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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07282017-151918


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
ROMANI, ANNA
URN
etd-07282017-151918
Titolo
Narciso e Pigmalione. Figure del mito e della riflessione nella filosofia di Jean-Jacques Rousseau
Settore scientifico disciplinare
M-FIL/06
Corso di studi
FILOSOFIA
Relatori
tutor Prof. Iacono, Alfonso Maurizio
Parole chiave
  • mito
  • Narciso
  • Pigmalione
  • Rousseau
  • teatro
Data inizio appello
29/08/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Titolo: Narciso e Pigmalione, figure del mito e della riflessione nella filosofia di Jean-Jacques Rousseau


Questo lavoro è dedicato all’analisi e alla traduzione di due opere di Rousseau, la commedia Narcisse ou l’Amant de lui-même e il melodramma Pygmalion, Scéne lyrique, tradizionalmente considerate collaterali alla filosofia dell’autore, che vengono poste in relazione con il complesso del suo pensiero e con il suo contesto storico, mostrandone lo spessore filosofico.
Partendo dalla questione del mito si effettua un inquadramento teorico generale sul significato del mito e della sua rielaborazione nel contesto del Secolo dei Lumi. Si illustra la convivenza di un’autorappresentazione dell’Illuminismo come ricerca razionale della verità sul modello offerto dalle scienze nascenti con un rapporto molto più ambiguo e inaspettato con le forme della finzione e l’attività dell’immaginazione. Si presenta inoltre la distinzione tra fable e mythologie, sapere riguardante il corpus dei miti da un lato e sapere razionale sul mito dall’altro, mostrando come in entrambi i casi sia fatto un utilizzo strategico del mito. Nel collocare Rousseau all’interno di questo contesto si mette in luce la sua posizione anomala, data dalla particolare piegatura che i concetti in gioco assumono nella sua filosofia in virtù del primato della morale, e quindi della politica, in essa.
Il lavoro sulle opere inizia dalla Préface al Narcisse, testo che pone alcune difficoltà interpretative. Essa appare slegata dalla commedia e impegnata a ricapitolare le tesi del primo Discorso in posizione difensiva. Tuttavia essa contiene alcuni elementi tali da fornire una chiave di lettura per la commedia che introduce: la teoria del teatro come pharmakon per la società e le allusioni alla capacità del lettore attento di estrarre dal linguaggio figurale della pièce il suo vero significato filosofico.
L’analisi di Narcisse prende le mosse dalla ricognizione delle fonti sulla fable, volta a mostrare i significati correntemente attribuiti al personaggio nel ‘700, per poi mostrare la rielaborazione dei caratteri in Valére, protagonista della commedia. La conclusione tragica della fable viene rovesciata in un finale comico, dove il personaggio viene ridicolizzato e subisce una salutare metamorfosi redentiva. Il concetto di metamorfosi si aggancia tematicamente al secondo Discorso, dove la metamorfosi dell’uomo naturale, i cui caratteri possono essere riportati al tipo del Narciso, mostra la sua tragicità sul piano politico. La vicenda del truffatore ai danni dell’umanità illumina le questioni relative alle arti, alla proprietà e all’astuzia, mettendo in scena caratteristiche prometeiche che si possono ritrovare nel personaggio di Pigmalione, la cui caratterizzazione viene analizzata in relazione alla tradizione.
Il dramma lirico Pygmalion viene interpretato alla luce della polisemicità della fiction, di cui costituisce una restituzione allegorica, e in relazione retrospettiva con la riflessione politica del secondo Discorso, tornando ancora sul tipo umano del truffatore. Si analizzano le soluzioni educative proposte per risolvere i conflitti dell’uomo sociale, mostrando i limiti di questo modellamento educativo effettuato a livello individuale, per passare poi alle forme di educazione collettiva proposte nelle opere politiche del filosofo, culminanti nell’ideale di una rappresentazione senza mediazione costituito dalla festa e dai rischi della tirannia insiti in esso.
In appendice si presenta la traduzione effettuata dei testi in esame.
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