Tesi etd-07242024-173330 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CICIRELLI, VERONICA
URN
etd-07242024-173330
Titolo
Luni: la domus occidentale. I materiali e la stratigrafia degli scavi di Antonio Frova.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Menchelli, Simonetta
Parole chiave
- anfore
- ceramica
- ceramiche comuni
- domus occidentale
- lucerne
- Luni
- pesi da telaio
- stratigrafia
- strutture murarie.
- urbanistica
- vernice nera
Data inizio appello
01/10/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/10/2094
Riassunto
Lo studio qui presente ha come obbiettivo quello di completare l'analisi del materiale proveniente dagli strati sottostanti la Piazza E2 a sud del foro di Luni, i quali furono solo parzialmente studiati a seguito degli scavi diretti da Antonio Frova che si svolsero negli anni '70. Questi misero alla luce un contesto che fu obliterato a seguito degli interventi edilizi di età giulio-claudia, parte di un monumentale progetto edilizio in quest’area della città. La possibilità di indagare gli strati sottostanti la piazza fu possibile per gli interventi di restauro che necessitarono dell’asportazione temporanea del lastricato. Degli strati documentati, viene qui affrontato lo studio dei quattro strati più antichi, E,F,G ed H, dove lo strato G si presenta sterile.
Dapprima viene presentata la colonia con le vicende e le ragioni che portano alla sua fondazione, dopo di che storia della città viene seguita in maniera più puntuale sino all’età imperiale, mentre vi saranno solo brevi cenni all’età tardo antica e medievale.
Quest'analisi prende in esame tutte le forme ceramiche presenti, reperti ossei lavorai e oggetti in metallo escluse monete al fine di inquadrare cronologicamente gli strati presi in esame e collegare le strutture che con questi si relazionano al quadro contestuale della colonia. A tal fine vengono proposti vari confronti con altre domus su vari aspetti. Da questi vengono evidenziate similitudini e differenze che permetto di disquisire sulla cronologia della casa, sul suo ruolo nell’urbanistica della città e di avanzare ipotesti sulle fasi che questa attraversa. L'analisi non solo propone datazioni, ma esplora anche aspetti commerciali e di scambio della colonia, delineando variazioni nei flussi commerciali e i fenomeni che li hanno causati. Questo aiuta a collocare il contesto studiato nel quadro storico e commerciale della colonia di Luni, trovando similitudini con altri contesti lunensi. Un ulteriore obiettivo è interpretare le strutture rapportandole alla stratigrafia, basandosi su analisi delle sezioni e planimetrie riportate nel volume "Luni II". È stata proposta una lettura diacronica del contesto, riconoscendo due fasi principali e indagando le ragioni della localizzazione e obliterazione della domus
Nella selezione dei materiali sono stati esclusi frammenti non diagnostici, concentrandosi su orli e fondi. Non è stata effettuata una quantificazione per numero massimo di individui, ma solo un conteggio del numero minimo, considerando i singoli frammenti diagnostici o quelli riconducibili allo stesso esemplare.
Il materiale studiato comprende circa 1.700 esemplari, con circa 1.250 frammenti analizzati. Di questi, il 54,7% è ceramica comune, il 35,9% vernice nera, il 6% anfore, lo 0,9% pareti sottili, lo 0,5% lucerne, e il restante 2% è costituito da reperti ossei, metallici, tessere musive, pesi da telaio e carbone.
I materiali sono stati registrati su fogli Excel, fornendo un numero d'inventario progressivo in caso di mancanza di numero inventario CM. Gli esemplari sono stati osservati per rilevare attributi rilevanti, definendo criteri per l'osservazione e registrazione dei dati: caratteristiche tecniche, morfologiche e decorazioni per riconoscere il corpo ceramico (CC) e la tipologia di forma.
