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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07102025-145253


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CEZZA, MARTINA
URN
etd-07102025-145253
Titolo
Il principio di responsabilità degli Stati nel Diritto Internazionale: la posizione dell’Italia nei crimini di guerra e nei casi di impasse diplomatica
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore C.V. (AN) Castronuovo, Giorgio
correlatore Dott.ssa Malaguti, Ilaria
Parole chiave
  • Responsabilità
Data inizio appello
30/07/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/07/2095
Riassunto
Il presente elaborato si propone di analizzare in maniera approfondita uno dei pilastri più controversi e delicati del diritto internazionale contemporaneo: il principio di responsabilità degli Stati, con un focus particolare sulla tensione tra l’immunità giurisdizionale statale e l’affermazione dei diritti umani fondamentali.
Muovendo da una ricognizione storico-giuridica, l’elaborato ripercorre l’evoluzione dell’immunità sovrana, dalla sua configurazione originariamente assoluta fino all’affermarsi di un approccio più restrittivo e relativo, imperniato sulla distinzione tra acta iure imperii e acta iure gestionis.
Attraverso l’analisi delle convenzioni internazionali di riferimento — tra cui la Convenzione europea del 1972 e quella delle Nazioni Unite del 2004 — e il raffronto con le prassi giurisprudenziali di diversi ordinamenti, la ricerca mette in risalto le criticità interpretative e le tensioni esistenti tra principi di sovranità e obblighi di protezione dei diritti umani.
Particolare attenzione è dedicata all’esame di casi giurisprudenziali emblematici che hanno alimentato un dibattito ancora aperto sul superamento dell’immunità in presenza di crimini di particolare gravità: la sentenza Ferrini c. Germania, il caso Germania c. Italia adito dinnanzi alla Corte Internazionale di Giustizia, Kazemi Estate c. Iran e Jones c. Regno Unito.
Questi precedenti mettono in evidenza l’affermazione di norme di ius cogens come limite potenziale all’immunità statale, e la progressiva emergenza di obblighi erga omnes a tutela dei diritti fondamentali.
Elemento di peculiare rilievo è l’analisi dell’orientamento italiano, culminato nella storica sentenza n. 238/2014 della Corte costituzionale, che ha sancito la supremazia dei principi fondamentali della Costituzione — in primis il diritto di accesso alla giustizia — sugli obblighi internazionali consuetudinari quando questi ostacolano la tutela di diritti inviolabili.
La teoria dei controlimiti si afferma, pertanto, non come rigida chiusura nazionalista, bensì come strumento di salvaguardia dell’identità costituzionale dinanzi a norme internazionali potenzialmente lesive dei valori supremi dell’ordinamento repubblicano.
Un ulteriore capitolo della tesi è dedicato alle implicazioni diplomatiche derivanti da tali posizioni giurisprudenziali e alla reazione della comunità internazionale, evidenziando come l’equilibrio tra rispetto degli obblighi internazionali e protezione dei diritti umani resti un tema controverso e in continua evoluzione.
L’elaborato affronta poi uno studio di caso di rilevanza globale: la controversia tra Italia e India relativa ai Fucilieri di Marina, esaminata nel contesto del diritto internazionale del mare e delle norme sull’immunità degli agenti statali nell’esercizio delle loro funzioni.
La sentenza del Tribunale Arbitrale dell’Aia del 2020 ha confermato la giurisdizione italiana sui militari, riaffermando il principio di immunità funzionale per atti compiuti nell’esercizio delle funzioni ufficiali, pur prevedendo l’obbligo di risarcimento per i danni causati.
Questo bilanciamento ha contribuito a distendere le relazioni bilaterali e ha tracciato linee guida significative per le operazioni internazionali di sicurezza marittima, evidenziando la necessità di protocolli condivisi e regole d’ingaggio chiare per evitare controversie future.
Le conclusioni ribadiscono che la responsabilità internazionale degli Stati rimane un perno essenziale ma anche problematico per la tenuta dell’ordine giuridico globale.
L’Italia, con la propria giurisprudenza costituzionale e la gestione diplomatica dei casi di frizione giuridica, offre un contributo importante all’evoluzione di un diritto internazionale più attento ai diritti delle vittime di crimini di guerra, senza rinunciare al principio di sovranità statale.
In sintesi, la tesi sostiene la necessità di un equilibrio dinamico tra rispetto della sovranità, obblighi internazionali e tutela dei diritti umani, proponendo un modello di apertura costituzionale capace di ispirare un progresso armonico del diritto internazionale verso una maggiore responsabilità degli Stati per gravi violazioni.
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