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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07142025-120605


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GABRINI, LORENZO
URN
etd-07142025-120605
Titolo
Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari nell'ordinamento militare
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Diamanti, Riccardo
Parole chiave
  • APCSM
  • associazione
  • democraticità
  • difesa
  • militari
  • rappresentanza
  • sindacati
Data inizio appello
29/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/07/2095
Riassunto
La libertà sindacale rappresenta uno dei diritti fondamentali riconosciuti dall’ordinamento costituzionale italiano. L’articolo 39 della Costituzione non solo garantisce la libertà di organizzazione sindacale, ma attribuisce alla stessa una funzione di rilievo costituzionale, in quanto veicolo della partecipazione democratica nei luoghi di lavoro e strumento di tutela collettiva dei diritti del lavoratore. Tuttavia, tale libertà, pur nella sua valenza generale e trasversale, ha conosciuto importanti limitazioni in alcuni settori, tra cui quello militare, dove esigenze di disciplina, neutralità e coesione interna hanno storicamente giustificato un sistema autonomo e separato.
La tesi si propone di analizzare, con taglio giuslavoristico e costituzionalistico, l’evoluzione del diritto di associazione sindacale in ambito militare, partendo da un inquadramento storico-normativo e arrivando all’attuale disciplina delle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari (APCSM).
Il lavoro si inserisce in un contesto di transizione normativa e culturale che, a partire dalla storica sentenza n. 120 del 2018 della Corte costituzionale, ha avviato un processo di costituzionalizzazione del sindacalismo militare, integrando progressivamente i valori democratici nella struttura ordinamentale delle Forze Armate.
La pronuncia della Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del divieto assoluto di costituire associazioni sindacali tra militari, previsto dall’art. 1475, comma 2, del Codice dell’ordinamento militare. Tale divieto, ereditato dalla legge n. 382/1978 e consolidato dalla precedente giurisprudenza della stessa Consulta (sentenza n. 449/1999), è stato ritenuto contrario all’art. 117, primo comma, Cost., in relazione agli obblighi pattizi assunti dallo Stato italiano con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) e la Carta Sociale Europea (CSE).
Particolarmente rilevanti, al riguardo, sono le sentenze della Corte EDU nei casi Matelly c. Francia e ADEFDROMIL c. Francia, che hanno stabilito il principio secondo cui un divieto assoluto all’associazionismo sindacale per i militari è sproporzionato e non necessario in una società democratica.
Sulla base di questi presupposti, il legislatore è intervenuto con la legge 28 aprile 2022, n. 46, la quale ha introdotto per la prima volta una disciplina organica della libertà sindacale in ambito militare. La legge ha previsto un modello regolato, fondato sul riconoscimento ministeriale, su limiti contenutistici e funzionali all’azione sindacale, e sulla netta esclusione del diritto di sciopero e dell’affiliazione a confederazioni sindacali esterne.
Il principio di democraticità delle Forze armate, sancito dall’art. 52, comma 3, Cost., trova così nuova attuazione nella possibilità per i militari di costituire associazioni rappresentative, orientate alla tutela dei propri interessi collettivi e all’interlocuzione con l’amministrazione.
Ampio spazio è riservato all’analisi della disciplina attuativa: in particolare, i decreti legislativi e ministeriali emanati tra il 2022 e il 2025 hanno dato corpo all’assetto regolatorio delle APCSM, disciplinando aspetti fondamentali quali i requisiti di statuto, i limiti all’azione sindacale, la partecipazione ai tavoli di concertazione, la gestione dei contributi e dei distacchi, l’accesso agli spazi fisici e informativi, nonché la composizione delle commissioni di conciliazione.
La tesi esamina in modo critico le scelte legislative e regolamentari, evidenziando punti di forza, ma anche problematiche applicative e lacune sistemiche, specialmente in materia di tutela giurisdizionale e agibilità sindacale.
Una sezione specifica è dedicata all’analisi operativa del nuovo sistema attraverso una testimonianza diretta raccolta presso un dirigente di SIM Marina, che consente di osservare sul piano pratico il funzionamento delle nuove dinamiche rappresentative, con riferimento ai temi del riconoscimento delle associazioni, del rapporto con l’amministrazione, delle interpretazioni restrittive su trasferimenti e prerogative, e delle proposte di modifica normativa in itinere.
Completano l’elaborato un confronto con i principali modelli europei e internazionali di sindacalizzazione militare (Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Paesi scandinavi, Stati Uniti e Sud Africa) che consente di evidenziare l’originalità, ma anche i limiti del sistema italiano, ancora improntato a un equilibrio fortemente asimmetrico tra esigenze di efficienza e tutela dei diritti.
La tesi intende offrire un contributo critico alla riflessione sulla compatibilità tra libertà sindacale e ordinamento militare, ponendo al centro dell’analisi il principio di proporzionalità, la funzione partecipativa del sindacato e la tenuta assiologica della Costituzione repubblicana. Ne emerge un modello sindacale militare “costituzionalmente compatibile”, ma non ancora “costituzionalmente pieno”, che richiede ulteriori aggiustamenti per garantire una reale parità sostanziale tra i lavoratori in uniforme e il resto del pubblico impiego.
In prospettiva futura, le APCSM sono chiamate a consolidare la propria legittimazione attraverso una partecipazione attiva, trasparente e responsabile, rafforzando il dialogo con le istituzioni e accrescendo il proprio radicamento tra il personale. Una sfida centrale sarà quella di superare i vincoli simbolici e strutturali che ancora ne limitano l’efficacia, avviando un’evoluzione normativa e culturale capace di rendere la libertà sindacale dei militari non solo ammessa, ma pienamente attuata e funzionale al benessere dell’intero comparto difesa, nel solco dei valori democratici e pluralisti dell’ordinamento repubblicano.
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