Per ogni classe ceramica sono stati identificati i differenti corpi ceramici presenti, assegnando numeri progressivi. Il riconoscimento si è basato su criteri come colore, durezza, porosità, frattura e inclusi. Il colore è stato considerato con cautela data la sua variabilità, mentre gli inclusi sono cstati considerati più affidabili e stati descritti per forma, dimensione, colore e frequenza. Osservando la sezione fresca dei frammenti, è stato possibile attribuire gli esemplari a un CC specifico, distinguendo talvolta tra produzioni locali e importate.
Sono state considerate anche le tecniche di lavorazione, con tracce di uso del tornio su tutti gli esemplari tranne lucerne e pesi da telaio, modellazione a stampo per lucerne e pesi da telaio, e lucidature su molti esemplari di coperchi campani e campano-laziali.
Dopo l'osservazione tecnologica, è stata effettuata un'analisi delle forme, verificando l'inclinazione dei frammenti e concentrandosi su caratteristiche di orlo o piede per riferirli a una forma specifica. Le forme sono state identificate utilizzando cataloghi e pubblicazioni, sono state definente le aree di produzione e la loro periodizzazione.
I dati raccolti sono stati riportati in un catalogo suddiviso in varie classi di materiali. In questo viene fornito il numero del disegno, numero d'inventario, descrizione formale, numero di esemplari attribuibili alla stessa forma e ai vari corpi ceramici, diametro dell’esemplare disegnato e strati di provenienza. Infine, sono presenti i disegni.
The present study aims to complete the analysis of material from the layers beneath Piazza E2, south of the forum of Luni, which were only partially studied following the excavations directed by Antonio Frova in the 1970s. These excavations revealed a context that was obliterated following the construction interventions of the Julio-Claudian period, part of a monumental building project in this area of the city. The opportunity to investigate the layers beneath the piazza arose due to restoration interventions that required the temporary removal of the pavement. Of the documented layers, this study addresses the four oldest layers, E, F, G, and H, with layer G being sterile.
First, the colony is introduced with the events and reasons that led to its founding, followed by a more detailed history of the city up to the imperial age, with only brief references to the late antique and medieval periods. This analysis examines all present ceramic forms, worked bone artifacts, and metal objects excluding coins, to chronologically frame the examined layers and connect the related structures to the contextual framework of the colony. To this end, various comparisons with other domus are proposed on several aspects. These highlight similarities and differences that allow discussions on the chronology of the house, its role in the urban planning of the city, and hypotheses on the phases it underwent. The analysis not only proposes datings but also explores commercial and exchange aspects of the colony, delineating variations in commercial flows and the phenomena that caused them. This helps to place the studied context within the historical and commercial framework of the colony of Luni, finding similarities with other Lunense contexts. Another goal is to interpret the structures by relating them to the stratigraphy, based on analyses of the sections and plans reported in the volume "Luni II." A diachronic reading of the context is proposed, recognizing two main phases and investigating the reasons for the location and obliteration of the domus.
In selecting the materials, non-diagnostic fragments were excluded, focusing on rims and bases. Quantification for the maximum number of individuals was not performed, but only a count of the minimum number, considering the individual diagnostic fragments or those attributable to the same specimen.
The studied material comprises about 1,700 specimens, with approximately 1,250 fragments analyzed. Of these, 54.7% is common pottery, 35.9% black-glazed ware, 6% amphorae, 0.9% thin-walled pottery, 0.5% lamps, and the remaining 2% consists of bone artifacts, metal objects, mosaic tesserae, loom weights, and a piece of charcoal.
The materials were recorded on Excel sheets, providing a progressive inventory number in case of the absence of a CM inventory number. The specimens were observed to detect relevant attributes, defining criteria for observation and data recording: technical characteristics, morphology, and decorations to recognize the ceramic body (CB) and shape type.
For each ceramic class, the different ceramic bodies present were identified, assigning progressive numbers. The identification was based on criteria such as color, hardness, porosity, fracture, and inclusions. Color was considered cautiously due to its variability, while inclusions were considered more reliable and described by shape, size, color, and frequency. By observing the fresh section of the fragments, it was possible to assign the specimens to a specific CB, sometimes distinguishing between local and imported productions.
