenosi occlusiva intrastent soprattutto per quanto riguarda l’eziologia dissecante o aterosclerotica della occlusione carotidea, l’ esecuzione di trombolisi endovenosa e gli aspetti procedurali del trattamento endovascolare incluso l’impiego di regimi antiaggreganti diversi come il tirofiban.
Il presente studio si basa sull’ analisi retrospettiva di una coorte di 77 pazienti consecutivi di cui 24 (31,2%) femmine e 53 (68,8%) maschi con età media di 65,3 anni (range 38-89 anni) giunti al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana nel periodo compreso tra gennaio 2018 e giugno 2025 con diagnosi di ictus ischemico per occlusione dell’arteria carotide interna extracranica su base aterosclerotica o dissecativa ed occlusione tandem dell’arteria cerebrale media omolaterale (tratti M1/M2).
Per la diagnosi sono stati utilizzati i criteri finalizzati alla selezione per i trattamenti tempo-dipendenti sia di tipo clinico inclusa la valutazione della severità del deficit neurologico (NIHSS e GCS) e il grado di autonomia funzionale (mRS) che neuroradiologico (TC cranio multimodale). In 56 (72.7%) pazienti il trattamento endovascolare è stato preceduto da trombolisi endovenosa con alteplase. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad angiografia cerebrale e a trattamento endovascolare con stenting carotideo associato a trombectomia meccanica dell’arteria cerebrale media ottenendo in tutti i casi la ricanalizzazione vascolare del tratto occluso. In 26 (27.3%) pazienti con tendenza alla restenosi intrastent durante la procedura è stato somministrato un trattamento antiaggregante con tirofiban ed in tutti casi è stata intrapresa prevenzione della restenosi intrastent con doppia antiaggregazione piastrinica (acido acetilsalicilico e clopidogrel) per tre mesi.
Scopo di questo studio è analizzare le caratteristiche cliniche e quelle correlate al trattamento endovascolare della coorte di pazienti esaminati e valutarne l’associazione con gli outcomes di efficacia (variazione dello score mRS dopo 3 mesi rispetto a quello precedente all’ictus e restenosi occlusiva intrastent valutata con ecocolordoppler dopo 24 ore,1 mese e 3 mesi) e di sicurezza (emorragia intracranica sintomatica valutata con TC cranio dopo 24 ore dalla procedura).
Riguardo alle caratteristiche cliniche dei pazienti il 94,8% (n.73) non richiedeva respirazione meccanica (GCS > 8) ed il 72.7% (n.56) aveva un deficit neurologico severo (NIHSS >15), il 20,8% (n.16) presentava una eziologia dissecativa (n=16) e il 79,2% (n.61) aterosclerotica, il 18,2% (n.14) assumeva terapia antiaggregante piastrinica, il 5,2% (n.3) anticoagulante orale ed il 7.8% (n.6) statine.
In tutti i casi è stata documentata la ricanalizzazione dei tratti M1/M2 e nel follow-up è stata osservata restenosi occlusiva intrastent in 6 casi (7.7%). 12 pazienti (15.5%) hanno presentato emorragia cerebrale sintomatica. Alla valutazione dopo tre mesi 52 (67.5%) pazienti hanno raggiunto una completa autonomia funzionale (mRS 0-2) e 5 (6.5%) sono deceduti (mRS 6).
L’età è emersa come principale predittore indipendente di outcome funzionale sfavorevole (p=0.012) con incremento del rischio al progredire degli anni. Anche la gravità del deficit neurologico è risultata associata ad outcome funzionale peggiore (p=0.037). Invece non sono emerse associazioni significative con la restenosi occlusiva intrastent sebbene il genere femminile (p=0.051) e l’iperlipidemia (p=0.096) abbiano mostrato una tendenza prossima alla significatività. Nessuna variabile è risultata associata al rischio di emorragia intracranica sintomatica anche se lo score GCS (p=0.051) e l’eziologia (p=0.053) hanno mostrato un trend prossimo alla significatività.
In conclusione questo studio mostra che solo l’ età e la severità del deficit neurologico risultano determinanti prognostici di outcome funzionale, mentre non sono stati identificati predittori di emorragia cerebrale sintomatica e di restenosi occlusiva intrastent soprattutto per quanto riguarda l’eziologia dissecante o aterosclerotica della occlusione carotidea, l’ esecuzione di trombolisi endovenosa e gli aspetti procedurali del trattamento endovascolare incluso l’impiego di regimi antiaggreganti diversi come il tirofiban.
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