• appalti pubblici
• interesse pubblico
• servizi pubblici
• societates publicanorum

La presente analisi vuole essere un contributo per la comprensione delle scaturigini prime di molti profili giuridici del “diritto amministrativo” attuale, soprattutto quello relativo ai contratti di appalto, per la concessione di beni e/o servizi pubblici, che trovano, senza dubbio, una qualche derivazione da quelli che si concludevano a Roma e nelle province italiche conquistate nell’età tardo-repubblicana ed imperiale. Ci si limiterà a fornire una visione sufficientemente orientativa dei contratti summenzionati, attraverso un richiamo ad un potente “strumento di amministrazione indiretta”, cosa che fu, tra le altre, il contratto consensuale della locatio-conductio. Più nello specifico, l’elaborato si suddividerà in tre capitoli. Nel primo verranno presi in esame i principali servizi pubblici oggetto degli appalti nell’esperienza giuridica romana; nel secondo capitolo si analizzerà il paradigma dell’appalto e, dunque, della “concessione amministrativa” a Roma, con particolare riferimento, appunto, alle peculiarità dello schema contrattuale della locatio in questa specifica applicazione; e nel terzo, infine, ci si soffermerà sulle societates publicanorum, fenomeno associativo di primaria importanza nell’ambito di questa amministrazione indiretta, nonché per il sostentamento dell’apparato finanziario romano, costituito da privati imprenditori che, dietro remunerazione, fornivano alla collettività servizi di interesse pubblico, ricavandone altresì un profitto personale.