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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08112025-162310


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TENUZZO, MARTINA
URN
etd-08112025-162310
Titolo
Nel nido della lepre: analisi del microbioma e dei parassiti intestinali in Lepus europaeus (Pallas, 1778) e Lepus corsicanus (de Winton, 1898)
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
CONSERVAZIONE ED EVOLUZIONE
Relatori
relatore Macchioni, Fabio
relatore Vannini, Claudia
correlatore Romeo, Giorgia
Parole chiave
  • gut microbiome
  • gut parasites
  • Lepus corsicanus
  • Lepus europaeus
  • microbioma intestinale
  • parassiti intestinali
Data inizio appello
15/09/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
In Italia sono presenti quattro specie di lepri, tra cui la lepre italica (Lepus corsicanus; de Winton, 1898), l’unica endemica, distribuita nell’Italia centro-meridionale e in Sicilia. È tutelata da misure di conservazione, tra cui il divieto di caccia, esclusa la popolazione siciliana ed è classificata come vulnerabile dalla International Union for Conservation of Nature (IUCN). La lepre europea (Lepus europaeus; Pallas, 1778) è una specie selvatica di interesse venatorio, presente in molti ambienti. Pur essendo la più comune a livello globale, la sua popolazione è da tempo in calo in vari Paesi Europei, tra cui l’Italia.
Questo progetto di tesi intende esplorare due aspetti chiave della biologia di questi animali: il microbioma procariotico e i parassiti intestinali, entrambi in interazione con l’ospite. Sono stati analizzati 71 individui: i) 25 lepri italiche risultanti dalle stagioni di caccia 2019/2020 e 2020/2021 in Sicilia; ii) 25 lepri europee provenienti dalla stagione di caccia 2023/2024 in provincia di Grosseto; iii) 21 lepri europee di un allevamento nella stessa provincia, campionate nell’autunno 2023.
Per l’analisi del microbioma sono stati prelevati campioni fecali dal cieco, sede rappresentativa del microbioma intestinale. Le componenti microbiche e la loro abbondanza relativa sono state caratterizzate mediante metabarcoding sulla regione V3-V4 del gene codificante l’rRNA.
L’analisi parassitologica è stata condotta su ogni campione tramite la Tecnica della Sedimentazione e Conteggio, con particolare attenzione agli elminti gastrointestinali. I parassiti rilevati sono stati esaminati al microscopio ottico, identificati mediante chiavi specifiche e classificati per sesso. Dalle analisi statistiche sono stati esclusi due campioni del gruppo delle lepri siciliane per mancanza di dati individuali e relativi alla località di prelievo (ntot = 69).
I phyla microbici di gran lunga più rappresentati nei tre gruppi sono risultati essere Firmicutes (abbondanza relativa: 32,0%-79,8% nelle lepri italiche siciliane; 35,3%-84,3% nelle lepri europee di allevamento; e 37,3%-82,9% nelle lepri europee cacciate nella provincia di Grosseto) e Bacteroidota (:abbondanza relativa: 1,85%-55,6%; 1,80%-52,4%; e 8,02-47,2% rispettivamente negli stessi tre gruppi). Questi risultati sono in linea con studi precedenti sul microbioma intestinale di altri erbivori. L’analisi dell’ α diversità sui tre gruppi ha evidenziato una differenza statisticamente significativa per quanto riguarda sia l’indice di Shannon, che il numero delle componenti microbiche tra le due specie L. europaeus e L. corsicanus (H1=8,91, p-value1<0,05, n1=44; H2=15,62, p-value2<0,01, n2=48). Nessuna differenza statisticamente significativa è emersa tra le lepri europee di allevamento e quelle cacciate nella provincia di Grosseto (H3=0,35, p-value3>0,05, n3=46). L’ analisi della β diversità ha inoltre mostrato differenze significative nella composizione microbica tra i tre gruppi (pseudo-F=11,05, p-value<0,001, n=69).
Nei tre gruppi analizzati dal punto di vista parassitologico si osservano le seguenti differenze:
-nelle lepri italiche siciliane è stato ritrovato esclusivamente il nematode Trichostrongylus retortaeformis (prevalenza: 68%, n=23);
-nelle lepri di allevamento non sono stati ritrovati elminti;
-nel gruppo di lepri cacciate in provincia di Grosseto è stato ritrovato il nematode Trichostrongylus retortaeformis (prevalenza: 76%, n=25).
L’aspetto pioneristico di questo progetto risiede nell’analisi del microbioma in L. corsicanus, mai svolta prima. Nel suo insieme, rappresenta un contributo significativo alla conoscenza di aspetti chiave della biologia della specie, che andrebbero monitorati nel tempo.
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