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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08022023-084610


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DE CEGLIA, RENEE
URN
etd-08022023-084610
Titolo
La valutazione multidimensionale della complessita' assistenziale in ostetricia: studio osservazionale secondo il modello di M. Gordon e tassonomie NANDA-I, NOC, NIC nei reparti di ostetricia dell’AOUP
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
SCIENZE INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE
Relatori
relatore Dott.ssa Pancetti, Federica
Parole chiave
  • complessità assistenziale
  • ostetricia
Data inizio appello
21/09/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/09/2093
Riassunto
Nonostante la diminuzione dell’indice di natalità nel nostro paese e l’aumento dell’età media delle donne alla loro prima esperienza di maternità, la paziente ostetrica è per definizione una donna giovane in buono stato di salute. Quindi così come definito dall’OMS “Il fine di una appropriata assistenza perinatale è quello di assicurare una buona salute della mamma e del bambino con il minor carico di cura compatibile con la sicurezza. Ogni atto assistenziale, soprattutto in campo ostetrico, trattandosi di eventi fisiologici, deve avere una indicazione precisa e chiara (OMS 1996). La gravidanza rappresenta, per molte donne il primo contatto con i servizi sanitari e il parto il primo ricovero nella vita di queste donne. Rispetto al paziente di altre discipline la paziente ostetrica raramente presenta comorbilità. Questo è un dato importante considerando che una delle variabili per la misurazione della complessità assistenziale infermieristica è proprio la presenza di comorbilità: molte patologie acute, infatti, possono instaurarsi su malattie croniche già diagnosticate e preesistenti. Questo naturalmente aumenta il livello e il grado di complessità assistenziale della persona e va considerato nella valutazione della stessa. Diversamente la paziente ostetrica affronta la gravidanza in uno stato generale di salute o di malattie croniche in buon compenso; dunque, le patologie che si incontrano sono principalmente legate alla gravidanza e si instaurano su una condizione di benessere. L’OMS, ha sviluppato il concetto di “presa in carico secondo il grado di rischio”, ed ha negli ultimi anni ulteriormente ridefinito questo sistema di classificazione.
Attualmente viene proposta “un’ assistenza prenatale di base”, offerta a tutte le donne, un’ “assistenza addizionale” per donne e nascituri con patologie e complicanze moderate e un’“assistenza specializzata ostetrica e neonatale” per le donne e nascituri con patologie e complicanze severe.
In questo senso si può dire che la gravidanza è da considerarsi come momento di esplosione della salute e non di comparsa della malattia; dunque, ancora più attenzione dovrà essere posta a tutte quelle condizioni di deviazione dal fisiologico sviluppo della gravidanza che possono fungere da spia per situazioni patologiche gravi sia per la mamma che per il bambino.

la valutazione della complessità assistenziale nei reparti di ostetricia costituiti dalla donna durante la gravidanza e dalla diade mamma-bambino dopo la nascita è un tema particolarmente interessante perché pone come oggetto di valutazione sia la donna gravida in qualunque momento della gravidanza e per qualunque bisogno ad essa correlato, ma anche, dopo la nascita, la coppia mamma-bambino nella sua interezza. Infatti, con il superamento concettuale della separazione fra mamma e bambino dopo la nascita e la conseguente abolizione del ricovero in Nursery per il neonato fisiologico, i reparti di ostetricia sono costituiti da un’utenza mista: la gravida da una parte, dall’altra dalla puerpera e il suo neonato i quali, insieme, vanno a costituire il cosiddetto regime di rooming-in. Il modello mono-disciplinare prevede la presa in carico della donna e del suo bambino nell’arco di tutto il ricovero, non frammentando così l’assistenza né prima-dopo, né mamma-bambino. Al contrario l’ostetrica rappresenta la figura assistenziale di riferimento per la famiglia dal momento dell’ingresso in reparto fino alla sua dimissione. Viste queste premesse si sceglie di, per sperimentare uno strumento di valutazione della complessità assistenziale che favorisca la flessibilità del personale ostetrico all’interno dei setting a maggior complessità da applicare nei reparti di ostetricia dei presidi ospedalieri della Regione Toscana.
• Obiettivo di ricerca
- rilevare il livello di complessità assistenziale nei reparti di ostetricia rendendo visibile l’intervento assistenziale delle ostetriche nei reparti;
- distribuire il lavoro assistenziale nei reparti di ostetricia in maniera più equa fra professionisti;
- garantire alle donne e ai bambini il principio di equità delle cure.

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