Tesi etd-07222018-110932 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
ROMANINI, CATERINA
URN
etd-07222018-110932
Titolo
Il registro ITA-FMD: caratteristiche cliniche di una popolazione italiana con fibrodisplasia muscolare
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
MEDICINA INTERNA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
relatore Dott.ssa Bruno, Rosa Maria
relatore Dott.ssa Bruno, Rosa Maria
Parole chiave
- fibrodisplasia muscolare
- FMD
Data inizio appello
04/09/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/09/2088
Riassunto
Background
La fibrodisplasia muscolare (FMD) è una malattia vascolare sistemica, idiopatica, segmentale, non aterosclerotica, non infiammatoria delle arterie di piccolo e medio calibro, che coinvolge principalmente le arterie renali e quelle del collo e, meno frequentemente, le arterie degli arti inferiori, quelle addominali e le coronarie. La FMD colpisce soprattutto le giovani donne, ma può essere riscontrata anche in persone anziane, bambini e uomini. Dati recenti suggeriscono che la FMD non è così rara come ritenuto precedentemente, dal momento che la sua prevalenza può arrivare al 3-6% in una popolazione di potenziali donatori di rene.
La FMD può causare ipertensione arteriosa renovascolare ma anche altre gravi complicanze, come la dissezione delle arterie del collo e l’ictus ischemico o emorragico. Inoltre, dati recenti hanno dimostrato che la maggior parte (fino all’80%) delle persone colpite da dissezione coronarica spontanea (SCAD) presenta lesioni fibrodisplasiche nei distretti extracoronarici, portando ad ipotizzare che la SCAD rappresenti un particolare tipo di manifestazione di FMD.
La patogenesi della FMD è tuttora sconosciuta ma è plausibile un certo grado di ereditarietà; si stima un coinvolgimento esteso a più familiari nel 3-10% dei casi. Anche nelle forme non familiari, è probabile che esista comunque una predisposizione genetica. La FMD renale, forma più frequente e più studiata, è stata classificata istologicamente in mediale, intimale o avventiziale, oppure, angiograficamente in multifocale o unifocale. Tuttavia, il significato clinico di queste classificazioni è ancora controverso e l’obiettivo della ricerca resta quello di caratterizzare meglio la patologia. Pertanto, esiste la necessità di individuare degli indicatori clinici e, potenzialmente, dei marcatori genetici, in grado di predire l’evoluzione della FMD e di stratificare il rischio di complicanze negli affetti e nei loro familiari, oltre che organizzare un follow-up appropriato.
Scopo
Il principale scopo di questo studio sulla FMD è stato quello di descrivere la presentazione della malattia, la prevalenza dei suoi diversi sottotipi e l’incidenza dello sviluppo di complicanze in una popolazione affetta da FMD all’interno del “Registro italiano pazienti con Fibrodisplasia Muscolare (FMD) e/o dissezione coronarica spontanea (SCAD): follow-up clinico e studio genetico (ITA-FMD)”, nel contesto di una coorte multicentrica europea.
Metodi
Questo studio prospettico osservazionale di coorte, iniziato nell’Ottobre 2016, è stato effettuato presso i Centri di Riferimento per la Diagnosi e Cura dell’Ipertensione Arteriosa di Pisa, Torino e Verona. L’arruolamento ha incluso pazienti con diagnosi accertata di FMD e/o SCAD, mediante consenso informato scritto.
I pazienti che hanno acconsentito allo studio sono stati sottoposti a visita ambulatoriale. Le informazioni che hanno fornito sulla base di anamnesi, pregressi referti clinici e intervista strutturata sono andate a confluire in un registro elettronico.
In caso di ulteriore e separato consenso allo studio genetico, era previsto un prelievo venoso e la conservazione in forma anonima dei campioni biologici a -80°C per il successivo invio al laboratorio di Genetica Molecolare dell’Université Catholique de Luovain (Bruxelles, BE), dove verranno analizzati e poi stoccati per un massimo di 15 anni.
Le caratteristiche cliniche dei 35 pazienti con FMD, arruolati nel periodo ottobre 2016-giugno 2018 nei 3 centri italiani coinvolti (Pisa, Torino, Verona), sono state analizzate in maniera descrittiva.
Risultati
Per questo studio sono stati arruolati 35 pazienti (28 a Pisa, 5 a Torino, 2 a Verona) con FMD dall’Ottobre 2016 al Giugno 2018.
