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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08132024-113943


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TANCREDA, GABRIELE
URN
etd-08132024-113943
Titolo
Valutazione dell’effetto anti-steatotico di una pasta addizionata con farina di carciofo in un modello animale di steatosi epatica non alcolica (NAFLD)
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Dott.ssa Pozzo, Luisa
correlatore Dott. Vornoli, Andrea
Parole chiave
  • capacità antiossidante
  • carciofo
  • citocromo P450
  • gsh
  • mda
  • nutraceutica
  • nutrizione
  • steatosi epatica
Data inizio appello
02/10/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/10/2027
Riassunto
La steatosi epatica non alcolica (nonalcoholic fatty liver disease, NAFLD) è un disordine metabolico che interessa globalmente più di un miliardo di individui. Questa condizione, caratterizzata da un eccessivo accumulo di trigliceridi a livello degli epatociti, spesso accompagnato anche da stress ossidativo, infiammazione locale e sistemica, è il primo stadio di una progressiva evoluzione patologica che può portare alla cirrosi epatica ed epatocarcinoma. Tra i diversi fattori eziopatologici che ne determinano l'insorgenza, lo stile di vita inteso anche come dieta, è sicuramente il principale. Attualmente, non esistono terapie specifiche per il trattamento di questo disordine metabolico e, mentre i farmaci impiegati mirano alla gestione dei diversi determinanti eziopatologici, l'impiego di erbe medicinali e nutraceutici sta prendendo sempre più campo con evidenze sia in ambito preclinico che clinico. L'intervento dietetico è indicato come il gold standard per la cura della NAFLD e, l'esplorazione di nuove strategie terapeutiche ad elevata compliance e con ridotti effetti collaterali, è di grande importanza per la gestione di questa malattia.
Il presente progetto di tesi sperimentale magistrale si è posto l'obiettivo di valutare l'effetto anti-steatotico di una pasta addizionata con farina di carciofo su un modello animale di NAFLD, indotta nel ratto tramite la somministrazione di una dieta iperlipidica. Uno degli aspetti più innovativi è stata la scelta della pasta come matrice alimentare funzionale tramite la quale ottenere effetti benefici. Trattandosi infatti di un alimento largamente consumato a livello mondiale e alla base della dieta mediterranea, ciò conferisce un importante risvolto traslazionale a questo studio preclinico.
Parte fondamentale di questo progetto è stata la determinazione del potere antiossidante e la valutazione del contenuto totale di polifenoli e delle sottocategorie di flavonoidi, flavonoli e antocianine presenti nei preparati somministrati di pasta standard e addizionata con farina di carciofo. L'indagine della capacità antiossidante è stata condotta tramite l'impiego di metodi spettrofotometrici e fluorimetrici quali il saggio ORAC (oxygen radical absorbance capacity), FRAP (ferric reducing antioxidant power) e DPPH (2,2-diphenyl-1-picrylhydrazyl). Il metodo calorimetrico di Folin-Ciocalteu è stato invece impiegato per la determinazione del quantitativo totale di polifenoli. I diversi protocolli di analisi hanno evidenziato il potere antiossidante della pasta addizionata con carciofo come significativamente superiore rispetto alla formulazione standard e, coerentemente, il contenuto di polifenoli totali della pasta funzionale è risultato quattro volte maggiore rispetto alla controparte costituita da sola farina di grano bianco.
Per ciò che concerne l'indagine in vivo, il protocollo sperimentale ha previsto la suddivisione degli animali in due gruppi alimentati con dieta di controllo (CTR) e due con dieta iperlipidica (high fat diet, HFD), uno dei quali ha ricevuto pasta standard, costituita al 100% da farina di grano bianco, mentre l'altro pasta funzionale, addizionata per il 10% con farina di carciofo. La quantificazione dei lipidi epatici è stata effettuata mediante metodo gravimetrico, mentre lo stress ossidativo epatico è stato valutato tramite il dosaggio di biomarker di riferimento quali il glutatione e malondialdeide. Ciò che è emerso dopo l'analisi statistica è che, nel contesto di una HFD prototipo della Western diet, l'integrazione della dieta con la pasta al carciofo ha determinato una riduzione del 20% del contenuto di lipidi a livello epatico nei ratti di sesso maschile rispetto la controparte di controllo che aveva consumato la pasta standard di farina bianca insieme ad un pellet ad alto contenuto di lipidi. Lo stesso trattamento nutrizionale non ha sortito il medesimo effetto negli animali di sesso femminile, in cui non si è riscontrata differenza nel contenuto di lipidi presenti a livello epatico nei due gruppi a cui era stata somministrata la HFD e, o la pasta standard o la pasta addizionata con farina di carciofo mediterraneo. Diversamente, il contenuto di biomarcatori di stress ossidativo epatico, quali glutatione e malondialdeide, non è andato incontro a variazioni significative a seguito del trattamento, fatta eccezione per il gruppo alimentato con dieta di controllo e pasta funzionale che ha visto un trend positivo circa il contenuto epatico di glutatione nei ratti di sesso maschile. Considerati questi primi risultati, che suggeriscono una diversa risposta influenzata dal sesso degli animali da ricerca, le successive analisi sono state condotte solo sui ratti di sesso maschile. In particolare, oggetto di analisi è stata anche la valutazione dell'attività degli enzimi epatici facenti parte del sistema citocromo P450 e competenti del metabolismo degli xenobiotici. Questa indagine è stata condotta tramite dosaggi enzimatici sulla frazione microsomiale estratta dai campioni biologici ed ottenuta mediante centrifugazione differenziale. La concentrazione di proteine è stata determinata tramite il metodo di Bradford, utilizzando l'albumina di siero bovina come standard. Le attività oggetto di studio sono state l'etossicumarina O deetilasi (ECOD) e l'anilina idrossilasi, le quali sono rimaste pressochè invariate nei diversi gruppi.
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