The working techniques were also considered, with traces of wheel use on all specimens except lamps and loom weights, mold modeling for lamps and loom weights, and polishing on many lids from Campania and the Campano-Lazio region.
Following the technological observation, a shape analysis was conducted, verifying the inclination of the fragments and focusing on rim or base characteristics to attribute them to a specific form. Forms were identified using catalogs and publications, defining production areas and their periodization.
The collected data were reported in a catalog divided into various classes of materials. This provides the drawing number, inventory number, formal description, the number of specimens attributable to the same form and various ceramic bodies, diameter of the drawn specimen, and provenance layers. Finally, the drawings are included.
Dapprima viene presentata la colonia con le vicende e le ragioni che portano alla sua fondazione, dopo di che storia della città viene seguita in maniera più puntuale sino all’età imperiale, mentre vi saranno solo brevi cenni all’età tardo antica e medievale.
Quest'analisi prende in esame tutte le forme ceramiche presenti, reperti ossei lavorai e oggetti in metallo escluse monete al fine di inquadrare cronologicamente gli strati presi in esame e collegare le strutture che con questi si relazionano al quadro contestuale della colonia. A tal fine vengono proposti vari confronti con altre domus su vari aspetti. Da questi vengono evidenziate similitudini e differenze che permetto di disquisire sulla cronologia della casa, sul suo ruolo nell’urbanistica della città e di avanzare ipotesti sulle fasi che questa attraversa. L'analisi non solo propone datazioni, ma esplora anche aspetti commerciali e di scambio della colonia, delineando variazioni nei flussi commerciali e i fenomeni che li hanno causati. Questo aiuta a collocare il contesto studiato nel quadro storico e commerciale della colonia di Luni, trovando similitudini con altri contesti lunensi. Un ulteriore obiettivo è interpretare le strutture rapportandole alla stratigrafia, basandosi su analisi delle sezioni e planimetrie riportate nel volume "Luni II". È stata proposta una lettura diacronica del contesto, riconoscendo due fasi principali e indagando le ragioni della localizzazione e obliterazione della domus
Nella selezione dei materiali sono stati esclusi frammenti non diagnostici, concentrandosi su orli e fondi. Non è stata effettuata una quantificazione per numero massimo di individui, ma solo un conteggio del numero minimo, considerando i singoli frammenti diagnostici o quelli riconducibili allo stesso esemplare.
Il materiale studiato comprende circa 1.700 esemplari, con circa 1.250 frammenti analizzati. Di questi, il 54,7% è ceramica comune, il 35,9% vernice nera, il 6% anfore, lo 0,9% pareti sottili, lo 0,5% lucerne, e il restante 2% è costituito da reperti ossei, metallici, tessere musive, pesi da telaio e carbone.
I materiali sono stati registrati su fogli Excel, fornendo un numero d'inventario progressivo in caso di mancanza di numero inventario CM. Gli esemplari sono stati osservati per rilevare attributi rilevanti, definendo criteri per l'osservazione e registrazione dei dati: caratteristiche tecniche, morfologiche e decorazioni per riconoscere il corpo ceramico (CC) e la tipologia di forma.
Per ogni classe ceramica sono stati identificati i differenti corpi ceramici presenti, assegnando numeri progressivi. Il riconoscimento si è basato su criteri come colore, durezza, porosità, frattura e inclusi. Il colore è stato considerato con cautela data la sua variabilità, mentre gli inclusi sono cstati considerati più affidabili e stati descritti per forma, dimensione, colore e frequenza. Osservando la sezione fresca dei frammenti, è stato possibile attribuire gli esemplari a un CC specifico, distinguendo talvolta tra produzioni locali e importate.
Sono state considerate anche le tecniche di lavorazione, con tracce di uso del tornio su tutti gli esemplari tranne lucerne e pesi da telaio, modellazione a stampo per lucerne e pesi da telaio, e lucidature su molti esemplari di coperchi campani e campano-laziali.