La percentuale dei soggetti di sesso maschile (17,14 %, n=6) e l’età media alla diagnosi (48,71 ± 15,88 anni) hanno confermato l’evoluzione concettuale della patologia che non si può più considerare solo tipica della giovane donna. La nostra coorte di pazienti presentava globalmente un profilo di rischio cardiovascolare favorevole [14,29 % obesi (n=5), 85,71 % ipertesi (n=30), 28,57 % ipertesi non controllati (n=10), 46,43 % dislipidemici (n=13), 10,71 % diabetici (n=3), 2,86 % in insufficienza renale (n=1), 3,57 % con eventi cardiovascolari pregressi (n=1)], con l’unica eccezione rappresentata da una elevata percentuale di fumatori (34,29 %, n=12), coerentemente con il supposto ruolo patogenetico di questo fattore. La forma prevalente di FMD riscontrata era quella multifocale (n=29, 82,86 %) ed il distretto più frequentemente colpito era quello renale (97,06 %, n=33). Le stenosi delle arterie renali sono state riscontrate nel 94,12 % dei pazienti, di queste il 34,38 % erano bilaterali. Lo screening del distretto cervicocefalico è stato effettuato nel 82,86 % (n=29), perlopiù con ecografia (79,31 %, n=23), mentre un imaging TC o RM era stato effettuato solo nel 31,03 % (n=9). Il distretto cervicocefalico era interessato nel 20,69 % (n=6). Aneurismi delle arterie renali erano presenti in 7 pazienti (20,59 %), nel circolo cerebrale in 1 solo paziente (11,11 %), nessuno negli altri distretti. Un interessamento multi distrettuale era presente nel 27,27 % dei casi (n=6). Di questi, 4 pazienti presentavano malattia renale bilaterale (66,67 %).
La procedura di rivascolarizzazione mediante angioplastica delle arterie renali era stata effettuata nel 51,43 % dei pazienti (n=18). L’età media di questi pazienti era più bassa rispetto a quelli non sottoposti a rivascolarizzazione (43,78 ± 19,48 vs 52,80 ± 8,44 anni). Inoltre, i pazienti trattati erano più frequentemente di sesso maschile (n=5, 27,78 % vs n=0, 0,00 %), fumatori (n=9, 50,00 % vs n=3, 20,00 %) e con malattia unifocale (n=5, 27,78 % vs n=1, 6,77 %). Infine, in questi casi la patologia ipertensiva era di recente insorgenza (2,00 ± 3,48 anni) e l’ipertensione è stata curata nel 22,22 % dei casi (n=4).
Conclusioni
I nostri dati, coerentemente con quelli delle recenti grandi coorti, europee e statunitense, hanno confermato l’evoluzione concettuale intorno a questa patologia che non si può più considerare solo tipica della giovane donna, ma malattia vascolare sistemica che può colpire ad ogni età entrambi i sessi. L’analisi complessiva dei dati conferma un insufficiente screening multidistrettuale ed in particolare del distretto cervicocefalico. La creazione di un unico registro italiano condiviso permette la collaborazione tra diversi centri al fine di standardizzare il percorso diagnostico-terapeutico di questa patologia ed in prospettiva consentirà di aggiornare l’European Consensus anche alla luce della necessità di promuovere uno studio appropriato di tutti i distretti vascolari potenzialmente colpiti.
La fibrodisplasia muscolare (FMD) è una malattia vascolare sistemica, idiopatica, segmentale, non aterosclerotica, non infiammatoria delle arterie di piccolo e medio calibro, che coinvolge principalmente le arterie renali e quelle del collo e, meno frequentemente, le arterie degli arti inferiori, quelle addominali e le coronarie. La FMD colpisce soprattutto le giovani donne, ma può essere riscontrata anche in persone anziane, bambini e uomini. Dati recenti suggeriscono che la FMD non è così rara come ritenuto precedentemente, dal momento che la sua prevalenza può arrivare al 3-6% in una popolazione di potenziali donatori di rene.
La FMD può causare ipertensione arteriosa renovascolare ma anche altre gravi complicanze, come la dissezione delle arterie del collo e l’ictus ischemico o emorragico. Inoltre, dati recenti hanno dimostrato che la maggior parte (fino all’80%) delle persone colpite da dissezione coronarica spontanea (SCAD) presenta lesioni fibrodisplasiche nei distretti extracoronarici, portando ad ipotizzare che la SCAD rappresenti un particolare tipo di manifestazione di FMD.
La patogenesi della FMD è tuttora sconosciuta ma è plausibile un certo grado di ereditarietà; si stima un coinvolgimento esteso a più familiari nel 3-10% dei casi. Anche nelle forme non familiari, è probabile che esista comunque una predisposizione genetica. La FMD renale, forma più frequente e più studiata, è stata classificata istologicamente in mediale, intimale o avventiziale, oppure, angiograficamente in multifocale o unifocale. Tuttavia, il significato clinico di queste classificazioni è ancora controverso e l’obiettivo della ricerca resta quello di caratterizzare meglio la patologia. Pertanto, esiste la necessità di individuare degli indicatori clinici e, potenzialmente, dei marcatori genetici, in grado di predire l’evoluzione della FMD e di stratificare il rischio di complicanze negli affetti e nei loro familiari, oltre che organizzare un follow-up appropriato.
