Tesi etd-07132007-132734 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
Del Viva, Massimiliano
Indirizzo email
mdelviva@agr.unipi.it, m.delviva@virgilio.it
URN
etd-07132007-132734
Titolo
Stima dell’ereditabilità della composizione degli acidi grassi del latte nella razza Frisona Italiana
Settore scientifico disciplinare
AGR/19
Corso di studi
PRODUZIONI ANIMALI, SANITA' E IGIENE DEGLI ALIMENTI NEI PAESI A CLIMA MEDITERRANEO
Relatori
Relatore Prof. Secchiari, Pierlorenzo
Parole chiave
- CLA
- EBV
- Ereditabilità
- MUFA
- SCD
- vacche da latte
Data inizio appello
15/06/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi di ricerca aveva come obiettivo primario lo studio della variabilità genetica della qualità del grasso del latte bovino in relazione al livello di insaturazione degli acidi grassi. L’approccio genetico, come è noto, consente di trasmettere gli eventuali miglioramenti perseguibili alle generazioni successive e rende, pertanto, le modificazioni più stabili nella popolazione.
A tal fine, sono stati messi a punto una serie di indici fenotipici per valutare la capacità desaturante della ghiandola mammaria relativa all’attività dell’enzima stearoil-CoA desaturasi (SCD): indice=(quantità di prodotto)/(quantità di prodotto+quantità di substrato). L’obiettivo della ricerca, pertanto, era quello di riuscire ad individuare, nell’ambito di un campione di 54 tori della popolazione di razza Frisona Italiana, con almeno 15 figlie ciascuno, le famiglie che manifestavano una superiorità genetica relativa alla capacità di produrre un grasso più ricco di acidi grassi monoinsaturi. La stima del fenotipo legato alla desaturasi è stata fatta valutando gli indici di desaturazione delle singole coppie di acidi grassi, nonché l’indice di desaturazione totale. Le stime sono state fatte utilizzando il seguente modello lineare misto:
Yijknm = μ + aziendai + dim + parityj + stagparn + animalm + b*grasso + εijknm dove: Yijn= variabile dipendente; μ= media; dim= giorni di lattazione (3 livelli); parity= ordine di parto (3 livelli); Stagpar= stagione di parto (4 livelli); animal = effetto genetico additivo casuale dell’animale (1.., 7387) εijknm = errore casuale residuo. Questo modello è stato utilizzato per la stima di tutti i parametri sopra citati. Per la stima dell’effetto stadio di lattazione si è scelto di adottare un modello simile al precedente, ma contente il fattore dim con 12 livelli in funzione del mese di lattazione.
L’analisi del modello, fatta con il programma SAS, ha rilevato che l’effetto dell’azienda e del fattore dim*parityj sono sempre significativi; la stagione di parto e il grasso sono significativi solo per alcuni parametri. . Le stime sull’ereditabilità mostrano che i valori sono piuttosto bassi per i singoli acidi grassi, mentre gli indici hanno valori che si aggirano intorno al 20%, che è un valore tipico dei caratteri legati alla produzione di latte. Particolare attenzione va riservata all’acido rumenico (C18-2c9t11) che ha manifestato il più alto valore, superando il 30%.Tra i fattori di variazione considerati, quello relativo allo stadio di lattazione è sempre risultato significativo e ha determinato una variazione significativa in particolare per l’acido rumenico il cui contenuto nel latte cresce costantemente durante la lattazione e dei due indici di desaturazione più efficienti quali l’indice totale e quello relativo alla coppia C14:1/C14:0. Questi due indici evidenziano una flessione entro i primi 3 mesi di lattazione e, successivamente crescono con il prolungarsi della lattazione.
In conclusione, i risultati prodotti da questa ricerca pongono le basi per avviare un’opera di miglioramento genetico nella specie bovina mirato all’incremento della frazione insatura del grasso del latte
A tal fine, sono stati messi a punto una serie di indici fenotipici per valutare la capacità desaturante della ghiandola mammaria relativa all’attività dell’enzima stearoil-CoA desaturasi (SCD): indice=(quantità di prodotto)/(quantità di prodotto+quantità di substrato). L’obiettivo della ricerca, pertanto, era quello di riuscire ad individuare, nell’ambito di un campione di 54 tori della popolazione di razza Frisona Italiana, con almeno 15 figlie ciascuno, le famiglie che manifestavano una superiorità genetica relativa alla capacità di produrre un grasso più ricco di acidi grassi monoinsaturi. La stima del fenotipo legato alla desaturasi è stata fatta valutando gli indici di desaturazione delle singole coppie di acidi grassi, nonché l’indice di desaturazione totale. Le stime sono state fatte utilizzando il seguente modello lineare misto:
Yijknm = μ + aziendai + dim + parityj + stagparn + animalm + b*grasso + εijknm dove: Yijn= variabile dipendente; μ= media; dim= giorni di lattazione (3 livelli); parity= ordine di parto (3 livelli); Stagpar= stagione di parto (4 livelli); animal = effetto genetico additivo casuale dell’animale (1.., 7387) εijknm = errore casuale residuo. Questo modello è stato utilizzato per la stima di tutti i parametri sopra citati. Per la stima dell’effetto stadio di lattazione si è scelto di adottare un modello simile al precedente, ma contente il fattore dim con 12 livelli in funzione del mese di lattazione.
L’analisi del modello, fatta con il programma SAS, ha rilevato che l’effetto dell’azienda e del fattore dim*parityj sono sempre significativi; la stagione di parto e il grasso sono significativi solo per alcuni parametri. . Le stime sull’ereditabilità mostrano che i valori sono piuttosto bassi per i singoli acidi grassi, mentre gli indici hanno valori che si aggirano intorno al 20%, che è un valore tipico dei caratteri legati alla produzione di latte. Particolare attenzione va riservata all’acido rumenico (C18-2c9t11) che ha manifestato il più alto valore, superando il 30%.Tra i fattori di variazione considerati, quello relativo allo stadio di lattazione è sempre risultato significativo e ha determinato una variazione significativa in particolare per l’acido rumenico il cui contenuto nel latte cresce costantemente durante la lattazione e dei due indici di desaturazione più efficienti quali l’indice totale e quello relativo alla coppia C14:1/C14:0. Questi due indici evidenziano una flessione entro i primi 3 mesi di lattazione e, successivamente crescono con il prolungarsi della lattazione.
In conclusione, i risultati prodotti da questa ricerca pongono le basi per avviare un’opera di miglioramento genetico nella specie bovina mirato all’incremento della frazione insatura del grasso del latte
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