Tesi etd-08082025-125427 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
MORELLI, FEDERICA
URN
etd-08082025-125427
Titolo
"Flexure first": approccio sistematico alla flessura sinistra nella chirurgia laparoscopica colorettale
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
CHIRURGIA GENERALE
Relatori
relatore Puccini, Marco
correlatore Di Marzo, Francesco
correlatore Di Marzo, Francesco
Parole chiave
- chirurgia
- colorettale
- flessura splenica
- laparoscopia
Data inizio appello
05/09/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/09/2028
Riassunto
La mobilizzazione della flessura splenica è uno dei tempi operatori della chirurgia colorettale (open e laparoscopica). La sua esecuzione è tecnicamente impegnativa per l’anatomia che coinvolge, oltre al colon, la milza, il pancreas, il rene e i rispettivi mezzi di fissità. A ciò si aggiunge la presenza delle anse di piccolo intestino, che ostacolano una chiara visualizzazione del campo operatorio.
L’utilità della mobilizzazione della flessura è oggetto di discussione dal punto di vista anatomico, oncologico e ricostruttivo. Alcuni autori ne sostengono la necessità per ottenere un’anastomosi priva di tensione e adeguatamente vascolarizzata, una linfoadenectomia più estesa e una maggior lunghezza del pezzo operatorio. Al suo utilizzo routinario ci si oppone sottolineando come non esistano evidenze solide a supporto di un reale vantaggio oncologico o clinico derivante dalla mobilizzazione sistematica della flessura, associata a un aumento dei tempi operatori, a una maggiore complessità tecnica e a un incremento del rischio di complicanze.
Dalla letteratura emergono varianti di posizione rispetto alla tradizionale “supina litotomica”, nel tentativo di migliorare l’esposizione della flessura sinistra e facilitare le manovre chirurgiche. Tra queste si annoverano il decubito laterale destro e le posizioni ibride che richiedono l’inclinazione laterale estrema del tavolo operatorio. Sebbene queste soluzioni possano offrire vantaggi in termini di visibilità e accessibilità anatomica, esse comportano criticità rilevanti. Le principali limitazioni sono rappresentate dalla necessità di modificare la posizione del paziente durante l’intervento, con conseguente riallestimento completo del campo operatorio sterile e dalla difficoltà di mantenimento della posizione del paziente nel letto operatorio durante eventuali posizioni estreme (come l’inclinazione laterale accentuata).
Lo scopo del lavoro di tesi è quello di descrivere lo sviluppo, standardizzazione e valutazione di un approccio sistematico denominato “flexure first”, in cui la mobilizzazione della flessura splenica viene eseguita come tempo iniziale negli interventi di chirurgia laparoscopica colorettale. Punto centrale del lavoro è l’utilizzo di una posizione del paziente ottimizzata (non presente in letteratura), studiata per consentire un’esposizione efficace della flessura sinistra, senza necessità di riposizionamento intraoperatorio. Il protocollo chirurgico è stato strutturato secondo tempi operatori standardizzati, al fine di garantire riproducibilità, sicurezza e riduzione della variabilità inter-operatoria.
Sono stati analizzati 129 interventi laparoscopici di chirurgia colorettale con ripristino immediato della continuità intestinale, eseguiti presso l’U.O.C. Chirurgia Generale dell’Ospedale Apuane nel periodo compreso tra giugno 2022 e maggio 2025. Lo studio ha incluso interventi elettivi e in urgenza per patologie benigne e maligne.
L’analisi dei risultati ha consentito di valutare la fattibilità tecnica del protocollo “flexure first”, nonché i suoi potenziali vantaggi in termini di esposizione chirurgica, sicurezza intra-operatoria, tempi operatori e incidenza di complicanze intra- e post-operatorie, contribuendo alla definizione di un approccio razionale e sistematico alla mobilizzazione della flessura splenica nella pratica laparoscopica colorettale.
L’utilità della mobilizzazione della flessura è oggetto di discussione dal punto di vista anatomico, oncologico e ricostruttivo. Alcuni autori ne sostengono la necessità per ottenere un’anastomosi priva di tensione e adeguatamente vascolarizzata, una linfoadenectomia più estesa e una maggior lunghezza del pezzo operatorio. Al suo utilizzo routinario ci si oppone sottolineando come non esistano evidenze solide a supporto di un reale vantaggio oncologico o clinico derivante dalla mobilizzazione sistematica della flessura, associata a un aumento dei tempi operatori, a una maggiore complessità tecnica e a un incremento del rischio di complicanze.
Dalla letteratura emergono varianti di posizione rispetto alla tradizionale “supina litotomica”, nel tentativo di migliorare l’esposizione della flessura sinistra e facilitare le manovre chirurgiche. Tra queste si annoverano il decubito laterale destro e le posizioni ibride che richiedono l’inclinazione laterale estrema del tavolo operatorio. Sebbene queste soluzioni possano offrire vantaggi in termini di visibilità e accessibilità anatomica, esse comportano criticità rilevanti. Le principali limitazioni sono rappresentate dalla necessità di modificare la posizione del paziente durante l’intervento, con conseguente riallestimento completo del campo operatorio sterile e dalla difficoltà di mantenimento della posizione del paziente nel letto operatorio durante eventuali posizioni estreme (come l’inclinazione laterale accentuata).
Lo scopo del lavoro di tesi è quello di descrivere lo sviluppo, standardizzazione e valutazione di un approccio sistematico denominato “flexure first”, in cui la mobilizzazione della flessura splenica viene eseguita come tempo iniziale negli interventi di chirurgia laparoscopica colorettale. Punto centrale del lavoro è l’utilizzo di una posizione del paziente ottimizzata (non presente in letteratura), studiata per consentire un’esposizione efficace della flessura sinistra, senza necessità di riposizionamento intraoperatorio. Il protocollo chirurgico è stato strutturato secondo tempi operatori standardizzati, al fine di garantire riproducibilità, sicurezza e riduzione della variabilità inter-operatoria.
Sono stati analizzati 129 interventi laparoscopici di chirurgia colorettale con ripristino immediato della continuità intestinale, eseguiti presso l’U.O.C. Chirurgia Generale dell’Ospedale Apuane nel periodo compreso tra giugno 2022 e maggio 2025. Lo studio ha incluso interventi elettivi e in urgenza per patologie benigne e maligne.
L’analisi dei risultati ha consentito di valutare la fattibilità tecnica del protocollo “flexure first”, nonché i suoi potenziali vantaggi in termini di esposizione chirurgica, sicurezza intra-operatoria, tempi operatori e incidenza di complicanze intra- e post-operatorie, contribuendo alla definizione di un approccio razionale e sistematico alla mobilizzazione della flessura splenica nella pratica laparoscopica colorettale.
File
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La tesi non è consultabile. |
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