Scopo
Il principale scopo di questo studio sulla FMD è stato quello di descrivere la presentazione della malattia, la prevalenza dei suoi diversi sottotipi e l’incidenza dello sviluppo di complicanze in una popolazione affetta da FMD all’interno del “Registro italiano pazienti con Fibrodisplasia Muscolare (FMD) e/o dissezione coronarica spontanea (SCAD): follow-up clinico e studio genetico (ITA-FMD)”, nel contesto di una coorte multicentrica europea.
Metodi
Questo studio prospettico osservazionale di coorte, iniziato nell’Ottobre 2016, è stato effettuato presso i Centri di Riferimento per la Diagnosi e Cura dell’Ipertensione Arteriosa di Pisa, Torino e Verona. L’arruolamento ha incluso pazienti con diagnosi accertata di FMD e/o SCAD, mediante consenso informato scritto.
I pazienti che hanno acconsentito allo studio sono stati sottoposti a visita ambulatoriale. Le informazioni che hanno fornito sulla base di anamnesi, pregressi referti clinici e intervista strutturata sono andate a confluire in un registro elettronico.
In caso di ulteriore e separato consenso allo studio genetico, era previsto un prelievo venoso e la conservazione in forma anonima dei campioni biologici a -80°C per il successivo invio al laboratorio di Genetica Molecolare dell’Université Catholique de Luovain (Bruxelles, BE), dove verranno analizzati e poi stoccati per un massimo di 15 anni.
Le caratteristiche cliniche dei 35 pazienti con FMD, arruolati nel periodo ottobre 2016-giugno 2018 nei 3 centri italiani coinvolti (Pisa, Torino, Verona), sono state analizzate in maniera descrittiva.
Risultati
Per questo studio sono stati arruolati 35 pazienti (28 a Pisa, 5 a Torino, 2 a Verona) con FMD dall’Ottobre 2016 al Giugno 2018.
La percentuale dei soggetti di sesso maschile (17,14 %, n=6) e l’età media alla diagnosi (48,71 ± 15,88 anni) hanno confermato l’evoluzione concettuale della patologia che non si può più considerare solo tipica della giovane donna. La nostra coorte di pazienti presentava globalmente un profilo di rischio cardiovascolare favorevole [14,29 % obesi (n=5), 85,71 % ipertesi (n=30), 28,57 % ipertesi non controllati (n=10), 46,43 % dislipidemici (n=13), 10,71 % diabetici (n=3), 2,86 % in insufficienza renale (n=1), 3,57 % con eventi cardiovascolari pregressi (n=1)], con l’unica eccezione rappresentata da una elevata percentuale di fumatori (34,29 %, n=12), coerentemente con il supposto ruolo patogenetico di questo fattore. La forma prevalente di FMD riscontrata era quella multifocale (n=29, 82,86 %) ed il distretto più frequentemente colpito era quello renale (97,06 %, n=33). Le stenosi delle arterie renali sono state riscontrate nel 94,12 % dei pazienti, di queste il 34,38 % erano bilaterali. Lo screening del distretto cervicocefalico è stato effettuato nel 82,86 % (n=29), perlopiù con ecografia (79,31 %, n=23), mentre un imaging TC o RM era stato effettuato solo nel 31,03 % (n=9). Il distretto cervicocefalico era interessato nel 20,69 % (n=6). Aneurismi delle arterie renali erano presenti in 7 pazienti (20,59 %), nel circolo cerebrale in 1 solo paziente (11,11 %), nessuno negli altri distretti. Un interessamento multi distrettuale era presente nel 27,27 % dei casi (n=6). Di questi, 4 pazienti presentavano malattia renale bilaterale (66,67 %).
La procedura di rivascolarizzazione mediante angioplastica delle arterie renali era stata effettuata nel 51,43 % dei pazienti (n=18). L’età media di questi pazienti era più bassa rispetto a quelli non sottoposti a rivascolarizzazione (43,78 ± 19,48 vs 52,80 ± 8,44 anni). Inoltre, i pazienti trattati erano più frequentemente di sesso maschile (n=5, 27,78 % vs n=0, 0,00 %), fumatori (n=9, 50,00 % vs n=3, 20,00 %) e con malattia unifocale (n=5, 27,78 % vs n=1, 6,77 %). Infine, in questi casi la patologia ipertensiva era di recente insorgenza (2,00 ± 3,48 anni) e l’ipertensione è stata curata nel 22,22 % dei casi (n=4).
Conclusioni
I nostri dati, coerentemente con quelli delle recenti grandi coorti, europee e statunitense, hanno confermato l’evoluzione concettuale intorno a questa patologia che non si può più considerare solo tipica della giovane donna, ma malattia vascolare sistemica che può colpire ad ogni età entrambi i sessi. L’analisi complessiva dei dati conferma un insufficiente screening multidistrettuale ed in particolare del distretto cervicocefalico. La creazione di un unico registro italiano condiviso permette la collaborazione tra diversi centri al fine di standardizzare il percorso diagnostico-terapeutico di questa patologia ed in prospettiva consentirà di aggiornare l’European Consensus anche alla luce della necessità di promuovere uno studio appropriato di tutti i distretti vascolari potenzialmente colpiti.
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