Dopo l'osservazione tecnologica, è stata effettuata un'analisi delle forme, verificando l'inclinazione dei frammenti e concentrandosi su caratteristiche di orlo o piede per riferirli a una forma specifica. Le forme sono state identificate utilizzando cataloghi e pubblicazioni, sono state definente le aree di produzione e la loro periodizzazione.
I dati raccolti sono stati riportati in un catalogo suddiviso in varie classi di materiali. In questo viene fornito il numero del disegno, numero d'inventario, descrizione formale, numero di esemplari attribuibili alla stessa forma e ai vari corpi ceramici, diametro dell’esemplare disegnato e strati di provenienza. Infine, sono presenti i disegni.
The present study aims to complete the analysis of material from the layers beneath Piazza E2, south of the forum of Luni, which were only partially studied following the excavations directed by Antonio Frova in the 1970s. These excavations revealed a context that was obliterated following the construction interventions of the Julio-Claudian period, part of a monumental building project in this area of the city. The opportunity to investigate the layers beneath the piazza arose due to restoration interventions that required the temporary removal of the pavement. Of the documented layers, this study addresses the four oldest layers, E, F, G, and H, with layer G being sterile.
First, the colony is introduced with the events and reasons that led to its founding, followed by a more detailed history of the city up to the imperial age, with only brief references to the late antique and medieval periods. This analysis examines all present ceramic forms, worked bone artifacts, and metal objects excluding coins, to chronologically frame the examined layers and connect the related structures to the contextual framework of the colony. To this end, various comparisons with other domus are proposed on several aspects. These highlight similarities and differences that allow discussions on the chronology of the house, its role in the urban planning of the city, and hypotheses on the phases it underwent. The analysis not only proposes datings but also explores commercial and exchange aspects of the colony, delineating variations in commercial flows and the phenomena that caused them. This helps to place the studied context within the historical and commercial framework of the colony of Luni, finding similarities with other Lunense contexts. Another goal is to interpret the structures by relating them to the stratigraphy, based on analyses of the sections and plans reported in the volume "Luni II." A diachronic reading of the context is proposed, recognizing two main phases and investigating the reasons for the location and obliteration of the domus.
In selecting the materials, non-diagnostic fragments were excluded, focusing on rims and bases. Quantification for the maximum number of individuals was not performed, but only a count of the minimum number, considering the individual diagnostic fragments or those attributable to the same specimen.
The studied material comprises about 1,700 specimens, with approximately 1,250 fragments analyzed. Of these, 54.7% is common pottery, 35.9% black-glazed ware, 6% amphorae, 0.9% thin-walled pottery, 0.5% lamps, and the remaining 2% consists of bone artifacts, metal objects, mosaic tesserae, loom weights, and a piece of charcoal.
The materials were recorded on Excel sheets, providing a progressive inventory number in case of the absence of a CM inventory number. The specimens were observed to detect relevant attributes, defining criteria for observation and data recording: technical characteristics, morphology, and decorations to recognize the ceramic body (CB) and shape type.
For each ceramic class, the different ceramic bodies present were identified, assigning progressive numbers. The identification was based on criteria such as color, hardness, porosity, fracture, and inclusions. Color was considered cautiously due to its variability, while inclusions were considered more reliable and described by shape, size, color, and frequency. By observing the fresh section of the fragments, it was possible to assign the specimens to a specific CB, sometimes distinguishing between local and imported productions.
The working techniques were also considered, with traces of wheel use on all specimens except lamps and loom weights, mold modeling for lamps and loom weights, and polishing on many lids from Campania and the Campano-Lazio region.
Following the technological observation, a shape analysis was conducted, verifying the inclination of the fragments and focusing on rim or base characteristics to attribute them to a specific form. Forms were identified using catalogs and publications, defining production areas and their periodization.
The collected data were reported in a catalog divided into various classes of materials. This provides the drawing number, inventory number, formal description, the number of specimens attributable to the same form and various ceramic bodies, diameter of the drawn specimen, and provenance layers. Finally, the drawings are included.
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